Asher
Rientro in casa di mio zio che è l'una e passa di notte, non mi sono nemmeno reso conto di che ore fossero. Sono sbronzo, mi stupisco di esser riuscito a tornare a casa ed ad aprire la porta.
Rotolo sul tappeto della sala, devo essere inciampato in qualcosa. Accendo la luce per capire dove sia il divano quando vedo mio zio con Adele senza vestiti sul divano dove volevo mettermi. Spengo veloce la luce prima che si sveglino, per fortuna sembrano avere il sonno pesante.
Mi trascino fino al piano superiore, trovo la mia stanza e mi butto sul letto senza nemmeno togliermi le scarpe.
Quando mi alzo ho i postumi della sbornia, un mal di testa da rincoglionimento generale. Mi cambio togliendomi le scarpe e lentamente raggiungo la sala per la colazione. Vedo una specie di broda con un uovo dentro anzi due uova dentro. "Rimedio per la sbornia, mia mamma lo faceva ai miei fratelli. Però lo devi bere tutto in un sorso perché funzioni." Mi avvisa la governante. "Sei rientrato ubriaco ieri sera?" Domanda mio zio. "Si, ma ricordo bene cosa ho visto in sala." Affermo per fargli tagliare il discorso. Adele diventa rossa e mio zio mi guarda sorpreso. "Non dirò nulla però se arriverà un bambino non penso la sala sia un posto dove mettervi a nudo." Affermo e mio zio annuisce in silenzio, Adele riprende piano a mangiare e non incrocia il mio sguardo. Guardo la governante che aspetta che io veramente beva quella roba, guardo il bicchiere enorme e rassegnato inizio a buttare giù.
Finalmente l'ultimo sorso e poi rimetto il calice sulla tavola. "Da vero irlandese. Così si fa." Afferma la governante e io resto spiazzato. Le consegno il calice e non ho molta fame così mi alzo e ritorno in camera.I giorni sono passati abbastanza in fretta tra un colloquio e l'altro nei college, per fortuna il mio diploma è riconosciuto, i miei voti non sono malaccio e potrei quasi aspirare a Cambridge, ma si vedrà perché da quel che ho capito è molto esclusiva e tutti i rampolli di buona famiglia sono in quella scuola.
"Cazzo non avrei mai pensato di avere un genietto a casa." Afferma mio zio guidando tranquillo dopo l'ennesimo colloquio.
"Mi so vendere bene." Affermo freddo, forse un po' troppo. "Ti serviva per quando non riuscivate a pagare l'affitto?" Domanda. "Si è anche quando combinavo qualcosa e mamma non doveva saperlo. Mamma lo sapeva, una volta ho scopato la professoressa di storia perché chiudesse un occhio sulla rissa avuta in classe." Mio zio fa segno di apprezzamento. Sta sera ci sarà il mio debutto e io non so cosa aspettarmi. Tobias so che ha provato a contattare diverse volte Aaron, ma lui non ha mai risposto, non che mi aspettassi qualcosa di diverso.
"Tobias mi ha detto che sono andati molto bene i colloqui." Afferma impettita Adele e io annuisco, entra nella mia stanza mentre mi sto annodando la cravatta. "Ottimo accessorio la cravatta, l'hai abbinata bene." Afferma. "La metto solo perché così posso legarci qualche ragazza mentre me la scopo." Sono schietto e lei la prende sul ridere per fortuna. "Basta non farti beccare dai loro genitori, perché sai pensano tutti di avere degli angioletti di figlie invece hanno gli artigli peggio delle pantere. Dovrai avere carattere con loro." Mi spiega e io le sorrido lascivo.
Arriviamo ad un edificio di mattoni, stile post industriale, entriamo e si apre una grande stanza davanti a noi, un uomo mi presenta e quando finalmente mi tolgono le luci puntate addosso riesco a vedere la marea di gente presente.
Applaudono e sfoggio uno dei miei sorrisi falsi più convinte che mai, lentamente mi addentro nella marea di gente presente, non vedo ne Adele, ne mio zio.
Finalmente arrivo al bancone degli alcolici e ordino una birra. "Scelta discutibile." Afferma una ragazza bionda con dei tacchi vertiginosi è un tubino striminzito. "Tu sei?" Le domando per poi bere un sorso della birra. "Sono Lizzy." Porge la mano e gliela stringo. "Piacere Lizzy. Ci si vede in giro." Le dico malizioso e lei ricambia il mio sorriso. Troia fatta e finita questa, continuo a stringere mani alle persone e a memorizzare nomi finché non sento davvero molto caldo.
Entro bel bagno delle donne, allento la cravatta e mi bagno la faccia piano. "Hai sbagliato bagno." Afferma una voce che conosco. "Mad." La chiamo già con un vezzeggiativo. "Solo perché siamo cugini ti permetto di chiamarmi così." Afferma. "Non siamo cugini, non abbiamo proprio nulla di parentela." Le dico e lei alza gli occhi al cielo. "Sei nel bagno delle donne." Ripete. "Lo so." Ribatto e rimane sconcertata dalla mia strafottenza.
"Maleducato." Mi ammonisce. "Sempre." Le faccio l'occhiolino prima di uscire e tornare nel mare di persone.
"Hai qualcosa da offrire ad una ragazza?" Mi domanda una rossa, tinta, ma le sta bene come colore. "Non fumo." Le dico facendo finta di non aver capito a cosa alludesse. "Non cerco una sigaretta, ma del divertimento." Si avvicina e non è altissima, mi guardo attorno e dato che non ci sta guardando nessuno la prendo in spalla e mi dirigo nel retro dove non ci dovrebbe essere nessuno, lungo il corridoio incontro Adele che mi guarda per poi passare oltre a testa bassa.
Arriviamo in una stanza adibita a magazzino, faccio piagare la ragazza di nome Alicia su una cassa, le sollevo il vestito ultra corto. Mi abbasso i pantaloni, le lego i polsi con la cravatta e infine apro la busta del preservativo. Lo indosso e la penetro veloce, cazzo si, era da troppo che non scopavo con una ragazza.
Le assesto qualche pacca sulle cosce, non le lascerò il segno, ma sentirla gemere è un suono piacevole.
Viene rilasciando il famigliare odore di ormoni e di appagatezza, sono un drogato di questo odore e come tale ero in astinenza da troppo.
Vengo a mia volta scaricandomi nel profilattico, esco veloce da dentro di lei, annodo il preservativo e lo butto dietro ad alcune casse.
"Un po' rude devo dire." Afferma mentre mi rimetto la cravatta. "Se non fossi stato così non mi avresti chiesto di scoparti. Scendi dal piedistallo perché io so esattamente come sei e cosa vuoi." Le dico serio e lei ammicca per poi uscire dal magazzino sculettando platealmente.
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Sono io quello giusto
ChickLitAsher è il tipico ragazzo che dalla vita agiata ha dovuto imparare a cavarmela da solo, la malattia di sua madre lo ha costretto ad imparare l'arte di arrangiarsi. È un ragazzo speciale, la notte il suo corpo si copre di un folto pelo nero come la n...