Capitolo LXXXIV

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Il ritorno

《Adesso mi spieghi dove sei stato per tutto questo tempo , per gli dei!》scherzò Marco seduto di fronte a Flavio mentre la nave si dirigeva di nuovo verso la cittá eterna.
L'amico sorrise debolmente. Si voltò ed osservò il mare.
《Quella notte , quando Massimo mi ha pugnalato , pensavo davvero fosse finita. E invece , un giorno , mi sveglio su un soffice letto ed avvolto in calde coperte... ero piuttosto spaesato è vero , ma poi capii cosa mi era accaduto , o meglio chi...》tornò ad osservare il mare. Marco aveva notato che zoppicava , oltre ad essere sfregiato sul collo dopo essere stato accoltellato dal vecchio generale.
《Un oplita che era con Massimo quella notte ha provato pietá per me , oppure odio per il suo comandante , fatto sta che ha salvato me da morte certa... si era preso cura di me , anche se io non ricordo pressoché nulla di quella notte.》il legionario abbassò lo sguardo , vergognandosi. Marco gli si avvicinò , poggiandogli una mano sulla spalla《Non hai nulla di cui pentirti Flavio. Hai lottato e hai perso. Non esiste vittoria senza sconfitta. Poi? Che altro è successo?》
《Sono stato arruolato nella milizia oplitica di Atene. Marco Antonio aveva però bisogno di uomini per le sue legioni e così...》《Sei stato arruolato nella legione.》concluse Marco. Il conversante annuì《Triarii , come in precedenza. Durante una battaglia , però , durante la marcia verso Antiochia , il mio centurione muore e io , incredibilmente , vengo eletto a suo sostituto.》spiega il veterano《Il resto della storia lo conosci.》affermò Flavio.
Osservarono il mare. La costa romana era in vista. Udirono delle urla alle loro spalle. 《Lasciami stare , boia!》gridò Emilio tirato per i capelli da Victorius《Osserva! Eccola , la cittá che tu hai tradito! La cittá che ti condannerá a morte!》Ordinò il generale. Il prigioniero sputò ai piedi del comandante. Questo , furioso , lo sbatte contro il parapetto , costringendolo ad ammirare il mare infranto dalla prua della nave《Sei fortunato che il mio imperatore ti vuole vivo , o giuro sugli dei che ti avrei già gettato in pasto ai pesci!》sbraitò Victorius spingendolo sempre più in basso.

Marco si avvicina al Magister.
《Dux , forse è il caso di cessare questa...》Victorius si volta di scatto sbattendo a terra Emilio ed estraendo il gladio verso il centurione《So io quando cessare di mostrare la realtá a questo insolente!》grida riafferrando l'ammiraglio per la tunica. Accorre anche Flavio e Pinco. Quest'ultimo incuriosito , domanda sottovoce《Ma che gli prende?》I due centurioni alzano le spalle in segno di incomprensione. Attirato dalle urla arriva anche Ottavio. Marco gli si avvicina《Ottavio , sei l'unico che può far ragionare Victorius》disse voltandosi verso il generale che ora stava puntando la spada alla gola dell'internato. Ottavio , dopo un rapido sguardo , tuona con la voce《Victorius!》questo si immobilizza《Lascialo andare.》Ordina poi più calmo lo zio del comandante. Il citato abbandona a terra la vittima che tossisce rumorosamente , talmente forte che pare essere vicino allo sputare sangue dal dolore. Il generale torna sui suoi passi da dove è arrivato , interrompendo la camminata da solo una semplice ma tremenda pausa , durante la quale , trucemente , osserva lo zio.

《Tempesta in arrivo.》commenta sommessamente Pinco al gruppo.

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