34

36 0 0
                                    

"Dai vieni, andiamo." Affermo per poi sollevarla, usciamo silenziosi dal bagno e mi si avventuro su per le scale fino al ultimo piano, sopra c'è il tetto piatto della scuola.
"Non possiamo andare là." Bisbiglia piano contro il mio petto, ma io faccio sempre come voglio e così usciamo sul tetto della scuola.
La vista è molto bella sui tetti delle case di Londra, ricorda molto il film Mary Poppins, chissà se c'è veramente viale dei ciliegi. "Non devi piangere per degli stronzi come me, come dici te, arriverà il tuo tipo giusto." Sento il suo cuore battere pesante e ad un ritmo attanagliato. "Quindi non ci sarà più nessun contatto tra me e te?" Domando titubante. "Io però voglio scopare Mad, anche se non sarà oggi o domani perché ci arriveremo con calma quello è ciò che voglio. Voglio sentirti stretta attorno a me, calda e pronta ad accogliermi." Lo vedo che lei mie parole esplicite la fanno arrossire.
La adagio sul bordo, la faccio sporgere verso il vuoto. "Tranquilla ti tengo." La rassicuro e vedo che si fida sporgendosi un altro po', il venticello ci sferza appena e la bella giornata di sole è un toccasana.
Suona la campanella e ovviamente faccio fare una specie di buco a Mad, la riporterò giù all'uscita.
Mi siedo sul telo catramato e deposito Mad sulle mie gambe, le scosto i capelli dal collo mettendoglieli da un lato.
La sua schiena è addossata al mio petto e così ho libero accesso al suo collo, mi avvicino piano, le bacio la pelle chiara e delicata. Con poco potrei lasciare dei segni inequivocabili su questa pelle, nessuno oserebbe chiedere, ma tutti saprebbero che sotto alla facciata da verginella santa c'è una ragazzaccia vogliosa.
Le prendo il lobo tra i denti e la sento sussultare, è pronta, la immagino già bagnata ed eccitata che mi aspetta. Sarà davvero una goduria quando finalmente si lascerà andare con me.
Posa la nuca sulla mia spalla, è completamente mia in questo momento, intrufolo la mano sotto alla sua camicetta, l'uniforme le dona e mette in risalto il suo corpo, non come i maglioni che porta a casa. "Ash." Ansima già solo così, sento il cazzo pulsarmi minaccioso dentro ai boxer.
"Mad, senti come mi ecciti." Le dico per poi farle posare la mano sulla mia patta gonfia.
"Slacciami i pantaloni e prendilo in mano. Sai già cosa fare." Le dico voglioso, senza alcun pudore metto le mani dentro la sua gonna, trovo le sue mutandine bagnate.
Le scosto l'intimo e senza farla implorare le infilo un dito dentro, è calda e il pensiero di infilarle dentro il mio cazzo mi manda in subbuglio. Le sue manine riescono a tirare fuori il mio cazzo dai boxer e così comincia a muovere le manine su e giù. "Fammi venire, so che sai essere trasgressiva." La incito per poi morderle l'orecchio.
La sento venire, trema e gli spasmi del piacere le donano. Dopo poco la scosto così da venire senza sporcarla, mi guarda curiosa.
"Se scopassimo e tu prendessi la pillola potrei venirti dentro, potremmo farlo senza preservativo e cazzo quanto sarebbe eccitante." Le metto il dubbio, ma lei mi guarda con gli occhi a fessura.
"Oggi pomeriggio ho il primo allenamento di baseball, so che Lily di solito torna con te dato che non abita tanto lontano. E dato che siete in macchina con me dovrete sopportare i miei orari." L'avviso e lei mi guarda sorridente, è appagata ed è bellissima.
La riporto nei bagni senza farci vedere, non voglio rischiare una strigliata proprio il primo giorno.
Mad allunga le mani e per un momento ho temuto su dove mi volesse toccare, invece mi ha solo sistemato la cravatta.
"Ci vediamo dopo." La saluto e lei annuisce, per fortuna c'è il cambio dell'ora e così io posso sparire nella marea di persone e anche Mad può tornare in classe tranquilla.

Finalmente quella noia del prof di filosofia moderna ha finito, mi dirigo verso il campo sul retro del college, chissà com'è il coach. Tobias ha detto che una volta era un gran giocatore, ma che poi per via di un infortunio è diventato allenatore.
"Tu sei Reed?" Domanda con voce roca. "Si, sono io coach." Affermo, mi squadra e poi mi indica dove andare per cambiarmi.
L'uniforme da baseball per gli allenamenti è già nel armadietto, i ragazzi che sono nella squadra ci stanno squadrando a me e altri due che probabilmente sono stati reclutati. "Non ci far caso, noi per loro potremmo essere una minaccia. Io sono Theo." Si presenta un ragazzetto non troppo alto accanto a me. Gli stringo educatamente la mano ed entrambi avvertiamo una scossa, come un presentimento.
"Tu sei un l." Lo fermo. "Non qui." Affermo serio e lui annuisce, temo possa rivelare il mio segreto ad altri.
Usciamo nei tunnel sul retro, provo ad aprire qualche porta e poi finalmente una delle stanzette si apre, è l'infermeria, ma andrà bene. "Tu sei il nuovo lupo di Londra?" Domanda e io mi stringo nelle spalle. "Io sono un mago o uno stregone, in sostanza vogliono indicare la stessa cosa. Cavolo, quando lo saprà la mia congrega." Mi esce un ringhio minaccioso. "Nessuno deve sapere di me, è già troppo che lo sappia tu." Taglio corto. "Ma noi siamo contenti che sia tornato un lupo. I cacciatori non fanno che parlare che si aggiri la notte sui tetti." Cazzo, i cacciatori sono già in allarme. "Non deve uscire da questa stanza questo segreto. Ho già avuto abbastanza problemi coi cacciatori." Gli dico e lui annuisce. "Andiamo a far vedere al coach che siamo meglio di quelle fighette." Afferma e così lo seguo verso il campo da allenamento, gli altri si stanno già allenando con esercizi di riscaldamento.
"Voi due siete le matricole, vediamo cosa sapere fare." Il coach sembra uno tosto così a primo sguardo, non deve essere stato facile veder sfumare una brillante carriera.
"Reed alla battuta, Flemming all base uno." Urla con gran voce, la squadra si mette in posizione e io mi concentro sul lanciatore, lo vedo come guarda i suoi compagni, è convinto che non prenderò la sua palla.

Sono io quello giustoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora