Capitolo XV

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I ladri

Controvoglia , Marco era tornato a Brundisium per terminare i suoi doveri.
Ricevette notizia dalle sentinelle lasciate vicino al campo dei banditi che questi ultimi avevano camuffato i carri e li stavano portando verso il porto della cittá.
Marco decise di agire in quel momento.
Creò una piccola squadra di soldati mentre lui si vestì in abiti civili.
Indossava un mantello bruno con cappuccio e abiti di lino bianco.

Mentre si muovevano verso il porto si fece aggiornare sulla situazione dal suo luogotenente.
《I banditi hanno tinto i carri di nero per nasconderne le insegne e ora gli hanno portati in una zona vicina alla piazza del porto.》《Cosa intendono fare secondo lei ?》Domandò Marco per testare la lucidità del legionario 《Signore , probabilmente intendono caricare i carri su una nave e spedirlo dove solo i numi sanno. Probabilmente sono dei prezzolati incaricati di saccheggiare le nostre linee di rifornimento. I loro ingaggiatori  intendono lucrare sulle nostre sfortune. 》Rispose prontamente il soldato.

Raggiunsero il luogo prestabilito e il tenente informò Marco che i carri erano in un vicolo sulla destra.
《Bene , aspettatemi qui , vado a dare un occhiata , quando tornerò deciderò cosa fare.》
Mentre si avvicinava alla sua meta stringeva la mano sul pugnale che teneva con se sotto il mantello.

Raggiunto il vicolo vide alcuni uomini trafficare per spostare le merci su altri carri. Notò fra tanti lavoratori un nobile , li messo a supervisionare il processo.

Il centurione si avvicinò e , il più naturalmente possibile , domandò《Dovè vanno tutte queste merci , buon uomo?》
《Non sono affari tuoi mendicante , ora vattene》sibilò scocciato il nobile.
Era alto ma un poco grasso. Le vesti lo indicavano come un'uomo proveniente dall'Asia o da zone ad oriente della Grecia.
La barba rigonfia al termine e gli occhi ombreggiati di nero fecero capire a Marco che aveva davanti un emissario di un qualche regno orientale ancora non corrotto o dominato da Marco Antonio , ad esempio l'impero di Partia , che ancora opponeva resistenza contro il regnante d'oriente.

《Sei sicuro che non siano affari miei? Sono disposto a pagare bene queste merci...》Lo isitigò l'infiltrato facendo scivolare un sacchetto di monete nelle mani dell'uomo , che immediatamente si irrigidì. 《Non posso mi spiace》rispose l'ultimo , seppur molto tentato di accettare l'offerta.
《Siete sicuro? Venite , venite , discutiamone assieme》lo persuaso Marco strattonandolo di lato. 《Ma che...》protestò il controllore,  finché non sentì la punta del pugnale sulla sua schiena. 《Venga , sono sicuro troverá la mia offerta intrigante.》disse chiaramente , poi più sottovoce 《Ditegli di proseguire senza di lei e di procedere come previsto》
《Lei non sa con chi ha a che fare...》tentò di minacciarlo il contrabbandiere. Marco premette la punta sulla schiena del nobile con maggior decisione.《Forza lo dica》insitette il centurione. L'uomo,  spaventato disse ai suoi uomini qualche frase in una lingua a lui sconosciuta.
Marco si insospettì. 《Spero per te che hai detto ciò che ti ho ordinato.》

Lo portò in un vicolo laterale , dove era sicuro di non essere visto.
《Dove sono diretti quei rifornimenti?》lo interrogò l'ufficiale. L'uomo,  sudato e spaventato rispose frettolosamente 《Ad Antiochia! La prego non mi faccia del male!》lo implorò la vittima.
《A che ora partiranno quelle materie prime?》proseguì Marco ignorando le suppliche del prigioniero.
《Partiranno fra mezz'ora , passeranno per la piazza centrale del porto e poi si dirigeranno nei moli più ad oriente dove si imbarcheranno》disse l'uomo tirando fiato e anticipando la prossima domanda di Marco. Ne sapeva abbastanza.
《Ora noi due andiamo a farci una bella passeggiata eh?》gli ordinò frugando nella borsa del nobile per riprendersi il sacchetto di monete.

Usciti dalla piazza l'ex principes scortò il prigioniero dai suoi uomini,  due si occuparono di portarlo in caserma , gli altri rimasero e ascoltano gli ordini di Marco di disporsi nei punti da lui stabiliti per un imboscata in piena regola ai carri diretti alla nave.

Dopo venti minuti tutti erano in posizione. Marco si era anche cambiato gli abiti con l'armatura e stava insieme a tre legionari ad un lato della strada.
Videro il primo carro apparire nella via.
Il centurione notò agitarsi gli uomini sparsi per tutta la via , mescolati tra la folla. Sarebbero partiti tutti al passaggio del secondo carro mentre cinque legionari avrebbero bloccato la strada ai e altri sette gli avrebbero bloccato la ritirata. La via non era troppo affollata , giusto quel che bastava a permettere ai soldati di mimetizzarsi tra i passanti.

Pigramente , il secondo carro attraversò la linea immaginaria stabilità da marcire tutti i legionari si mossero in sincronia.
Avanzarono rapidamente verso il convoglio e mentre il primo carro venne bloccato dalla pattuglia , lo stesso avveniva all'ultimo,  tutto come da programma.
Marco e i suoi si avvicinarono e uno di loro strattonò il guidatore disarcionandolo e salendo al suo posto per bloccare il cavallo.

《Arrendetevi , in nome di Roma!》Urlò Marco. Uno dei contrabbandieri estrasse una spada , ma , non essendo abbastanza veloce fu disarmato e buttato a terra. Un altro ladro che stava per estrarre la spada fu bloccato da Marco che gli puntò la spada alla gola. 《Lasciala a terra.》gli suggerì gelido quest'ultimo.
Il ladro invece la estrasse e in pochi istanti fu addosso a Marco. Le spade tintinnarono sbattendo luna contro l'altra ma Marco , essendo più veloce e forte dell'avversario gli assestò un calcio nello stomaco , appena il nemico si piegò in due per riprendere fiato il centurione lo colpisce al viso con un montante.

Tutti gli uomini erano stati fatti prigionieri. Marco ordinò ai suoi legionari di portarli in caserma. Ora si mostrava a lui un altro problema però. Il nobile gli aveva giurato sulla sua vita che le merci erano dirette ad Antiochia. Questo lo costringeva a informare immediatamente i suoi superiori del fatto. Di certo la reazione di Ottaviano sarebbe stata spropositata una volta giunto a conoscenza del fatto che i banditi erano stati assoldati per rubare le merci e inviarle a una delle principali cittá della Roma di Marco Antonio.

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