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Bussano alla porta e quando apro vedo Madison infreddolita sulla sedia a rotelle, suo padre la spinge dentro, Adele mi ha detto che hanno accettato un lavoro all'estero e la figlia resterà sola con noi per capodanno e forse anche per la befana. "Aspettiamo che arrivi anche Tobias e il suo amico per portarla di sopra?" Suo padre sembra volersene andare il più velocemente possibile, sbuffo e mi avvicino a Mad.
La prendo in braccio e la sollevo senza sforzo. "Chiuda la carrozzina e la metta dove dice Adele, io porto Madison in camera." Avviso, la ragazzina non incrocia il mio sguardo, ma sento che il suo battito è accelerato.
Le sue dita si posano delicate sul mio petto e i ricordi brutti minacciano di farsi strada nella mia mente, serro la mascella e continuo a camminare.
Deposito Madison sul suo letto così che possa riposarsi. "Hai fegato a tenere testa a mio padre." Commenta mentre la copro con la coperta. "Non mi fa certo paura il signor Brown." Le confesso ridacchiando e vedo un mezzo sorriso sul suo volto.
"Se hai qualche problema premi il bottone e arriverà qualcuno." Le dico per poi lasciarla riposare perché stanotte farà di certo le ore piccole con lupo.
Finito il pranzo mi alzo, ma Adele mi ferma e mi indica il vassoio per Madison. "Devo proprio?" Domando e lei mi fulmina con lo sguardo, deve andare a prendere Benjamin assieme a mio zio oggi e così dovrò occuparmi io di Mad mentre loro sono fuori.
Salgo piano le scale, quando sono davanti alla porta sento i singhiozzi di Madison, busso e poi entro. Vedo che si asciuga veloce le lacrime, ma gli occhi restano comunque rossi.
Chiudo la porta e lentamente mi avvicino a lei, vedo che si sforza di mettersi addossata alla testata del letto, ma non ci riesce così la sollevo io senza sforzo. "Grazie." Dice piano. "Hai tutto il diritto di essere arrabbiata e piangere." Le dico e lei tira su col naso.
Mi siedo a bordo del letto e le passo il piatto con il cibo dentro lei mangia con appetito almeno ed è piacevole guardarla mangiare.
"Mi tieni un po' di compagnia?" Domanda. "Se vuoi si, non ho molto altro da fare oggi." Affermo con il mio solito tono beffardo. "Nessuna gallina da scopare?" Domanda acida. "Ho già fatto e per un po' sarò a posto." Le dico malizioso, la vedo fermarsi con la forchetta a mezz'aria, sbuffa e poi riprende a mangiare.
"Lo so che ti piacerebbe essere ben scopata anche te, ma devi mantenere l'apparenza di figa di legno quindi non te lo propongo nemmeno." Affermo e la vedo arrossire, probabilmente sta pensando a come è venuta con lupo.
"Ma per piacere, mi disgusterebbe andare a letto con uno come te." Afferma acida. "Uno come me? Perché come sono?" Domando sapendo già la sua risposta. "Uno stronzo, che usa le ragazze solo per il proprio divertimento. Non mi meraviglierei se avessi figli in giro di cui non ti fregherebbe nulla." Insinua e questo è davvero un colpo basso, è ciò che è stato fatto a me e io non lo farei mai a nessuna. Mi alzo brusco. "Goditi la solitudine figa di legno. Per la cronaca non ho figli in giro, metto sempre il profilattico." Esco sbattendo la porta, prendo il giubbotto ed esco fuori di casa perché ho bisogno di schiarirmi i pensieri.

Madison

Perfetto, ho fatto incazzare l'unico che qui in casa mi può dare una mano. Possibile che sia così insopportabile, non mi sembra di averlo offeso pesantemente.
Rimetto a posto il piatto e a fatica prendo quello con la carne dentro, mangio in silenzio da sola.
Finalmente sento aprirsi la porta e chiamo Asher un paio di volte, ma quando la porta si apre vedo mia zia Adele con Benjamin in braccio, dietro c'è Tobias e poi il suo amico Aaron. "Asher?" Domanda Tobias. "L'ho fatto arrabbiare e così è uscito, fammi vedere il piccoletto." Subito mia zia che si avvicina piano. "Vado a cercare Asher." Afferma Aaron e poi si dilegua, non so cosa lega Tobias e Aaron, ma prima o poi lo scoprirò.
"Come hai fatto a far arrabbiare Asher?" Mi domanda lo zio. "Gli ho detto che è un don giovanni e che probabilmente avrà dei figli in giro di cui non sa nulla dato che scopa con tutte." Spiego. "No Madison." Afferma mia zia e Tobias stringe le labbra, li guardo senza capire. "Aaron è il padre di Asher e tu hai accusato lui di essere esattamente come il padre. Aaron e mia sorella hanno fatto sesso da ubriachi, lui non se lo ricorda nemmeno. Asher tollera appena Aaron e di certo odia che lo si paragoni così al padre." Spiega Tobias e solo allora mi rendo conto di averlo offeso in modo personale. "Quindi è cresciuto con il patrigno?" Domando. "No, Asher è cresciuto con solo Mina sua madre. Aaron non c'è mai stato e non c'erano altri uomini nella vita di mia sorella. Si sono trovati solo quando Mina è morta purtroppo, voleva quasi portarsi questo segreto nella tomba." Mi spiega, ma ancora non capisco perché usa le ragazze così. "Asher non si fida di nessuno, l'unica di cui si fidava era sua madre. Non vuole stare male e tenendo tutti a distanza pensa di riuscire a non soffrire, per questo non sta mai con nessuna." Non avevo ragionato su queste possibilità, all'apparenza sembra un ragazzo come tanti altri e io l'ho giudicato subito. Sono diventata come le galline che tanto detesto, ti etichettano subito e io ho fatto così con lui.

Sento la voce di Asher nel corridoio così lo chiamo, lo chiamo più volte e ancora non si fa vedere così continuo a chiamarlo.
"Che vuoi?" Domanda scocciato è nei suoi occhi leggo la freddezza fatta a persona. "Volevo chiederti scusa. Non volevo offenderti oggi." Dico piano e lui annuisce per poi girarsi. "Aspetta, mi dispiace davvero. Non sapevo che tu fossi cresciuto da solo." Spiego e lo vedo arrabbiato quanto prima. "Bene, qualcuno ti ha spifferato del povero Asher. Nato da una scopata tra ubriachi. Non ho bisogno della tua compassione." Ringhia frustrato. "Non è compassione Asher. Ho bisogno che mi perdoni perché ho fatto esattamente quello che fanno le ragazze inn che non sopporto." Affermo e lui sembra rilassarsi.

Sono io quello giustoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora