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"Tu Asher che interessi hai?" Domanda l'assistente sociale e mi riscuote dai miei pensieri. Ho in testa Mad mentre geme e viene, non la sono ancora andato a trovare da quella sera, ma casa sua è troppo pericoloso ora che so che suo padre è un cacciatore.
"Al momento niente di definito, forse riprenderò a fare atletica come in America o forse farò altro. Non mi precludo nulla." Le rispondo diplomatico, Tobias e Adele stanno camminando sulle uova rotte lo si vede da lontano.
"Il calcio non è il tuo sport? Qui va molto." Afferma e io strizzo gli occhi. "Non saprei, è un gioco di squadra e non mi suscita un gran interesse. Meglio il baseball." Le dico onestamente e lei sorride per poi annotare qualcosa nel quaderno.
"Come mai sei qui da tuo zio?" Domanda e a tavola cala il silenzio. "È l'unico parente in vita che ho. È stato gentile a farmi restare qui con loro. Mia madre è morta qualche settimana fa." Spiego freddo e la tipa annota meticolosa, cazzo è davvero fastidioso essere così osservato e valutato.
"Ti piacerebbe più un fratellino o una sorellina?" Domanda continuando a valutarmi. "Non ho preferenze, sono sempre stato solo io in casa. Un maschietto sarebbe bello per poter condividere certe passioni, ma la femmina diventerebbe la principessa di casa." Le dico e lei annota pure questo. "Che rapporto hai con le donne Asher?" Questo è un colpo basso. "Normale. Insomma il rapporto che potrebbe avere un qualsiasi ragazzo con una ragazza." Spero di essere riuscito a divincolarmi. "E il tuo rapporto con i ragazzi?" Domanda, sospiro perché inizio ad innervosirmi. "Non ho commenti, me ne sto per conto mio e non cerco beghe." La vedo piegare il labbro e segnare sul quaderno. "Abbiamo verificato con i servizi sociali americani e ci hanno riferito di alcune risse." Mi sta provocando. "Si, ma deve metterle nel contesto. Ero in una scuola pubblica, nel ghetto e lì non c'è il genitore che ti protegge o la preside che fa il cazziatone. Se ti vedono debole sarai sempre un bersaglio." Le dico e lei segna accuratamente. "Comunque dopo quelle tre o quattro risse non ho più avuto problemi." Lei ammicca e continua a segnare.
"Che rapporto c'era con tua madre? Vedo che non si è mai sposata." Cosa sta insinuando? "Le volevo molto bene, era tutto ciò che potevo avere a cuore. Purtroppo quando sono diventato più grande e lei avrebbe potuto trovare un uomo si è ammalata e con una condanna a morte è difficile trovare un uomo che voglia vederti morire giorno dopo giorno. Perdere un pezzo alla volta lentamente." Lei segna e poi sorride debole. "Direi che abbiamo finito signori Reed, vi faremo sapere il prima possibile." Spiega mentre si riveste per uscire da casa.

"Sei andato benissimo." Afferma mio zio versando l'amaro nei bicchieri. Lo butto giù in un unico sorso e poi guardo la luna piena. "Ti da fastidio la luna?" Domanda e io scuoto la testa. "Sento come un richiamo, ma trasformandomi spesso non influisce così tanto su di me." Spiego e lui sorseggia piano il suo amaro, io me ne verso un altro bicchiere.
Mi allargo la cravatta che stringe al collo e butto giù un altro sorso. La prossima settimana sarà Natale e questo sarà il primo senza mia madre, non so come siano abituati a festeggiare mio zio e sua moglie.
"Allora con Madison come vanno le cose?" Domanda piano mio zio per non farsi sentire da Adele. "Diciamo che con lupo, mi chiama così, si è sciolta parecchio, ma la tengo comunque a distanza, non la illudo che possa esserci qualcosa." È come avevo detto e mio zio sospira piano. "Devi stare molto attento, i cacciatori londinesi non sono magnanimi e anche se non hai mai fatto del male a nessuno loro ti massacrano." Afferma preoccupato. "Non andrò di certo mai più a casa di Mad, non voglio di certo finire male." È un monito più a me stesso che un affermazione per mio zio. "Vedrai che ti troverai bene qui a Londra e tra non molto avremo qualche responso dai college." Mi ricorda e io roteo il poco liquido ambrato che è rimasto nel mio bicchiere.

Mi sveglio ancora incredulo che oggi sia Natale, un Natale senza mamma. Mi alzo e mi vesto pesante per uscire, ma non devo farmi sentire da mio zio quindi uscirò dalla finestra e salterò giù sperando non ci sia ancora nessuno.
Londra inizia a svegliarsi ora e nessuno è per strada così balzo giù e mi dirigo verso un posto che può ricordarmi mamma.

Tobias

Busso alla porta di Asher, ho una bella sorpresa per lui. Busso più volte, ma non risponde nessuno così provo ad aprire, non è chiusa a chiave e i miei sospetti sono fondati. Non è in camera, la finestra è spalancata però non ci sono i suoi vestiti e il giubbotto quindi non è uscito come lupo.
"Gli è piaciuto il regalo?" Domanda Adele e io sospiro. "Non so, non era in camera. Non penso sia scappato." Affermo e lei mi abbraccia per tenermi su di morale.
"È il suo primo Natale senza Mina, forse si è andato a fare una passeggiata per rinfrescare la mente." Suggerisce e io spero proprio sia così.
Suonano alla porta e mi precipito sperando sia Ash che rientra. Apro e mi trovo Aaron davanti, è visibilmente a disagio e si gratta la nuca. Anche Adele resta di sasso quando lo vede, lo invito ad entrare e lui lentamente varca la soglia guardingo.
"C'è Asher?" Domanda titubante. "Si e no. Non so dove sia andato stamattina, quando sono andato da lui per festeggiare non era in camera." Spiego al mio amico. "Forse aveva un po' di pensieri." Suggerisce anche lui, ma non conosce minimamente suo figlio. "Aspettate, forse so dove trovarlo." Affermo, mi metto veloce il cappotto ed esco di casa.
Arrivo alla sponda del Tamigi e lo vedo appoggiato al parapetto di sicurezza che guarda l'acqua scorrere. "Ti ho trovato." Affermo e lui si volta a guardarmi.

Sono io quello giustoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora