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Mi trasformo, sento che ne ho bisogno e la polvere scorre veloce attorno a me, sento bruciare l'occhio, ma non emetto nessun suono, Mad non si deve allarmare, ne ha già passate tante nelle ultime ventiquattro ore.
Sento bruciare anche in bocca, ovunque quella cazzo di polvere si ammucchi.
Resto fermo sotto al getto d'acqua perché me lo sento che se mi muovessi potrei cascare di nuovo a terra.
Dopo non so quanto il dolore svanisce, mi sento un po' meglio, ma sono affamato, molto affamato.
Esco dalla doccia con passi incerti, Mad mi osserva rapita, le piace vedermi lupo e non lo nasconde. Ha mollato tutto per venire qui con me, suo padre potrebbe anche non volerla più a casa, rischia di perdere tutto per me. Ha solo me ora e non voglio deluderla.
'Come vai?' Domanda così da distogliermi dai pensieri. 'Va meglio.' Le dico. 'Ma ho una gran fame.' Avviso e lei sorride, penso sia un buon segno se ho fame.
Torno umano e lei si avvicina a passo svelto, controlla il mio occhio e quando mi volto verso il vetro noto che è rimasto dello stesso color ghiaccio di quando sono lupo. Controllo anche il canino e ora dove c'era il buco c'è un dente dal colore nero opaco con dei riflessi brillanti. "Che cosa è successo sotto la doccia?" Domanda. "Non so, mi sono trasformato, ne sentivo il bisogno e poi la polvere, la solita che mi circonda ha iniziato ad accumularsi, briciava, ma poi è sparito il dolore." Le spiego. "Penso che sia un modo per autorigenerarti o qualcosa di simile." Afferma e in effetti potrebbe avere ragione.
Mad mi passa una collana, era quella di mia madre, dentro c'è una foto sua con me in braccio. Ancora mi suona strano pensare che Mad sia la mia ragazza, lei fissa la foto in silenzio.

Scendiamo per la cena, è un profumo strano, ma invitante quello che viene dalla cucina. Resto sulla soglia perché vedo Aaron e Vinc che stanno avendo un loro momento di intimità, certo che Aaron dopo essersi scopato non so mai quante donne si è scoperto gay.
"Siete scesi ragazzi, non vi abbiamo sentito." Afferma Vinc, Aaron è a disagio ed è molto visibile.
Madison sgambetta veloce fino ai fornelli e inizia a parlare interessata con Vinc, Aaron invece si avvicina a me.
"Te lo avrei detto Asher, ma non sapevo come o quando. Insomma sono consapevole che mi odi." Lo fermo. "Non ti odio, odio come hai trattato mamma quando ero piccolo. Da quanto siete sposati?" Domando pacato. "Da cinque anni, non ho scusanti per come ho trattato Mina, ero una testa di cazzo e non lo nego, non mi sono accorto che eri mio figlio e ancora non me ne capacito di come mi sia sfuggito." Spiega. "Però penso che a tua madre avrebbe fatto piacere se noi riuscissimo ad andare d'accordo non partirei pretendendo chissà quale rapporto. Giusto andare d'accordo, non scannarci a vicenda su errori del passato." Propone io annuisco.
"La polvere ha sistemato alcune ferite. L'occhio e il dente sopratutto." Gli dico e Aaron controlla bene. "Ti ha come riparato. L'occhio penso rimarrà sempre di quel colore, come quando sei lupo." Spiega e io mi stringo nelle spalle.
"A tavola che è pronto." Afferma Vinc, Mad si siede accanto a me e da quel che vedo ha preparato il ramen il marito di Aaron.
È gustoso lo devo ammettere, sembra essere un bravo cuoco. Peccato che la mia fame sia incontenibile e penso di essermene mangiato quarto porzioni abbondanti.

La mattina dopo mi alzo abbastanza presto, Mad sta dormendo e non la sveglio, lentamente scendo le scale ed entro in cucina. Aaron deve andare in ufficio assolutamente mentre Vinc starà con noi anche oggi. "Siete proprio uguali." Afferma mentre osserva me e suo marito che mangiano il latte coi cereali.
"Dopotutto non ci sono dubbi su chi sia il padre così." Ridacchiano assieme quei due. "Ho avvisato io Tobias che siete arrivati sani e salvi qua a casa. Mi ha detto che i cacciatori vi stanno cercando per tutta Londra e dintorni. Devi essere pronto e in forma se volete tornare a Londra alla fine delle vacanze." Annuisco, ne sono consapevole che mi mireranno e sopratutto non ci penseranno due volte a farmi fuori nel caso fossi una minaccia.
Aaron è uscito e così io e Vinc restiamo soli in cucina.
"Tuo padre è molto giù." Mi dice serio. "Temeva non saresti mai venuto qua da lui." Afferma mentre ripone le tazze pulite. "Non lo conosco, non conosco nemmeno te in effetti. Non puoi pretendere che io non sia diffidente. Nella vita ho avuto diversi schiaffi. Io ricordo molto bene come stava mia madre, ricordo bene ciò che ho fatto per sopravvivere." Dico serio e Vinc resta in silenzio.
"Di Madison ti fidi?" Domanda e io sospiro. "Si, ma mi spaventa questa fiducia. Sapere che lei può rendermi la vita meravigliosa o un incubo con solo qualche parola." Ammetto. "La ami ed è inevitabile che tu voglia fidarti di lei. Perché per quanti momenti brutti passerete quelli belli saranno sempre meglio." Mi dice. "Purtroppo ho imparato molto presto quanto possano essere opportuniste o cattive le persone." Spiego. "Allora spero che in questo tempo che rimarrai qui potremmo conoscerci meglio e magari potresti anche fidarti di me e di tuo padre. Perché per quanto tu possa chiamarlo per nome resta comunque tuo padre." Afferma.
"E se fossi veramente l'ultimo assieme ad Aaron e Peter?" Domando, Vinc si volta e sospira. "È un grosso peso ragazzo, effettivamente può essere così, non abbiamo mai incontrato altri come voi in questi anni." Risponde serio. "Potresti provare a chiamarli?!" Afferma, ma è anche una domanda, lo guardo senza capire. "Insomma tu sei il lupo d'ombra, sei colui che riunirà i lupi nei tempi bui e penso che i lupi risponderanno. Il tuo ululato penso abbia qualcosa di speciale." Afferma, le scale cigolano e mi giro. Mad entra in cucina silenziosa, è ancora assonnata, si siede sulle mie gambe e io la abbraccio lasciandole però il posto per fare colazione.
"Di cosa stavate parlando?" Domanda. "Del fatto che secondo me Asher dovrebbe provare a chiamare tutti i lupi. Quelli che sono rimasti verranno." Afferma Vinc e Mad resta in silenzio.

Sono io quello giustoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora