I ragazzi stavano scaricando l'ennesimo camion; abbassarmi tutti gli occhi quando Camila si avvicinò. Aveva il sentore che tutti sapessero cosa stesse succedendo tranne lei, e temeva non le sarebbe piaciuto scoprirlo.«Ehi, ragazzi. Come va oggi? Sapete dove sia Lauren?» La spensieratezza nella sua domanda imbarazzò tutti; nessuno aveva il coraggio di annullarla.
Alan, uno dei ragazzi con cui aveva condiviso qualche missione, si incaricò della responsabilità: «È da Taylor.»
Il respirò di Camila le colpì lo stomaco come un pugno e con altrettanta forza le si gonfiò nei polmoni. Non c'era bisogno di aggiungere altro. Annuì ringraziando.
Tutti sapevano che quel giorno sarebbe arrivato. Lauren era l'unica a non averlo capito. Aveva evitato quella stanza per settimane, sperando che bastasse camminare oltre per farla sparire nell'oblio. Invece l'oblio aveva spalancato l'uscio e l'aveva inghiottita. Mentre marciava nel corridoio, il respiro pesava come piombo, ma erano le occhiate fugaci dei presenti a far fuoco. Tutti la guardavano con l'aria mortificata di chi non si sarebbe messo al suo posto nemmeno a pagarlo oro. Questo perché tutti, lì, si erano calati nei recessi dell'oblio a scatenare il caos, ma era una scala a senso unico; nessuno sapeva come sarebbe tornato in superficie. Era come se Camila stesse scalando uno scivolo.
Sostare di fronte alla porta della fatidica stanza però, non assomigliava per niente alla superficie. Forse non era il fondo, ma non aveva niente della vetta.
Inspirò a fondo e abbassò la maniglia con un unico movimento. La penombra della stanza pareva più densa ora che il monitor era spento. Lauren era seduta di spalle, talmente immobile che Camila temette fosse il suo cuore ad essersi fermato. Allungò una mano verso la sua spalla e tirò un sospiro di sollievo ad avvertirne un sussulto. Lauren, però, non si voltò a guardarla. Fissava la sorella con il terrore che il corpo si disintegrasse come polvere al primo alito di vento.
«Ha aperto gli occhi prima di...» Ingoiò a vuoto. «Mi ha guardato.» Anche lei non smetteva di rimirarla, chiedendosi forse come avesse potuto per tutto quel tempo ignorarla. Ora poteva solo accontentarsi di un battito di ciglia; il suo perdono e il suo addio.
«Sapeva di non essere sola.» La confortò, parlando sommessamente ma stringendo di più la sua spalla nel suo palmo.
«No.» Scosse senza remore la testa. «Non è mai stata sola perché ci sei sempre stata tu.» La voce si ruppe un po' per il rimorso, ma la mano si poggiò sulla sua per la gratitudine.
Camila inspirò a fondo. Avrebbe voluto afferrarle la mano e baciarle il dorso, ma non lo fece. Rimase inerme sotto il peso del suo tremito e si fece roccia.
«Lauren, so che adesso non puoi capirlo, ma questo Mondo ha smesso di farle male ed è molto più di quanto potessi augurarle.»
Lauren ebbe un sussulto impercettibile del capo: «Adesso non so più per cosa lottare.» Mormorò. Si vergognò di ammetterlo a sé stessa, ma per un attimo si sentì come Dinah. Perché continuare a lanciare bombe se sua sorella non c'era più? Perché far saltare muri, ponti, edifici se sua sorella non era più li? Non trovava un senso.
Camila si inginocchiò di fianco a lei, le afferrò gentilmente il volto fra le mani. Lauren non avrebbe mai cambiato posizione se qualcuno non l'avesse aiutata. Le virò cautamente il capo, facendo combaciare i loro sguardi. Lauren sembrava distrutta come la terra dove camminavano.
Camila aveva buttato giù un muro usando la mano pesante, per abbattere questo serviva invece solo una carezza. Strofinò il pollice sulla sua guancia: «Se non trovi più un motivo, lo troverò io per tutte e due.»
Le pupille di Lauren scattavano da una parte all'altra come lucciole impazzite. Camila tentava di catturare le loro ali con i suoi occhi. Lentamente la tensione nei suoi muscoli si alleviò. Si sgonfiarono come pneumatici bucati. Camila era il suo chiodo e non sapeva quanto gliene fosse grata di essere così appuntita contro i suoi spigoli. Dal centro del suo petto cadde qualcosa che stava in bilico da tanto. Ma non fu una caduta libera. Camila era li a prenderlo a mani aperte. Sul volto della corvina si screziò un'espressione dolorosa. La luce in fondo al suo tunnel erano lampi. Lauren si chinò in avanti, avvilita e stanca. Poggiò la fronte sulla spalla di Camila e pianse. Pianse, pianse, pianse.
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Opposite Sides
FanfictionIl mondo conosciuto è cambiato per sempre. Le radiazioni hanno perforato il buco nell'ozono una volta per tutte, separando la civiltà in coloro che possono sperare in un domani e in coloro che devono decidere se impazzire a causa degli effetti colla...