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Sono sul divano con una ragazza di cui non so il nome che mi sta succhiando il cazzo in modo provocante, ma ne ho viste tante come lei e non mi suscita chissà quale eccitazione da venire in fretta. Finisco di fumare la canna che ho in mano, tanto ho già bevuto due birre quindi non mi metto alla guida. "Quindi tu sei il cugino di Madison Brown?" Chiede Alicia sedendosi accanto a me col cocktail in mano. "Non proprio. Mio zio è sposato con sua zia. Tutto qui." Spiego e non sembra turbarla parlare con me mentre un'altra mi sta facendo un pompino.
"Che cosa fai di bello? Studi o lavori?" Domanda, mi sta facendo il fascicolo per caso? "Studio, mi hanno preso a Cambridge." Secondo me gestisce un servizio di ragazze e ragazzi sta qua, ne ha la faccia di una che potrebbe farlo. "Allora ci vedremo spesso, anche io studio lì. Ho iniziato quest'anno." Spiega, prendo la tipa per la coda di cavallo e la sprono a darsi una mossa con quella bocca, non voglio stare qui tutta la notte.
Ci sono vicino finalmente e non le lascio molta decisione perché le vengo in bocca senza nemmeno avvisarla, mi serviva proprio un servizietto del genere perché non posso continuare da solo a mano mentre faccio venire Mad. Devo smetterla di pensare a quella ragazzina, non potrà mai esserci nulla.
"Organizziamo spesso festicciole del genere. Posso considerati interessato?" Domanda e io annuisco godurioso.
"Mi fa piacere, quelli che contano sono alle mie feste." Afferma sicura di se, pensa se sapesse che io sono l'erede Evans. Da quel poco che mi ha detto Peter la nostra famiglia ha diverse proprietà nel paese, una lunga discendenza di licantropi e per lui è un onore avere nella sua stirpe un lupo d'ombra.
Ma temo il futuro come non mai, non so cosa porterà con se questa novità.

"Dove posso dormire?" Chiedo ad Alicia che mi prende per il giacchetto e mi trascina dentro una delle camere. Inizia a spogliarsi lentamente e ho già capito che vuole essere scopata per bene.
"Come ho detto sei rude, poco raffinato." Afferma mentre la sottoveste le scende giù attratta dalla gravità. "Se non fossi così non mi avresti chiuso in camera con te. Ti piace il mio essere rude e schietto." Le dico avvicinandomi, mi slaccia smaniosa i jeans, non riesce a resistere. La faccio piegare sulla scrivania, il suo intimo è striminzito e peccaminoso, le autoreggenti le danno ancora di più l'aria peccaminosa. Metto il profilattico alla svelta e la penetro con estrema lentezza, voglio che brami l'orgasmo fino alla fine, è troppo abituata ad avere subito quello che vuole.
Lentamente affondo dentro di lei per poi uscire e rientrare con altrettanta lentezza, le tengo i polsi dietro la schiena con una mano così che non possa toccarmi.
"Asher." Mi supplica e cazzo se mi piace la sua voce lamentosa che mi implora, aumento di poco il ritmo, le stringo il gluteo con la mano libera e lei ansima sempre di più. La sculaccio quel tanto che basta per farle arrossare la pelle, ora si che mi sto eccitando, mi spingo sempre più veloce dentro e fuori dalla sua intimità finché non la sento venire e mi godo i suoi ormoni, mi porta oltre e così vengo anche io.

Mi riallaccio i pantaloni e lei si sistema l'intimo o quello che ne è rimasto. "Non resti qui?" Domanda con voce appagata. "Io non dormo con nessuno, troverò una camera libera." Le dico per poi uscire dalla camera, apro qualche porta, ma le stanze sono occupate, devo arrivare fino in fondo al corridoio per trovare una stanza libera. Chiudo la porta a chiave e mi butto stanco sul letto, non ho messaggi di mio zio quindi presumo non mi stia aspettando sveglio.
Mi sveglio leggermente rincoglionito, ma dopo un breve check mi ricordo di essere a casa di Alicia, ieri sera l'ho ben scopata e ora devo filarmela da questa casa.
Scendo veloce le scale finché non mi sento chiamare dalla cucina, non per nome ma solo un generico :ragazzo:, così mi volto e vedo una signora sulla cinquantina vestita in modo insolito. Sembra uscita da una rivista degli anni cinquanta, mi fa cenno di avvicinarmi e così faccio, Alicia mi guarda sorridente. "Vuoi fare colazione tesoro?" Domanda e io non rifiuto l'offerta, dopotutto devo tenermi buona la figlia.
La colazione con uova e bacon non mi dispiace, mi sto abituando a questa usanza, ma il te ancora non riesco a farmelo piacere.
Una volta finita la colazione ringrazio la famiglia di Alicia per l'ospitalità e me la defilo silenzioso verso casa.

Entro in casa dopo aver messo la moto per bene dentro al garage, appena chiudo la porta sento parlottare in salotto. "È tornato." Afferma Aaron, tutti mi guardano incuriositi. "Sono stato a casa di quella Alicia, avevo bevuto e fumato un po' quindi ho dormito lì." Spiego e Adele sospira. "Domani andiamo a prendere Benjamin, ha solo due mesi e l'assistente ci ha mandato la foto. È un bel bambino paffuto." Mi spiega Adele così le batto il pugno, lo aspettavano da tanto.
Mi mostra la foto di un bambino di colore con un bellissimo sorriso e penso proprio che si troverà bene qui con mio zio e Adele.
"Madison andrà nella stanza accanto alla tua perche Benjamin starà nella camera accanto alla nostra." Mi informa e io mi stringo nelle spalle.
Avrò chi tormentare durante il resto delle giornate qui a Londra fin tanto che non riprendono le lezioni.
"Non penso di doverti fare il discorso di usare le precauzioni quando fai sesso." Introduce il discorso Aaron. "Fermo. Fermo. Mamma con me lo ha già fatto da un pezzo, arrivi tardi anni luce." Spiego abbastanza sorpreso che si sia sentito in dovere di entrare in questo discorso. "Quando avevo la tua età le serate erano sempre alcol e sballo totale, di molte non ricordo nulla e mi dispiace. Ricordo però quanto si incazzava Mina quando facevo finta di non ricordare il suo nome. Mi sono perso tante tappe della tua vita, ma ricordo di averti dato da mangiare qualche volta. Eri l'unico bambino che mi stesse simpatico e con me stavi stranamente buono." Spiega cercando di ricordare quei pochi momenti che abbiamo passato assieme.

Sono io quello giustoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora