Capitolo XXVII

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Senza via d'uscita

Marco vide che la linea di soldati in fondo alla via si stagliava fiera sopra ad una barricata. Vide gli arcieri prendere la mira.

《Formazione testudo!》Urlò il centurione.
Il cielo scomparve lasciando spazio al legno rivestito degli scudi.
Un martellare costante si stava abbattendo sui loro protettori , le coorti continuavano ad avanzare in linea , come una corda tesa per impedire ai nemici di fuggire da quella via.

Sbirciando fra gli spiragli lasciati dagli scudi per osservare il terreno di fronte a loro , notò che non mancava molto.
Dalle barricate stavano scendendo dei guerrieri , pronti a dar battaglia , in un muro di scudi , impenetrabili , insuperabili.

Proprio mentre stava sbirciando un'altro nugolo di frecce si abbattè sulla testudo.
Un principes affianco a lui fu colpito in un occhio da una freccia. Cadde a terra , portando le mani al viso , un'altra aquila prese il suo posto , rapida per non scoprire se e le linee successive.

Si trovarono faccia a faccia con i difensori sulla barricata.
《Fermi!》ordinarono i centurioni di Ottaviano.
La linea bloccò la sua avanzata.
Ferma , immobile , attendeva che fosse il nemico a fare la prima mossa.
E invece non accadde nulla. I tiratori proseguirono il loro lavoro , i difensori restavano immobili di fronte alle barricate.

《Bene. Se non è la pecora a venire dal gregge , sarà il gregge ad andare dalla pecora! Avanti!》gridò ai suoi soldati.

La formazione proseguì al passo di marcia , scalpicciando sopra ai ciottoli che calpestavano , si trovarono faccia a faccia.
Lo scontro iniziò. Il centurione ebbe l'onore di infilzare rapidamente il suo primo bersaglio con un affondo alto , diretto alla gola , il cadavere cadde a terra senza che nessuno ne piangesse il fatto , per essere immediatamente sostituito da un'altro difensore.

L'aquila notò che i nemici si stavano limitando a parare i colpi , esponendosi poco e attaccando più per pressare che per uccidere.

Uno spintone arrivato dalle retrovie fa perdere al centurione l'equilibrio e , per un istante infinito gli parve di cadere su una lama del soldato che gli si ergeva di fronte.
Con una reazione rapidissima , scosta l'arma con la propria e ne approfitta per neutralizzare anche l'altro romano , con un colpo ben mirato alla gola.
La formazione a testuggine si era sciolta.
Marco , lasciando ad in commilitone il posto per tirare fiato si voltò alle sue spalle.
A causa della folla non riusciva a vedere nulla e , per aggirare il problema , si arrampicò su una panca li nei pressi.

Ciò che vide gli fece gelare il sangue.
Alle loro spalle era chissà come apparsa una massa di nemici pari alla loro , corcondandoli , chiudendoli in una morsa fatale.

《Reggete il fronte centrale! Voi!》 Disse rivolgendosi a una dozzina di soldati che lo osservavano 《Con me! Vendiamo cara la pelle!》impose ai suoi ascoltatori.
Scostando legionario dopo legionario giunsero alle retrovie attaccate.
Il nemico stava avanzando sui fianchi della formazione , costeggiando le case e l'ultima linea di triarii che copriva le spalle al resto delle coorti era pericolosamente incurvata , con la forma di una mezzaluna.

Il centurione vide un volto famigliare avvicinarglisi.
《Non dureremo ancora a lungo!》gli comunicò Flavio. 《Non possiamo fare nulla?》Chiese Marco 《Lottare ragazzo.》rispose il veterano , poi proseguì
《Non più per Roma ma per la vita.》

Continuando a farsi strada nella massa di intrappolati , Marco , Flavio e quella dozzina di principes radunati dal centurione andarono a rinfoltrire la linea di triarii che stava tenendo in vita quelle coorti.

《Facciamogli assaggiare un po di stile romano! Quello vero!》Urlò il principes per incoraggiare i suoi uomini.

Avanzarono fino alla prima linea , decisi a salvare quella situazione disperata.

La lotta iniziò.
Marco era affianco a Flavio , spalla a spalla , supportato l'uno dall'altro.

Il primo nemico a sfidare il centurione fu un legionario , silenzioso , non lanciava imprecazioni ma restava concentrato sul suo compito di soldato.
Un affondo troppo profondo lo espose permettendo a Marco di sferrare prima una ginocchiata diretta al mento e poi di squarciargli una spalla , facendolo arretrare nelle linee retrostanti del suo schieramento.
Un secondo avversario , armato di lancia , si avvicina al nostro comandante.
Il nemico , maldestramente , fa roteare la lancia ed , erroneamente , colpisce un suo alleato in viso con il bastone , facendo portare al colpito le mani al naso. Il pessimo combattente si distrae per un istante , mortificato da quell'errore madornale , e per questo viene severamente punito da Marco che con un colpo deciso , pianta il gladio sotto l'ascella , trapassando la spalla , sfilando la spada con forza ne lacera ulteriormente l'arto mutilandolo in un terribile schizzo di sangue.
Un istante dopo una coppia di avversari lo addocchiano , decisi ad assassinarlo, si dirigono verso di lui da due lati opposti.
Marco senza rendersene conto era arrivato in cima alla curva difensiva dei triarii , cambiando lato con cui confinava con Flavio , ora si trovava alla sua destra.
I due aggressori si lasrotnciarono contemporaneamente addosso alla loro vittima prediletta. Marco , scostandosi , esce dalla loro traiettoria.
Uno dei due si ferma in tempo per non cadere , l'altro no e precipita sul terreno rovinosamente.
Il centurione ne approfitta per porre fine alla loro lotta. Cala con una ginocchiata sul collo del caduto e con l'altra mano infilza il secondo lottatore al collo. Alzandosi , sfila la spada aiutandosi con lo scudo , lasciando cadere anche la sua seconda preda.

Marco posò per un istante lo sguardo su Flavio. Quest'ultimo era in difficoltà , lo scudo martellato da una tempesta di fendenti di un soldato furioso che lo stavano costringendo ad abbassarsi.

Il principes intervenne in soccorso dell'alleato con un calcio contro il rabbioso nemico che perse l'equilibrio e venne poi trafitto dalla lama del triario alla gola che , alzandosi , impose una forza tale da staccarne la testa dal resto del corpo.

L'aquila osservò per un istante il capo di quel guerriero a terra. Disgustato si voltò per continuare al lotta per la sua vita.

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