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Guardo il soffitto mentre Mad dorme addossata a me, le sue manine sono posate sul mio petto, è strano dato che l'unica che poteva toccarmi prima era mia madre.
Le scosto una ciocca ribelle dal viso, mi piace il suo viso innocente, ma non lo sarà a lungo e spero che una volta scoperto chi è veramente non cambi e diventi come le galline. Sono un po' geloso di Mad se devo essere sincero, mi piace che si lasci andare solo con me.
Si stiracchia assonnata, è notte fonda, ma lo vedo bene che ha aperto gli occhi e così mi concedo di trovare di nuovo le sue labbra. La sento svegliarsi velocemente tanto quanto il mio sesso che pulsa già contro la pelle della sua coscia nuda. La farò mia e lei sarà completamente mia tra non molto tempo.
La sua lingua è giocosa con la mia e la sua mano mi prende sicura, sta prendendo il comando poco alla volta e mi piace che sia lei a comandare, a condurmi dove vuole lei.
Affondo due dita dentro la sua intimità e lei inarca la schiena facendo uscire dalla sua bocca dei gemiti di piacere, è fantastico vederla in preda alla goduria.

Mi sveglio riposato come succede ormai da qualche giorno, dormire senza incubi è davvero piacevole. Era ormai un lontano ricordo il riposo assoluto, mi alzo senza svegliare Mad e osservo Londra dalla finestra della sua camera, non che abbia una vista diversa dalla mia, ma avere il suo profumo attorno mi piace.
Stamattina dobbiamo essere alla piscina per la riabilitazione e poi in quella palestra dove quel Gary mi fa gli occhi dolci.
Scendo per preparare la colazione e Adele è semplicemente distrutta, probabilmente Benjamin le ha fatto fare le ore piccole, mio zio invece sembra leggermente più riposato.
"Pensi tu a Madison oggi?" Domanda Adele per poi sbadigliare. "Si, anche perché io e la signora Giurghens abbiamo un conto in sospeso. Gli servo io per la riabilitazione." Spiego e lei mi ringrazia in silenzio perché così potrà sonnecchiare tutta la mattina.

Parcheggio fuori dalla piscina, vedo che Mad è nervosa. Avrei un ottimo modo in cui farla rilassare, ma non mi permetterebbe mai di farla venire così in pubblico, dentro una macchina.
La fisioterapista ci sta già aspettando e mi fa cenno di sbrigarmi ad entrare in acqua. Scendo veloce per la rampa e aspetto che Mad sia accompagnata con la carrozzina adatta.
Quando è quasi completamente immersa mi avvicino e la sollevo.
"Pensa di ballare in una bellissima sala con un bel vestito, balla con me Mad." Le sussurro al orecchio mentre lei si sforza di muovere le gambe. "Pensa a come ti terrei stretta a me, a come ti strapperei via quel bel vestito." La mia voce è carica di malizia e la sento ispirare profondamente. "Come ti farei gemere trovando subito il tuo clitoride per poi succhiarlo forte." Stringe le gambe, ma poi si rilassa e finalmente inizia ad eseguire l'esercizio con impegno.
Le sue gambe si muovono di più, merito anche della fisioterapia che le faccio io a casa, i suoi muscoli guizzano sotto al piacere che le do.
Sembra veramente un ballo quello che stiamo facendo, volteggiamo leggeri nell'acqua.
"Bene, state andando molto bene. Tu Asher falla muovere di più, vediamo fin dove si può spingere per capire quanto è migliorata." Mi spiega e così eseguo.
Mi allontano non di troppo così da poterla ancora reggere nel caso non riesca a stare a galla, la guardo fiducioso mentre lei si concentra per riuscire a muoversi verso di me.
"Ottimo, sta migliorando, molto bene." La rassicura la tipa e mi sento felice per Mad.

"Adele mi ha scritto che è meglio se non torniamo a casa, hanno un'ispezione e temono io possa dire qualcosa di sbagliato o possa vedersi quanto siamo intimi." Mi legge il messaggio ad alta voce e così prendo la direzione verso la campagna, voglio prendere aria fresca e farà bene anche a lei.
"Dove stiamo andando?" Domanda preoccupata, io sorrido e la rassicuro che le piacerà dove la sto portando, non saprei dirle il nome perché non lo ricordo.
Parcheggio non lontano a casa di mio nonno Peter e lentamente sollevo Mad dal sedile. "Andiamo a farci una passeggiata. Qui vicino mi hanno detto che c'è un bel fiume." Le dico e lei si tranquillizza, si regge al mio collo come se dovessi lasciarla andare da un momento all'altro.
Arrivati al fiume la deposito non troppo distante dalla riva, mi stendo accanto a lei godendomi le poche ore di temperature mite della giornata.
"Pensi mai a tua madre? A dove è adesso e se ti guarda da lassù?" Domanda di punto in bianco rompendo il silenzio. Non che io sentissi veramente il silenzio dato che invece sento le ranocchie nell'altra sponda del fiume, gli uccelli che volano di ramo in ramo e qualche altro animaletto. "Non spesso, solo in alcuni momenti mi chiedo più che altro se fosse veramente soddisfatta della sua vita, non credo ad una vita dopo la morte quindi non mi domando dove sia. Penso che una volta morti sia finita, buio e non sentì più nulla, non hai più memoria di nulla." Le spiego e lei soppesa le mie parole, si prepara la risposta potrei giurare di veder girare le rotelle nel suo cervello.
"Tuo padre Aaron sembra uno a posto, non penso tu sia come lui. Preciso dato che l'ultima volta ti sei arrabbiato non poco." Afferma cambiando discorso. "Sono cresciuto senza di lui, per quanto possa sforzarsi di voler far parte della mia vita non sarà mai come un padre, forse un amico, ma non mi aspetto nulla. Insomma prima che mia madre si ammalasse non ce la passavamo male, lei era tutto il mio mondo e non sentivo il bisogno di avere per forza un padre. Certo alle volte mi chiedevo chi fosse e se mi avesse abbandonato volontariamente." Le spiego, la vedo attenta al discorso.
"Ti invece con tuo padre?" Le domando così da sondare quanto lui la coinvolga nell'attività di caccia.

Sono io quello giustoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora