Capitolo XXXXI

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La fine

Gli occhi chiusi , non potevano vedere quando il fendente mortale sarebbe arrivato. Trascorsero secondi , forse istanti , Marco era in attesa della sua morte.
Un suono metallico lo riportò alla realtà.
Incredulo , l'aquila osservava due gladi incrociati in un testa a testa. Victorius era sopra di lui , Claudio opponeva forza per spezzare le difese che il generale imponeva sul corpo del principes.

Marco si sentì sollevare dalle spalle , fu sorpreso nel vedere il volto amico di Flavio trarlo in salvo , mentre anche Tullio e Ottavio entravano nella cella.

《Magister...》sibilò il centurione in blu 《arriva sempre nei momenti peggiori...》concluse alzando la spada e allontanandosi dai tre soldati che lo stavano circondando. 《Dipende dai punti di vista.》rispose fiero il dux.

Il triario trascinò con sé Marco verso l'uscita. Recalcitrante quest'ultimo voleva tornare a lottare , tentò di divincolarsi della presa del compare che tuttavia du irremovibile.

Nella cella la lotta continuava. Claudio , con le spalle al muro e circondato , intendeva dare battaglia , pur immaginando di non avere speranza.
Gli attacchi dei tre lottatori non riuscivabo a superarne le difese. Fra fendenti e affondi , lo spazio si faceva sempre più angusto per la loro preda , presto avrebbe fatto un passo falso.

Ottavio , con un fendente diretto alle gambe del giovane , fa un passo in avanti , scoprendo la schiena. Il ragazzo , con estrema naturalezza , scavalca il centurione , apparendo alle sue spalle , tenta anche di colpirlo , invano , perchè questo alza la guardia in tempo per deviare il colpo poco sopra il suo viso.

Il braccato , disperatamente tenta di avvicinarsi all'uscita della cella. Subito il Magister la raggiunge , bloccandola con la sua presenza , raggiunto da Tullio per dargli manforte. Claudio si volta e vede Ottavio alle sue spalle.

Victorius sferra un poderoso fendente diretto al fianco del bersaglio , tuttavia il colpo viene bloccato acerbamente dallo scudo , che , con una vibrazione incredibile , fa perdere al comandante la presa sull'arma. Approfittandone , Claudio , con una rapida successione di calci , scudate e fendenti , priva il dux anche dello scudo , rendendolo inerme.
Un affondo letale si avvicina al petto del generale. Un altro suono aspro annuncia un blocco , questa volta dello scudo di Tullio , intervenuto in soccorso del superiore.

Il generale , indietreggiando e raccogliendo l'equipaggiamento , tira fiato e si rigetta nella mischia.
Il giovane , circondato e ferito lievemente al braccio , dimostrando un agilità senza pari , fa incespicare all'indietro Ottavio con un calcio e con due colpi di lama ben assestati fa crollare inerme Tullio , non morto ma comunque ferito ad un arto , che sbatte contro un muro della stanza.

Il generale , per mantenere la pressione sul giovane , si lancia in un ulteriore assalto. Una serie furiosa di fendenti fa indietreggiare Claudio che , alzando lo scudo , para i colpi inferti contro il suo corpo. Com un'ennesima dimostrazione di agilità , colpisce duplicemente lo stomaco del comandante con il ginocchio , bloccando bocheggiante il condottiero.
Con altri due colpi allontana dal suo petto le braccia che reggono scudo e spada e con un'ulteriore ginocchiata ne alza il viso al cielo.

Il giovane in armatura dorata arretra la spada , pronto ad affondarla nelle viscere della vittima. Victorius , incapace di reagire rapidamente , si arrende , restando immobile.

Un suono di armature trapassate e carni lacerate riecheggia per lo spazio dedicato a Giove.

Il comandante abbassa lo sguardo , sorpreso nel vedere davanti a sé Tullio.
Il giovane estrae la spada dallo stomaco del colpito che crolla a terra. Victorius , immobilizzato , si abbassa sul ferito.

《No! Non di nuovo! Tullio!》balbettò il salvato. Ottavio , intervenne provvidenzialmente occupando l'assassino e spingendo il combattimento fuori dall'alloggio della statua.

《Generale...》sospirò sotto voce il ferito.
《Zitto Tullio! Dannazione...》Lo zittì il comandante premendo le mani sulla ferita.
《Generale...》insistette il ferito 《sono fiero di averla servita...》rassicurò con un filo di voce il centurione.
《Tullio! Non morirai! Non oggi!》disse il generale deciso. 《Generale... porti a termine la missione... lo faccia per me... lo faccia per noi... lo faccia per Roma... che torni al suo antico splendore... che scampi alla fine...》impose il centurione con una voce fievole. L'uomo spirò. Gli occhi si immobilizzarono , fissi al cielo , dove ora la sua anima era ora. Il generale , con un gesto solenne , li chiuse. 《Finirò il nostro compito Tullio... hai la mia promessa.》

Uscì dalla cella , il generale si trovò di fronte a una cosa che non avrebbe voluto vedere.

Claudio , in piedi , di fronte alla porta della cella , puntava una spada alla gola di Ottavio , a terra , disarmato.
《Generale!》gridò il rapitore del centurione come a rivolgersi ad un grande pubblico. 《Arrenditi ora e la sua vita verrà risparmiata!》intimidò il giovane.
Il dux si bloccò , immobile , alla vista e all'udire quell'intimidazione.
Senza una parola , il Magister lasciò a terra gladio e scudo.
《Bene. Vedo che...》 Senza possibilità di finire la frase , il centurione di Pompeo cade a terra , colpito alle gambe da uno sgambetto di Ottavio. Questo , alzandosi , estrae un pugnale da dietro la schiena , coperta dal mantello e , lottando furiosamente con l'atterrato , riesce infine , con l'aiuto di Victorius ad aver ragione sul ragazzo.

Questo viene rialzato in piedi malamente , mentre Ottavio gli puntava il coltello alla gola. 《Generale》disse il giovane senza dar peso alla lama premuta sulla gola. 《Lei crede di combattere per Roma , ma lei ne sarà la fine.》profetizzo l'ostaggio.
《STAI ZITTO VERME!》Gridò iracondo il Magister. 《Rispondi e ti lascerò vivere! Dovè lui? Dimmi dov'è Emilio!》Urlò duro verso il viso del prigioniero. Questo non aprì bocca. 《Bene. Allora ti torturerò. Parlerai. E tradirai la tua causa. Ottavio , portalo al campo.》

Con una mossa di una rapidità sovrannaturale , il rapito disarma il centurione e ne prende la daga , puntandola verso di loro.
《Claudio. Non essere stupido. Non hai possibilità.》disse il condottiero alzando la spada. 《Sì che ne ho generale. Ed ho appena fatto la mia scelta. Non ti aiuterò mai. Non tradirò mai Roma.》detto questo , il giovane , alzò la daga e traforò la sua stessa gola e , gorgogliando , si inginocchiò , per poi crollare sul pavimento bianco su cui si stava spargendo un lago di sangue.

《Andiamocene di qui figliolo.》disse Ottavio poggiando una mano sulla spalla del generale.

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