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"Forza ragazzine, non sarete mica stanchi?" Il coach è veramente esigente, non aveva sbagliato di molto Tobias. Mad oggi aveva la riabilitazione e io non potevo accompagnarla così è andata con Adele. Le sue gambe stanno migliorando e infatti sta facendo grandi progressi, merito anche della ginnastica notturna che le faccio fare, lascio che si avvinghi a me mentre la conduco al piacere.
"Reed non stai ascoltando." Mi lascia una palla, ma io l'afferro senza nemmeno rendermene conto, il vantaggio di avere dei riflessi fuori dal ordinario.
Nello spogliatoio la squadra ancora ci guarda stranita perché siamo riusciti subito ad entrare da titolari e non nelle riserve.
"Mia madre avrebbe piacere di averti come ospite a cena." Mi dice Theo e io lo fulmino con lo sguardo, vedo che ha spifferato a sua madre di me. "E dai, non potevo non dirlo a mia madre. È anni che aspetta il ritorno dei lupi. Se volevo venderti ai cacciatori lo avrei già fatto." Bisbiglia e io alzo gli occhi al cielo. "Va bene, ma se è una trappola ve ne pentirete." Alza le mani al cielo e poi esulta piano.
Mio nonno ha detto che posso fidarmi della famiglia di Theo, la congrega Flemming ha aiutato spesso mio nonno per nascondersi ai cacciatori.
"Mi vieni dietro con la moto?" Domanda e io annuisco, lo seguo verso i parcheggi è noto che si stanno allungando le ore di luce.
Theo è con una macchina piccola, ma con un bel carattere. La Toyota non mi dispiace come macchina, piccola e cattiva quanto basta.
Guido fino ad un quartiere residenziale non malaccio, case uguali nel tipico stile inglese. Theo mi indica dove parcheggiare la moto e così eseguo per poi seguirlo dentro casa.
"Mamma sono tornato, sono riuscito a convincerlo." Urla e dopo poco una signora minuta e robusta compare nel salotto. "Lui è Asher, il mio compagno di squadra a baseball. Lei è mia madre Penny." Ci presenta e la signora si avvicina veloce, troppo, quando apre le braccia capisco cosa voglia fare e così io faccio qualche passo indietro. Era un po' che quei ricordi non riaffondavano così prepotenti, ma lei vedendo il mio sguardo si ferma. "Mi scusi, ma non sopporto il contatto fisico. Sono Asher Reed." Le allungo la mano e lei ricambia, avverto la stessa scossa avuta con suo figlio.
"Wow, avere un lupo ospite a casa mia è un onore dopo tutto questo tempo." Afferma e io mi stringo nelle spalle, non mi sento troppo a mio agio così sotto lo sguardo di tutti.
"Lui è mio padre Carl." Stringo la mano al signore e mi presento, per fortuna Theo non ha sorelle o fratelli.
Sediamo a tavola, la signora Flemming si è davvero impegnata per preparare la cena. "Sai Asher, ho cercato nei vecchi registri della nostra congrega e non ho trovato una discendenza Reed, possibile che tu abbia un'altra discendenza?" Ha fatto ricerche la signora ed è anche molto diretta. "Reed è il cognome di mia madre, la mia discendenza da lupo è Evans." Lei sgrana gli occhi e così anche il marito si blocca. "Evans? Cioè tu discendi da lord Evans?" Chiede per conferma. "Si, colui che ha combinato il casino per cui sono nato è il figlio di lord Evans." Confermo e lei annuisce cauta. "Bhe è tuo padre in breve." Afferma Theo. "No, è solo un cazzo di donatore di sperma, nulla di più. Non c'è mai stato e di sicuro non ho bisogno di lui ora." Sentendo la mia risposta nessuno osa ribattere.
"Tua madre invece è anche lei un lupo?" La signora è davvero curiosa. "No, mia madre non lo era. Non ha mai saputo che io fossi un lupo. È morta poco prima di Natale e solo poco prima di morire mi ha detto chi fosse mio padre." Spiego e vedo che si raggela. "Bhe, sembri molto legato a lei." Commenta cercando di riscaldare l'atmosfera. "Si, lei era mia madre e mio padre assieme. Era molto malata da tempo e già da un po' mi ero rassegnato alla sua perdita." Concludo.
"Bhe, se hai bisogno per qualsiasi cosa ragazzo." Si propone Carl. "Con mio zio Tobias e sua moglie Adele mi trovo molto bene." Li rassicuro.
"So che è da sfacciati, ma potremmo vedere il lupo. L'ultima volta ero una bambina." Afferma Penny, si diciamo che è abbastanza diretta nel dire ciò che pensa. "Ok, c'è una stanza in cui posso cambiarmi?" Domando e lei mi indica la cucina, così mi alzo e vado dritto in quella stanza.
Torno in sala con la pelliccia addosso, la vedo aprire la bocca incredula, si alza e mi gira qualche volta attorno. "Un gran bel lupo, immagino che le lupe ti si buttino addosso." Commenta, mi risiedo a tavola, tenere le posate con le dita più grandi e pelose non è facile.
"Puoi mangiare con le mani se ti è più comodo." Afferma Penny e infatti mangiare il polpettone con le zampe è più comodo.
Aiuto a sparecchiare, è un po' che non lo faccio, ma era un'abitudine per me prima.
Penny mi allunga il braccio, la guardo senza capire. "Ne sarei onorata." Afferma e io invece alzo le mani, scuoto la testa. "Non hai un branco?" Domanda e io indietreggio, è già troppo che sono qui, scuoto la testa. "Come non lo hai? Sei un alpha e non hai un branco? Sei l'unica speranza che i lupi tornino al Londra." Afferma dispiaciuta, mi sento fin troppo pressato. Guardo la finestra che potrebbe essere la mia via di fuga, lei si avvicina col braccio teso, le ringhio piano contro e poi mi fiondo verso la finestra. "Asher." La sento chiamarmi, ma sono già lontano, sto già correndo sui tetti per trovare un posto sicuro.
Mi ritrovo alla tenuta Evans, entro silenzioso dentro la casa malmessa, per stanotte mi rintanerò qui. "Chi va là?" Domanda Peter. 'Sono io Peter, sono solo.' Spiego cercando di riprendere fiato. 'Tu cerchi di trattenerti troppo Ash. La paura di essere preso di nuovo ti lega e non ti sentì libero di essere ciò che sei. Hai odore di strega addosso.' Commenta. 'Si ero dai Flemming, ma quando la signora mi si è avvicinata a braccio teso pensando che l'avrei presa nel mio branco mi sono sentito in gabbia e così sono scappato via.' Spiego per poi sedermi in un angolo della stanza.

Sono io quello giustoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora