La notizia dell'attacco si era diffusa velocemente, ma la terra non aveva mai tremato, solo le ginocchia. Forse il Re non conosceva la loro precisa ubicazione o forse stava tramando qualcosa di ancora più perfido da mettere in atto. Tutti si dicevano pronti, ma intendevano dire solo che sotto i loro cuscini c'era sempre un fucile carico. Non potevano far altro.Attendevano e attendevano, ma l'attesa non portava altro che attesa. Una notte infinita senza sangue né tregua. Le ansie erano già guerra stessa, il piombo non lacerava tanto più in profondità del pensiero, e alle pallottole potevano opporre altre pallottole; alle idee potevano solo soccombere: l'unico trono a cui inchinarsi.
Camila trascorreva molte ore in solitudine, spiando il palazzo che si era fatto culla per lei e ora diveniva tomba. Suo padre era lì, a cospirare e architettare. Assottigliava gli occhi, drizzava le orecchie sperando bastasse concentrarsi attentamente per ascoltare gli sporchi piani sospirare attraverso un condotto d'aria o l'altro. Le pareva di non essere così lontana da non udire i sussurri, ma si illudeva. Non solo era lontana, era anche impossibilitata a riavvicinarsi. Solo il vento ora giocava con la sua percezione. E lei si faceva bastare i suoi giochi.
Assieme a Lauren avevano deciso di abbandonare il quartier generale solo in caso di estrema necessità. Ci avevano pensato a lungo, ma non avevano i mezzi utili per mobilitare un trasferimento nel pieno di una guerra (non li avrebbero avuti nemmeno durante la pace), ma soprattutto non possedevano altri edifici altrettanto ampi per ospitare tutti. Venne data la possibilità, però, di scegliere se andarsene. Rifiutarono tutti. Solo una persona accettò: Sofia.
Era stata salvata dall'inferno, ma dormire sotto lo stesso tetto di Camila le ricordava tutti i suoi demoni. Non aveva ancora deciso se crederle o meno. Malgrado la risposta risultasse abbastanza lampante, non sapeva più riconoscere la verità da una bugia. Ogni notte, prima di addormentarsi, quando i lividi bruciavano ancora e i lampi di luce squartavano il cielo dietro le sue palpebre, si inventava una bella bugia dove naufragare. I suoi lividi divenivano mare e la luce alba. Era diventata talmente brava da sorprendersi ogni mattina di non trovarsi al timone della sua nave o sulla riva della sua spiaggia. Iniziò a confondere i nomi con i volti, a non ricordare se era stata lei ad urlare o il suo compagno e chi era, poi, quel compagno? Quando il suo corpo aveva manifestato i primi sintomi di cedimento permanente, le erano state accordate due settimane di riposo completo. Non era un regalo, bensì un ulteriore condanna. Non avevano abbastanza soggetti per prenderne uno, dovevano mantenere in vita tutti loro per accontentare tutti gli altri. Era stato in quell'abisso di tempo che era riemersa dalle acque della menzogna, una bracciata al giorno, era risalita alla superficie. I lividi dolevano di nuovo e il bagliore accecava ancora. I corridoi tornavano a riecheggiare i suoi passi e sapeva perfettamente a chi apparteneva un grido. I suoi compagni tornavano ad avere un nome e una storia, e tutte si assomigliavano. Aveva trascorso due giorni ad accettare la realtà e l'ultimo a prepararsi ad affrontarla di nuovo. Ma proprio quando era stata trascinata verso il suo inesorabile destino, Camila era venuta a dimostrarle che di inesorabile non esisteva più niente, tantomeno il destino. Vederla di fronte a se, cresciuta e cambiata, aveva reso reale e irrimediabile tutto il tempo trascorso in quel buco del mondo. Tutte le cicatrici avevano ripreso a sanguinare e tutti i ricordi erano divenuti vetro che la tagliavano da dentro. In tutto quel dolore non riconosceva i colpevoli, sapeva però chi l'aveva abbandonata e loro erano altrettanto responsabili ai suoi occhi. Anzi, coloro che le avevano voluto bene lo erano doppiamente, perché l'avevano illusa che quel bene l'avrebbe salvata ma nel silenzio tornavano solo i ricordi e quelli annullavano ogni vana speranza. La sua rabbia aveva assunto il volto dei suoi famigliari; non era loro la mano che la seviziava, ma quella che l'aveva armata sì. E sentirla avvolgerla attorno a sé non l'aveva condotta verso la salvezza come aveva creduto i primi tempi, l'aveva fatta sprofondare ancora più in basso del sottosuolo, giù dove solo le carcasse tintinnavano ancora.
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Opposite Sides
FanfictionIl mondo conosciuto è cambiato per sempre. Le radiazioni hanno perforato il buco nell'ozono una volta per tutte, separando la civiltà in coloro che possono sperare in un domani e in coloro che devono decidere se impazzire a causa degli effetti colla...