Capitolo III

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La Città Eterna

Marco era davanti alla porta della dimora della sua famiglia , una villa vicino al circo massimo.
Picchio forte contro la porta e gli apri una donna avanti negli anni ma ancora bella e affascinante.
《Marco! Come sei cresciuto! Il mio piccolino mi sei mancato!》
La madre , che era alta dieci centimetri in meno di Marco lo cinse ai fianchi , costringendo il figlio a ricambiare l'abbraccio.
《Madre , non sono più un bambino . Te l'ho già detto molte volte》disse Marco.
La madre , staccandosi da lui domandò《Marco , tuo padre sa che sei tornato?》 《No.》Rispose Marco. 《Ho improvvisato.》
La madre Chiamò una serva 《Maria ! Vai a chiamare Leontis! Digli che suo figlio è tornato.》Il ragazzo si affrettò a fermare la serva 《Non serve , posso andare io da lui. Dov'è mio padre?》《In giardino signore.》 Rispose la serva.

Marco attraversò un lungo corridoio che lo portava al giardino. Vide il padre seduto su una panca di marmo bianco mentre scrutava delle mappe dell'impero.
《Padre!》 Lo chiamo Leontis. Il vecchio si voltò. I capelli brizzolati erano scompigliati dall'aria fresca che scorreva in giardino. Il padre era alto ma oramai non più tanto in forma , ma un po in sovrappeso. Indossava un drappo bianco , tipico dei senatori e dei sandali nuovi , puliti , a dimostrare che era nobile e camminava solo sulla pietra.
Il giardino era un terrazzamento su una collina che dava sul Colosseo.
Marco rimase senza fiato nel rivederlo.
《Marco figlio mio!》 Esclamò il padre 《Che fine avevi fatto? Ahah era ormai un mese che non ti facevi sentire》
Marco notò che effettivamente dalla sua partenza da Mediolanum non aveva più spedito lettere ai suoi cari.
《Padre , il generale Massimo ha arruolato gli uomini della mia caserma nella nuova legione , quella che scaccierá Pompeo dalle nostre terre. Proprio un mese fa siamo partiti e ora ci siamo fermati a Roma per una breve pausa. Il giorno di Marte dovremo ripartire.》 Spiegò il figlio.
Ad un certo punto arrivò un uomo in armatura di bronzo.
《Claudio!》 Esclamò Leontis 《Che succede ? Perché sei così in affanno?》
《Leontis , questa settimana il messaggero da Brundisium non è arrivato. Le truppe di Pompeo devono averla assediata!》
《Che storia è questa?》 Chiese Marco
《Ottaviano ha richiesto che ogni settimana partisse un messaggero per confermare che Brundisium era ancora illesa. Il messaggero oggi non è arrivato , il che deve significare che la città è stata attaccata.》

Leontis partì con Claudio per il senato dove avrebbe informato i suoi compagni del fatto , mentre Marco decise di fare un giro per la città.
Immaginò che questo fatto avrebbe diminuito la permanenza a Roma di Massimo e che sarebbero partiti il giorno dopo , senza aspettare Martedì.
Decise quindi di fare un giro in cittá , per rivederla, riviverla come non faceva da tempo. Le grandi piazze gli toglieva no ancora il fiato. Le vie erano soffocate da mercanti e passanti e lui stesso , che vi aveva vissuto per quasi tutta la vita rischio di perdersi. La sua armatura da principes era una sorta di lasciapassare , i passanti lo scansavano cercando di evitare di sbattergli contro.
Ad un certo punto passò per un vicolo per tagliare la strada fra una via e la piazza del Circo Massimo e vide un uomo puntare un coltello alla gola di una donna.
Anche se era compito dei Vigiles urbani badare ai malviventi lui stesso sentì l'istinto di intervenire.
《Ehi tu ! Lasciala andare!》 L'uomo, appena lo vide spinse a terra la donna , e Marco scatto all'inseguimento. Il ladro era vestito più leggero e correva molto più rapidamente di Marco.
Sfortunatamente per il ladro si incrociò con due pretoriani che lo agguantarono e , spintonandolo verso un muro lo disarmarono e gli legarono le mani.
Marco era soddisfatto di aver assicurato alla giustizia quell'uomo , ma avrebbe preferito fossero i Vigiles a catturarlo , non i pretoriani che lo avrebbero sicuramente malmenato prima di rinchiuderlo.

Tornato a casa , Marco saluto la madre e il padre poi dovette tornare in caserma.
Quella notte dormi sogni tranquilli , per la prima volta da molto tempo.

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