Richieste e offerte
Marco si trovava nei suoi alloggi a studiare i percorsi delle linee dei rifornimenti che arrivavano dall'urbe quando un legionario lo venne ad avvisare di avere una visita.
Il centurione fu sorpreso nel vedere suo padre Leontis entrare nella stanza.《Ragazzo! Hai fatto carriera vedo!》si congratulò l'anziano appena entrato.
《Padre! A cosa devo l'onore di questa visita?》《Oh beh , passavo di qui figliolo e ho deciso di salutarti.》Lo rassicurò il padre aggirando il discorso. 《Non fate il furbo con me senatore.》Lo intimò giocosamente il figlio.《Lo sa che la conosco come la mia villa.》
Il padre scoppió in una risata fragorosa.
《Vedo che la promozione non ti ha rammollito giovine! Comunque si hai ragione , non sono qui per caso. Ottaviano ha ingaggiato me è altri senatori per costituire una delegazione che , a Syracusae, a richiedere spiegazioni a Pompeo per quanto riguarda il vile attacco in Magna Grecia , sferrato senza neppure una dichiarazione si guerra e contravvenendo con il patto di non aggressione stipulato fra la Roma di Ottaviano e la Roma di Pompeo.》gli spiegò scorrevolmente l'uomo.
Il figlio era sorpreso. Non si aspettava da suo padre una simile felicità nel dover abbandonare Roma. Lui aveva sempre detto di essere un senatore , non un patrizio da spedire in ogni angolo dell'impero per mansioni di propaganda e tassazione , tantomeno per fare da tramite fra Ottaviano e Pompeo durante dei negoziati.
《Capisco la tua perplessità ragazzo , ma sai , non si può non essere fieri di essere stati ingaggiati da Ottaviano in persona per un simile compito》lo convinse il padre.Leontis , terminato il colloquio abbandonò la casa del centurione.
Marco aveva un presentimento. Un brutto presentimento. La storia dell'invasione non lo convinceva , sopratutto dopo aver ucciso una delle guardie personali di Massimo fra i difensori della cittá da loro appena liberata.Aveva stabilito , osservando le carte della provincia che la maggior parte dei saccheggi diretti ai rifornimenti avvenivano in una zona boscosa poco lontana dalla cittá e Marco realizzò che era la stessa foresta da cui lui e gli altri soldati avevano dato inizio all'assalto laterale.
Decise , scosso da un torpore burocratico che da tempo lo attanagliava di radunare un squadra di equites e andare lui stesso a fare un fare un sopralluogo.
Fuori dalla sua domus trovò come da lui richiesto un cavallo , sellato e pronto a partire.
Montò con agilità e si sentì contento di essere ancora in forma nonostante non partecipare più regolarmente agli addestramenti.Uscito dalle mura della cittá , ancora in ricostruzione , adornate da impalcature e puntelli di legno , trovò la squadra di cavalieri ad aspettarlo e si sorprese nel vedere fra i fantini che stavano lucidando le picche anche Flavio.
《Flavio! Che diamine ci fai tu qui?》lo interpellò Marco , non nascondendo di essere felice della sua presenza. Un uomo fidato in squadra non guastava mai.
《Eseguo gli ordini signore!》Esclamò fiero il triario.
Senza porre ulteriori domande si incamminarono per il bosco , chiamato dai locali Bosco di Venere , dovuto alle apparizioni della Dea della bellezza che si rivelavano frequenti in quel luogo.Il bosco era un luogo dall'aspetto quasi mitologico , i rami cadenti formavano curve aggrazziate sul sentiero , la ghiaia era di un colore marrone appassito , i fiori ai lati che spuntavano dai cespugli di felce ai lati del ciottolato.
Il sole , nonostante i pochi alberi , faceva fatica a filtrare e si rifletteva sulla rugiada dell'erba e negli specchi d'acqua che si scorgevano poco oltre i cespugli.
Il trotto dei cavalli si armonizzava perfettamente con il cinguettio degli uccelli nascosti nelle fronde degli alberi e con il fruscio delle foglie al respiro del vento.Marco era incantato , quel luogo era di una bellezza maestosa.
La prima volta che vi era stato , non aveva avuto l'occasione di coglierne la meravigliositá a causa del tempo , dell'ora e sopratutto dalla tensione che precedeva la battaglia in cui sarebbe poi diventato centurione.Raggiunsero una piccola radura , l'erba verde era poco alta e i cespugli si diradavano nonostante si trovassero lontani dal bordo del bosco.
Legarono i cavalli per poi proseguire a piedi.I rami secchi scricchiolavano sotto i loro passi.
Marco fu allertato da un vago odore di cenere nell'aria , tuttavia non vi erano tracce di fumo o fiamme quindi escluse un incendio nel bosco. Tuttalpiù potevano essere i resti di un falò.Proprio mentre la foresta cominciava a farsi più fitta e la notte cominciava a calare udirono delle voci. Delle voci rozze , un linguaggio tagliente e sgarbato e l'odore di selvaggina arrostita.
Marco ordinò agli uomini di arrestarsi e di aspettarlo li. Avrebbe fatto una piccola perlustrazione nel luogo da dove aveva sentito le voci.
Raggiunse il limitare di una minuscola radura , al centro del quale , con sua immensa sorpresa c'era un piccolo accampamento e dei carri con le insegne di Roma. "Come diavolo erano finiti li? Anzi , come avevano fatto a portarli li?"si domandò lo stupito osservatore.
Al centro della radura , circondato da delle pietre c'era un focolare , questo spiegava l'odore di cenere.
Le voci che aveva sentito appartenevano a degli uomini dalla pelle scura , di coloro che popolano le provincie d'Africa più vicine al Mare Nostrum.
A prima vista li avrebbe detti cartaginesi ma , ad una seconda occhiata e vedendo le barbe lunghe e gli occhi contornati di nero li definì come persiani , provenienti forse dal regno di Partia , che stava in quei tempi combattendo con la Roma di Marco Antonio , l'imperatore d'Asia, che in quei mesi si diceva fosse lui stesso a capo di una Legione , la XX Legione Apollinaris, a difesa di Antiochia , in Syria.Gli uomini stavano brindando festosi , probabilmente al successo delle loro scorribande. Erano distratti e anche solo Marco avrebbe potuto neutralizzarli tutti , ma l'ingegno gli suggerì che avrebbe guadagnato di più nel seguire i loro movimenti. Oramai la radura era piena e altri carri non potevano essere accumulati ancora in quell'angusto spazio , così decise che avrebbe messo dei soldati di guardia nei pressi , per pedinarne i movimenti e scoprire dove sarebbero finite tutte quelle risorse.
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Roma Invicta
Historical FictionLa storia di un centurione romano dell'esercito di Ottaviano Augusto che, coinvolto in intrighi e complotti, fra battaglie e duelli, si troverà a scardinare una letale congiura che si sta ordendo alle spalle del triumviro. Fra miti e leggende di Rom...