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Chiudo la portiera della macchina, siamo nella campagna londinese e oggi tira un vento terribile. Alla fine abbiamo anticipato la gita dal nonno al pomeriggio di Natale, un po' perché questo pover uomo è sempre solo e non riceve molte visite.
Aaron apre una porta sul retro, abbiamo due casse piene di carne, la casa è molto antica si vede dai dipinti sui muri, ma purtroppo è lasciata un po' a se stessa.
"Chi va là?" Domanda una voce roca dal buio. "Papà sono io, sono Aaron. Sono venuto a portarti le provviste." Afferma Aaron e il vecchio però non si va vedere. "Chi è con te?" Si è accorto che ci sono anche io. "Lui è Asher. È mio figlio, tuo nipote." Spiega e sento l'uomo soffiare forte, i suoi passi nel buio sono lenti e incerti.
Quando si fa abbastanza avanti per poter essere visto vedo un uomo dal volto sfigurato, sembra cieco e una gamba è storta ciò gli provoca una zoppia. "Mio nipote?" Domanda incredulo. "Si, è stata una novità anche per me, ma è mio figlio." Spiega Aaron. "Vieni ragazzo, così che possa vederti." Mi avvicino lentamente finché non riesce a toccarmi, trasalisco mentre passa le sue mani sul mio volto. "Ti assomiglia molto, da quel che ricordo del tuo volto Aaron. Che lupo è?" Domanda. "Grosso e col pelo nero come lo avevi te papà." Afferma e sento il signore sospirare sereno. "Hai problemi ad essere toccato ragazzo?" Domanda il vecchio, gli sono bastati cinque minuti per capirlo. "Si, non sopporto che mi si tocchi. A sette anni mi hanno preso i cacciatori e mi hanno rotto le ossa con una spranga anche più volte al giorno." Spiego e Aaron mi guarda dispiaciuto. "I cacciatori mi hanno ridotto così, mi hanno reso cieco e storpio. Dobbiamo stare molto attenti ai cacciatori, ma non mi dispiacerebbe sgranchirmi le zampe."
Afferma e dopo poco davanti a me c'è un lupo abbastanza in forma, il pelo è di un nero sbiadito. Mi svesto veloce e mi trasformo a mia volta, il signore mi osserva attento, ma sta attento a non toccarmi.

Aaron ci raggiunge, è leggermente più piccolo di me come lupo, ha un pelo color sabbia sembra riuscire a comunicare con il vecchio, mi guardano in attesa. Vedo dagli occhi di Aaron che qualcosa non va, perché non li sento?
Provo a comunicare con loro in un qualche modo, ma niente non li capisco.
Indietreggio agitato, loro sembrano capirsi mentre io non sento nulla. Aaron torna umano, mi fa cenno di stare calmo. "Asher non ti agitare, non hai nulla che non vada." Prova a rassicurarmi, ma sono davvero agitato in questo momento e non sono mai stato bravo a tenere a bada l'agitazione. Penso a mamma di solito funzionava e invece questa volta niente. Penso alle mani di Mad in mezzo al mio pelo, alle nostre lingue mentre si intrecciano e lentamente riesco a riprendere il controllo. "Perché non ci hai detto di essere un alpha?" Mi domanda Aaron e io scuoto la testa. "Non lo sapevi?" Domanda e io mi stringo nelle spalle. "Mi dispiace, avrei dovuto aiutarti a capire tante cose e non ci sono stato invece. Ma sei un alpha Asher, io e tuo nonno non siamo alpha, ma essendo parenti ci possiamo capire. Devi morderci per creare un branco e così potremo capirci." Mi spiega, il nonno allunga un braccio e mi fa cenno di procedere.
Affondo lentamente le fauci nel suo braccio, ma lascio andare subito, ho paura di avergli fatto male, subito dopo tocca ad Aaron che torna lupo subito dopo averlo morso.
'Ora ci capisci Asher?' Domanda Aaron e io annuisco. 'Perché ti fermi quando ti agiti?' Domanda lord Evans. 'Non saprei, ho sempre avuto paura di far del male a mia madre. Lei non sapeva di questa parte di me.' Spiego in tono asciutto.

Il nonno avanza sicuro, comincia a toccarmi e a farmi agitare non poco. 'Quanto sei arrabbiato per quello che ti hanno fatto?' Domanda e io rispondo che sono molto arrabbiato. 'Non abbastanza a quanto vedo, sei o no un Evans?' Mi punzecchia. 'Sono un Reed, non un Evans.' Gli dico e il vecchio guarda suo figlio, Aaron abbassa lo sguardo. 'Se sei veramente figlio di Aaron devi essere un Evans. Non so cosa sia successo tra voi, ma non lascerò che mio nipote continui a rinnegare chi è.' Continua a provocarmi finché non mi schiaccia volutamente la coda e allora lo atterro arrabbiato, gli ringhio forte contro.
Sento fremere qualcosa dentro di me che vuole uscire, non capisco come questo influirà su di me e se poi non riuscissi a controllarmi? 'Non ti fermare ragazzo, senti ciò che sei e accettalo.' Mi sprona.
Ringhio più forte e iniziano a tremare le pareti, la polvere si solleva e alla fine cedo lascio andare ciò che sento dentro, un istinto più forte del solito e che mi lega al lupo come non mai.
Aaron e Peter mio nonno mi guardano a bocca aperta, non capisco. Mi guardo le zampe e vedo che una strana polvere nera mi gira attorno, controllo il resto del corpo e la polvere sembra scorra su tutto il mio pelo.
'Il lupo d'ombra.' Afferma Peter e io non so cosa voglia dire. 'Dici che sia veramente lui?' Domanda Aaron e Peter gli dice chiaro e tondo che è evidente che sono io il lupo d'ombra e sono anche l'ultimo alpha rimasto al momento.
'Non devono sapere che la leggenda è vera, il lupo d'ombra lo aveva predetto che un successore sarebbe arrivato.' Spiega Peter. 'Quanti anni fa lo aveva predetto?' Domando. 'Più o meno trecento anni fa.' Spiega e io strabuzzo gli occhi. 'Come poteva saperlo? E poi è vissuto più di trecento anni fa.' Sbraito. 'I lupi d'ombra sono lo strumento che ci ha dato madre luna per i periodi bui. Il tuo predecessore è morto per renderci liberi altrimenti sarebbe ancora vivo. I lupi d'ombra non invecchiano.' Mi spiega e io ancora non ci credo a queste ultime novità, ma la polvere che mi scorre sul pelo è un segno evidente.

Sono io quello giustoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora