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Madison

Asher non mi dice nulla, ma lo vedo che sta soffrendo, a momenti mi sembra anche perda i sensi. Si è trascinato fino alla porta di questa lussuosa villa a fatica, suono il campanello, Ash è addossato alla parete, è stranamente sbiancato, temo abbia qualche ferita aperta.
Apre un uomo davvero di bel aspetto, curato, con i capelli neri. "Aaron Evans?" Domando, Asher crolla come un sacco di patate tra me e quest uomo.
"Lui è Asher? Il figlio di Aaron?" Domanda e io annuisco, mi chino scrollando per la spalla il mio ragazzo, ma quando sento il panno sul suo fianco lo tolgo ed è completamente rosso di sangue.
Il signore mi aiuta a portare Ash dentro casa, lo deposita sul tavolo e apre la maglietta con delle forbici, Asher ha qualcosa tra la pelle che gli riapre di continuo la ferita, non mi ha detto nulla quello stronzo.
"È vetro, anche molto tagliente. Prendo il kit e vediamo di aiutare il tuo ragazzo. Io sono Vinc, il marito di Aaron." Il signore svanisce e chi lo avrebbe detto che il padre di Asher fosse gay. Chissà come la prenderà Ash? Non ci voglio pensare in questo momento. "Tranquilla io sono infermiere, so perché non possiamo portarlo in ospedale." Mi rassicura e io mi siedo esausta sulla sedia. Lo osservo attenta mentre toglie i vetri dal corpo del mio ragazzo, gli applica un bendaggio leggero.
"Possiamo solo aspettare che si riprenda, vuoi qualcosa tesoro? Sembri esausta." Annuisco perché è vero sono stanchissima, non ho chiuso occhio per la preoccupazione.
Vinc mi porge una cioccolata calda, è metà pomeriggio qui, ha pensato lui al borsone, lo ha messo in una camera per noi. Ha controllato la mano ad Ash e l'ha fasciata come ha medicato le altre mille ferite che ha, tutte per colpa di mio padre.
Aaron rientra in casa e si precipita da noi, sbianca quando vede suo figlio steso sulla tavola con i panni sporchi di sangue e tagliati di netto. Si copre la bocca con le mani, Vinc gli si avvicina. "Tranquillo sta riposando, si riprenderà, ho controllato e il suo corpo sta guarendo lentamente, ma lo sta facendo." Lo rassicura.
Aaron si siede di fronte a me. "Lo hanno preso nella mattinata è solo dopo cena sono riuscita ad aiutarlo." Confesso. "Mi sento in colpa perché è stato mio padre a ridurlo così." Affermo lasciando libere le lacrime che ho trattenuto fino ad ora. "Non è colpa tua se tuo padre è ciò che è. Come non è colpa di Asher essere un licantropo. Anzi lui dovrebbe accettarsi molto di più per godersi a pieno ciò che è." Commenta.
"Mad." Mi chiama Ash e così gli tocco piano la spalla. "Sono qui." Gli dico, lentamente apre gli occhi e mi sento meglio.

Asher

Mi tiro su piano a sedere, mi gira tremendamente la testa, Mad per fortuna è qui con me. Aaron sembra sollevato e il signore che ci ha aperto è accanto a Evans. Finalmente vedo l'anello al dito di Aaron, avevo notato la striscia di pelle più chiara e non capivo che anello portasse, ora capisco è sposato con un uomo, è gay e nessuno a Londra lo sa. Vedo che cerca di sfilarsi l'anello, ma lo fermo. "Non devi nasconderlo, ho capito che sei gay. È tuo marito?" Domando e Aaron sembra sorpreso in modo piacevole. "Si, lui è Vincent mio marito, siamo sposati da un paio di anni. Quando sono scappato da Londra appena saputo di te sono tornato qui, avevo bisogno di parlare liberamente e a casa di Tobias non potevo. Quando ti ho detto che avrei voluto tanto che tu venissi qui in America era per poterti presentare mio marito, anche lui come me vorrebbe che restassi." Mi informa, stringo la mano a Vinc, ho una mano fasciata e vedo che sono tappezzato di medicazioni.
"Vinc è un'infermiere." Mi informa Mad e io ringrazio il compagno di Aaron.
Annuso la cioccolata calda di Mad e lei se la tiene stretta. "Ce n'è una tazza fumante se vuoi?" Propone Vinc e io accetto volentieri.

"Riposati un po' Mad, non hai chiuso occhio e come vedi non sono moribondo." Le dico una volta in camera, non ho dovuto specificare che io e lei dormiamo assieme e siamo attivi sessualmente. "Mi riposerò dopo cena, ora meglio se mi faccio una doccia." Le dico, mi tiro su a fatica, levo molti dei bendaggi e Mad si siede a bordo vasca, vorrei scoparmela in quella vasca, ma penso che avremo tempo.
Lo sento che ci sta pensando anche lei al sesso, il suo respiro è cambiato e anche il colore delle sue guance. "Spogliati, lentamente." Le dico e lei mi fissa intensamente, si avvicina. Si spoglia con una lentezza snervante, ma ne ho bisogno, ho bisogno di vedere il suo corpo perfetto davanti a me.
Ha caricato nel borsone i preservativi che tenevo nel comodino in camera, vogliosa la ragazza.
"Piegati sul lavello, sarà una cosa veloce, ma sai che ti soddisferò come sempre." Le dico, lei si china sulla resina fredda del lavello, il suo culo è esposto verso di me.
Metto il preservativo e lentamente affondo nella sua intimità calda e bagnata. "Avevi voglia Mad, senti come sei bagnata. Parlami quando hai voglia, non ti devi vergognare di voler scopare con me." Le dico e lei annuisce piano. Mi muovo lento perché voglio godermi ogni fottuto momento dentro di lei.
"Asher, ti prego." Mi supplica, non riesce a venire se vado così piano, aumento il ritmo come mi ha chiesto e dopo poco la sento venire, il suo orgasmo attorno a me mi porta oltre così mi scarico nel preservativo. "Mad." La chiamo e lei mi guarda appagata.
"Resto qui nel caso ti servisse aiuto." Mi dice premurosa. "Non dovrei cascare a terra, ma va bene." Le dico, lei mi prende il viso tra le mani e mi osserva accigliata. "Il tuo occhio, sta diventando bianco." Si è accorta che qualcosa non va. "Lo so, ci hanno tirato qualcosa. Ma più tardi ci guarderemo." Lei mi mette il broncio mentre io entro in doccia.

Sono io quello giustoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora