Il silenzio paralizzò i muscoli a tutti.Nessuno si mosse, quasi per un istante temessero di doversi inchinare, non ricordando chi era Camila. Il Re era sempre stato lì, come avevano potuto non capirlo? Il Re era sua figlia e sua figlia era lì.
«Che cazzo dice questa stronza?» Farfugliò a fior di labbra Drake, guardandosi attorno sperando di aver capito male. «Ma che cazzo dice!!» Tuonò, scuotendo il fucile fermo nella sua mano.
Nessuno aveva il coraggio di dire niente o di muoversi dalle loro posizioni, quasi potessero morire sbattendo un ciglio.
«Stronza, figlia di...» Ringhiò a denti stretti, marciando verso di lei. Spianò il fucile nella sua direzione, fino a piantarlo contro la sua fronte. «Spero per te sia uno scherzo perché ti faccio saltare il cervello.» Abbaiò a denti stretti, rabbioso. Camila rivede Normani, la sua malattia almeno.
«Drake, smettila.» Disse Dinah, facendo le veci di Lauren perché la sua voce era scomparsa, risucchiata in chissà quali angoli del suo essere.
«Hai capito chi é questa stronza? Hai capito o no!!» Il fucile dibatteva la coda troppo violentemente, come la coda di una lucertola staccata dal corpo.
«Ho capito, Drake, cazzo! Ma solo lei può salvarci, evitarci una guerra che costerà la vita di milioni di persone! Abbassa l'arma, cazzo, o ti punto la mia alla nuca!» Fece crocchiare il fucile per sottolineare la sua convinzione.
Le pupille dilatate di Drake, i suoi denti digrignati e le spalle ingrossate non promettevano bene, ma in qualche modo le parole di Dinah lo persuasero e abbassò l'arma, imprecando.
Camila inspirò, riprendendo fiato dopo averlo trattenuto a lungo. Gli sguardi restavano bassi o distratti, ma comunque lontani da lei. Qualcuno non la osservava per non ucciderla, qualcun altro per non temerla; in entrambi i casi avrebbero perso di più loro.
Camila inumidì labbra e gola, mantenendo un'attitudine composta, malgrado dentro di lei tutto si stesse scomponendo. Istintivamente cercò lo sguardo di Lauren, ma era chiedere troppo. Rimirava altrove. Avevano bisogno di lei, ma non la voleva. Poteva salvare il Mondo, ma senza l'ausilio dei loro sguardi.
Lentamente si mosse verso la sedia, si accomodò e si concentrò solo sullo schermo. Il monitor rifletteva il suo volto; anche lei, se non avesse convissuto nelle sue stesse spalle, avrebbe distolto lo sguardo. La ragazza che era diventata, era per lei che agiva; non sopportava la vista della principessa. Lei era una ribelle nel corpo di una reale, lo era da sempre. Ma tutto il Mondo l'avrebbe sempre vista come una principessa infiltrata nei panni di una rivoluzionaria. Avrebbero riso di lei, oggi e nei libri di storia, almeno che non dimostrasse di poter effettivamente cambiare le sorti della guerra.
Migliaia di soldati puntavano le armi contro Island Side. Milioni si uomini gli sfidavano con le mani. Tutti tenuti in sospeso da una sola persona: Camila.
Il ragazzo che prima aveva manomesso lo show di Alejandro, adesso smanettava ancora più veloce infiltrandosi nelle reti. Imprecava e si innervosiva spesso, ma non demordeva mai. Infine, davanti agli occhi di Camila, apparve prima un'immagine sfocata e poi i pixel unirono il volto di suo padre. Alejandro doveva aver subito lo stesso processo perché il cipiglio roccioso si fece pianura sulla sua fronte.
«Camila... Non sai quanto tempo ti ho cercato. Va tutto bene? Sei stata rapita? Sei ferita?»
La ragazza strinse i denti e scosse la testa: «Non sono stata rapita, nessuno mi ha toccato un capello. Ho scelto io come vivere, per una volta.»
Il tono austero e l'espressione adamantina non lasciavano spazio ai dubbi e nemmeno alle speranze. Alejandro Inspirò a fondo, quasi avesse sperato nel il tempo per ottenere un perdono che non sarebbe mai arrivato.

STAI LEGGENDO
Opposite Sides
FanfictionIl mondo conosciuto è cambiato per sempre. Le radiazioni hanno perforato il buco nell'ozono una volta per tutte, separando la civiltà in coloro che possono sperare in un domani e in coloro che devono decidere se impazzire a causa degli effetti colla...