16

42 1 0
                                    

Mi è dispiaciuto lasciare Peter in quella vecchia casa da solo, ma gli ho promesso che andrò a trovarlo presto anche senza Aaron, lui ha detto che mi racconterà la storia di famiglia. "Mi fa piacere che tu mi stia dando un'occasione." Afferma sollevato. Apro la porta di casa e Tobias compare in attesa di sapere le novità.
Lascio quei due a parlare mentre io vado in garage a guardare per bene il regalo che mi hanno fatto lo zio e Adele.
Osservo la Mt-07 nera opaca e devo dire che è veramente bella, mi ci metto in sella e la metto in moto, due sgasate in garage che rimbombano e poi la spengo.
"Ci fa piacere che ti sia piaciuta." Afferma Adele che mi ha raggiunto in garage, la ringrazio nuovamente e lei mi abbraccia, ricambio anche se titubante.
"Madison?" Domanda e io la guardo chiudendo gli occhi a fessura. "Le hai scritto o lei ha scritto a te?" Domanda più specifica. "No, non le ho scritto, mi hai detto di tenere giù le zampe. Se le scrivo poi si può illudere e non voglio di certo questo." Affermo e Adele conviene con me che non ho tutti i torti. "Con Aaron come va?" Ci sta andando piano. "Bene, posso imparare molto, ma lui non resterà qui in Inghilterra e io non voglio andare in America con lui. Mi sento più a casa con zio Tobias e te." Lei mi sorride. "Certo, mi piace averti qui. Un po' come il fratello più piccolo che non ho mai avuto e poi sei schietto ed è una qualità che mi piace." Afferma, torniamo in casa e troviamo i due ancora a parlare fitto fitto.

La cena è ricca quanto il pranzo, gli avanzi andavano più che bene come quando festeggiavo con mamma. Mi piace questa nuova vita che mi si è presentata anche se mi manca mamma. Avrei voluto che trovasse un uomo che la trattasse bene e la aiutasse con tutte quelle faccende che faceva da sola e che poi ho fatto io quando lei non ha più potuto.
Sto sorseggiando l'amaro con Tobias quando Aaron ci raggiunge, mio zio se la defila per stare un po' con Adele.
"C'è qualcuna che ti piace?" Domanda e io scuoto la testa. "No, mi intrattengo con molte ragazze, ma niente sentimenti." Spiego e lui non batte ciglio, dopotutto non sono così diverso da lui. "Ma non bevo mai oltre il mio limite così mi ricordo chi scopo e sopratutto mi ricordo se ho messo il profilattico." Puntualizzo e lui ridacchia. "Fai bene, di certo se non avessi bevuto così tanto quella notte forse mi ricorderei com'era Mina a letto. Ma non rimpiango di non averlo messo, ora non avrei te quindi non mi dispiace non essermi messo il profilattico, mi spiace non aver riconosciuto la paternità quando ti avevo sotto gli occhi. Mi spiace che Mina non mi abbia mai considerato degno di sapere di aver un figlio. Mi spiace essermi perso tante occasioni e momenti con te. Ma so che non tornerai in America con me e da una parte sono contento che Londra ti piaccia, ma mi dispiace non poter stare con te più tempo." Spiega. "Potresti trasferirti a Londra." Suggerisco. "Tu non vuoi essere toccato, io invece ho sviluppato un odio verso questa città. Mi hanno portato via la donna più importante della mia vita e puoi capirmi." Afferma ed effettivamente ha ragione, posso capirlo. "Con lo zio Tobias mi sento a casa." Ribadisco e lui conviene con me che stare con Adele in casa può farmi bene e sopratutto non sarei a casa da solo così spesso. "Parlare con una donna e avere un punto di vista diverso mi farà bene." Aaron mi squadra. "Secondo me c'è anche qualcuna per cui vuoi restare a Londra." Mi punzecchia e io mi stringo nelle spalle.

Le feste sono passate e Aaron ha accettato di restare qui fino alla befana, si sta sforzando per passare più tempo possibile con me. Abbiamo passeggiato spesso io e lui da soli per le strade di Londra, mi ha raccontato della nonna e mi ha portato sulla tomba che le hanno fatto.
Guardo su Instagram le storie dei miei amici, si stanno godendo le vacanze, ci siamo fatti gli auguri e mi hanno chiesto di mamma. Mi hanno fatto le condoglianze quando gli ho detto che mi aveva lasciato dopo nemmeno quarantotto ore dalla partenza, ma hanno capito perché non tornerò in America anche se Aaron prima o poi ci tornerà.
Sono stravaccato in camera ad ascoltare della musica quando sento mio zio chiamarmi dalla sala, per sua fortuna ho un buon udito.
Scendo svogliato perché non so da dove provenga tutta questa agitazione, entro in sala e sono tutti lì che attendono.
Tobias mi passa una busta, è una lettera da Cambridge e inizio ad essere agitato anche io, apro piano la busta e lentamente apro i fogli.
Ammesso a Cambridge non ci credo ancora a quello che vedo nei fogli. "Allora?" Domanda Aaron. "Mi hanno ammesso. Posso iniziare dopo le feste natalizie." Spiego e Tobias urla assieme anche ad Adele, Aaron mi passa lo spumante per festeggiare. Si erano proprio preparati per bene. "Complimenti Asher, anche Peter ne sarà contento." Mi spiega e poi stappo lo spumante.
Ancora non mi rendo bene conto della piega positiva che ha preso la mia vita, è vero che stare qui mi fa bene e spero di riuscire ad integrarmi bene nel college.
Adele mi ha già messo in guardia sulle reginette, che però la capa era al mio debutto e l'ho soddisfatta più che bene quindi con le ragazze non dovrei aver problemi.
"Sta sera lo andiamo a dire a Peter?" Domanda Aaron e io annuisco, mi fa piacere sgranchirmi le zampe, in questi giorni non sono riuscito ad uscire molto.
Dopo cena Aaron mi raggiunge in camera, il sole è calato già da un po'. Mi spoglio e poi mi trasformo, la specie di sabbia mi scorre come sempre addosso. Anche Aaron si trasforma, esce dalla finestra e mi fa strada verso il nonno.

Sono io quello giustoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora