45

527 51 7
                                    


Non sapeva dire quanto fosse trascorso dai primi fuochi. Le orecchie erano già ovattate e la polvere da sparo bruciava negli occhi, formicolava sulla pelle; sembrava di essere sepolti ancora prima di morire.

Gli schiamazzi confondevano esultanze a disperazione, mischiando i caduti con i sopravvissuti. Camila non sapeva più dove guardarsi; non distingueva il dolore dei nemici da quello degli alleati, e non trovava altro colpevole oltre sé stessa. Il riverbero del suo respiro era l'unico suono ad ammutolire il resto, ma non era più confortante del Mondo in pezzi.

Una mano le toccò la spalla. Non si domandò neppure se dovesse sguainare l'arma; era troppo frastornata per difendersi. Lo sguardo severo di Dinah non era mai stato così simile a quello di Normani. Impettita e valorosa la guardava dall'alto della sua fierezza.

«É una guerra, Camila. E adesso bisogna combatterla.» Non c'era rimprovero nella sua voce. «Fallo per chi darebbe la vita per essere qui.» Entrambe sapevano di chi stesse parlando e fu proprio l'immagine di Lauren a rinvigorirla e scuoterla disgelandole i muscoli.

Dinah e Camila celavano nello sguardo lo stesso dolore: vivevano per chi non lo faceva più.

Dinah annuì registrando il suo repentino cambiamento e con un grido si lanciò nella lotta. Camila sfoderò l'arco e a passo deciso la seguì. I suoi occhi iracondi precedevano il passo marziale. Qualche soldato la riconobbe subito. Erano lì per lei, non si sarebbero lasciati sfuggire la possibilità di spedirla sottoterra. Camila imbracciò l'arco e interruppe la corsa di due di loro. Si aiutò con la pistola per difendersi dagli altri tre. I proiettili erano centellinati, perciò proseguì nella coltre umana con l'arco spianato e il coltello alla mano. Ciò che accadeva attorno la riguardava solo se la coinvolgeva, altrimenti camminava determinata verso il muro, intenzionata a sorpassarlo.

I suoi uomini avevano fatto faticosamente breccia nell'esercito, aprendosi un pertugio verso River Side. I più di loro erano morti cercando di raggiungerla, ma una trentina di uomini combatteva strenuamente sull'altro lato. Camila doveva unirsi a loro. Aveva quasi raggiunto il confine quando sulla soglia dei due Mondi si frappose una figura.

Shawn appariva come una formica sotto l'arco di cemento. L'aspettava. Camila si immobilizzò, ma non perse il suo ardore. Rinfoderò l'arco e la pistola; così fece anche Shawn. Si guardò attorno e raccolse la prima spada improvvisata abbandonata da qualche compagno caduto. Shawn sguainò la sua fedele arma scintillante. Era così, dunque, che la loro inimicizia si sarebbe sigillata per sempre: in una ferita profonda quanto la vita che li aveva uniti.

Camila inspirò a fondo e avanzò lentamente verso di lui. Shawn non esitò a imitarla. In pochi attimi si trovarono a corrersi incontro, spezzando la propria strada solo col rumore delle lame. Camila digrignava i denti sforzandosi di non cedere alla forza di Shawn, ma lui, inclemente, pressava sempre di più la spada, spingendola in ginocchio. Nei loro sguardi sfavillava la rabbia e la vitalità, concorrendo a tenere in vita entrambi solo per veder perire l'altro.

Camila comprese che non avrebbe mai vinto una sfida di forza, quindi si ingegnò per ribaltare la situazione. Appena fu abbastanza genuflessa, allentò improvvisamente e del tutto la forza esercitata, rotolando di lato prima che la lama la sfregiasse. Ferì Shawn al polpaccio, rendendolo più vulnerabile e instabile. Trattene un grido di dolore fra i denti macchiati di sabbia. Shawn si voltò di scatto, rabbrividendo d'ira. Sventolò la spada nella sua direzione, ma Camila si rimise in piedi prima di essere colpita. Fece due passi indietro, assestandosi nuovamente sul terreno.

«Ti ricordi chi ti ha insegnato a combattere con la spada?» Domandò trafelato Shawn, contraendo i muscoli in spasmi violenti. «Tuo padre! Il Re! Lui ti ha insegnato ad usarla, a difenderti. E tu adesso la muovi contro la sua testa?! Con quale coraggio?»

Opposite SidesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora