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Theo e Lily sono nella mia camera mentre io scendo in cucina da mia madre con il visto. "Mamma." La chiamo e lei mi guarda comprensiva mentre sta preparando da mangiare per un esercito. "Ho bisogno che mi firmi questo e che non mi chieda nulla. Per favore." Le chiedo mostrandole il visto.
Lei lo osserva e poi guarda me. "Asher è il lupo di Londra vero?" Domanda e io non rispondo. "Tuo padre è euforico perché hanno acciuffato il lupo e ora tu vuoi andare via. Immagino cercherete di liberarlo." Io non le confermo la sua teoria anche se giusta. Prende il foglio e firma. "Spero ti tratti come meriti e che non sia come tuo padre." Afferma seria. "Non lo è." Gli dico seria. "Metterò qualcosa nella cena, dormiranno come non mai, avrete un paio di ore non di più. Mi sta simpatico quel ragazzo." Afferma e io la ringrazio.
Metto via il visto dentro al mio passaporto, aggiungo qualche mio vestito dentro al borsone. "Andrai con Asher?" Domanda Lily e io annuisco, anche secondo lei è la soluzione migliore.

Dal mio cellulare osservo quanto crudele possa essere mio padre, non ha pietà verso un'essere che non gli ha fatto nulla, non lo ha attaccato. Una volta mi aveva detto Asher che lo avevano catturato i cacciatori da piccolo, se ha subito torture simili da bambino ci credo che non voglia che nessuno lo tocchi.
Le pugnalate che non gli ha dato e Asher sputa sangue, ho il terrore di non riuscire a portarlo al aeroporto.
Dopo una la cena sono tutti collassati sul pavimento o sul divano, sono tutti cacciatori. Prendo dalla tasca della giacca di mio padre le chiavi, saluto veloce mia madre e poi tutti e tre ci dirigiamo verso la porta dello scantinato.
Scendiamo le scale a chiocciola e la stanza che ci troviamo davanti è grade, Asher è appeso per le braccia e tiene il capo chino in avanti, il sangue gli cola. Mi avvicino e appena lo sfioro soltanto lui non si sposta, lo scrollo e finalmente alza la testa. Theo e Lily stanno provando le varie chiavi per liberarlo. "Asher." Lo chiamo, ma vedo il suo sguardo assente. 'Sono morto finalmente.' Commenta e io sono terrorizzata ora. "No Asher, io sono qui. Ce ne andremo presto." Gli dico, sembra riprendere lucidità e mi guarda stanco.
Lily riesce a liberargli una zampa e lui mi accarezza come se ancora non credesse che io sia qui.
'Dove andremo?' Mi domanda stanco. 'Andremo in America, sarai più al sicuro.' Gli dico mentre controllo l'orologio. 'Verrai con me?' Sapevo che non sarebbe andato, mia zia aveva pienamente ragione. 'Si verrò con te.' Lo rassicuro, vedere il suo pelo bruciacchiato e la coda senza ciuffi di pelo mi stringe il cuore in una morsa mai provata prima.
Anche Theo riesce a liberargli la zampa, pesa cavolo. Asher si tiene in piedi per miracolo. "Andiamo." Dico e lentamente lo portiamo al piano superiore.
Riesco a far vestire Asher che è tornato umano, è davvero conciato male.
"Andiamo, non possiamo dilungarci troppo." Affermo e lui annuisce. "Grazie ragazzi, ci si vede prossimamente." Si salutano e io saluto la mia migliore amica.
Il taxi è già fuori che ci aspetta, saliamo e Asher gli dice di andare dritto al aeroporto, niente soste.
"Sei venuta per me." Commenta e io gli stringo piano la mano, ho paura che sia rotta.

Asher

"Parla tu con la receptionist. San Francisco o Los Angeles quello che parte prima." Le dico e lei annuisce. Temo che se mi vedesse in faccia la tipa chiamerebbe la polizia e io sarei nei guai dato che sono conciato male, per fortuna la ferita al fianco ha smesso di sanguinare non ho detto nulla a lei per non farla preoccupare, intanto che parla controllo il panno ed è parecchio rosso.
"L'aereo per Los Angeles parte tra mezz'ora, ma dovrei sapere come mai volete partire così di punto in bianco." Chiede la tipa. "Perché il mio ragazzo ha finito prima gli esami e andrò a conoscere mio suocero, non l'ho mai visto." Devo ammettere che Mad è un'ottima attrice.
"Ok, quindi è una visita a parenti?" Chiede per conferma e Mad continua la farsa.
Per fortuna è stata brava, la tipa ci ha fatto i biglietti e ora stiamo andando a passo spedito verso il nostro gate.
Il body scanner è pulito e nessuno per fortuna mi ha chiesto nulla sui miei lividi. Quello stronzo del padre di Madison mi ha pure staccato un canino, ma per fortuna lei non sembra essersene accorta.
Saliamo sul aereo, mi sistemo come posso sul sedile senza imbrattare la maglia di sangue, non so quanto resisterò.
Mad mi guarda preoccupata, ho la spalla stirata e la mano rotta. Le sorrido debolmente e lei mi alza il labbro così da vedere che mi manca un dente. "Ti hanno pure tolto il canino?" Domanda, ma io le prendo la mano e la bacio delicatamente sul dorso. "Mi riprenderò."
Allaccio la cintura e solo quando le ruote si staccano dalla pista mi sento più tranquillo.
Sono state delle ore lunghe e massacranti quelle di oggi, il signor Brown non ci è andato per il sottile.
"Mio padre sta a Los Angeles. Questo è l'indirizzo. Se non sono in grado di reggermi portami lì e da nessun'altra parte." Le dico per poi darle l'indirizzo di casa di Aaron.

Per quasi tutto il tragitto aereo dormo, o meglio perdo i sensi, il sangue sembra fermarsi, ma mi serve aiuto. Non posso gravare su Mad perché lei ha già fatto tanto, spero che Aaron mi possa dare una mano.
Lentamente scendo dal aereo, faccio sempre più fatica a stare sulle gambe, mi butto sul sedile del taxi e lascio che Mad indichi al tassista la nostra meta, ha portato lei il borsone perché io non riuscivo a fare due passi dritto.
Sento che perdo i sensi a tratti, ho l'affanno e Mad sento che mi tocca appena, ha paura che io mi ritragga come ho sempre fatto.

Sono io quello giustoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora