Capitolo XXXXIX

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Lasciato a se

La prima settimana dei ludii stava giungendo al termine. La settimana si sarebbe chiusa con i combattimenti fra i gladiatori più valorosi e che maggiormente erano capaci di dare spettacolo. Spardo , il provocator greco contro Burica , la gladiatrice britannica , seguiti poi da Pirro , il secutor dell'epiro contro Tizio , un altro secutor romano , la cui fama di invincibile lo rende il favorito.
Il tutto sarebbe poi finito con uno spettacolo degno di nota. Basil , un venatori grande esperienza avrebbe da solo sfidato due leoni.

Ma a Victorius non interessava nulla di tutto ciò. Il senato , come prevedibile , aveva condannato Massimo come colpevoli per crimini contro la Legione e contro Roma. Victorius , accompagnato dallo zio e un manipolo di pretoriani del senato si stava dirigendo verso la villa per prelevarlo e portarlo di fronte ai senatori in modo che potesse esporre la sua versione dei fatti. Il processo sarebbe stato fasullo , i senatori non avrebbero sentito ragioni e lo avrebbero ugualmente condannato. L'unico ostacolo poteva essere Ottaviano. Il Primus potrebbe interferire con il loro piano.

La villa di Massimo si trovava poco fuori il primo nucleo della cittá eterna. La casa , bassa , il tetto dalle tegole rossastre , il giardino ampio e decorato , era costruita ai piedi del colle. Di fronte alla porta sostavano due pretoriani in armatura scura che vedendo i loro compagni avvicinarsi capeggiati dal Magister si irrigidirono e , posizionandosi di fronte alla porta , dissero《Il Magister Massimo non può ricevere nessuno. È gravemente malato.》Victorius , osservandolo con sguardo scettico ribattè《Lasciami passare verme.》con fare tagliente.
L'uomo , indispettito , aprì nuovamente bocca《Generale , le ripeto che...》《O ti sposti o giuro che ti faccio lanciare in un lago dentro un sacco pieno di vipere idiota. 》Lo interruppe minaccioso il generale.

Intanto , nell'arena il primo duello era terminato. Burica aveva spadroneggiato , con affondi e parate dalla rapidità felina , trafiggendo alle spalle il povero greco.
Entravano quindi in campo Tizio e Pirro , ognuno pronto a dar battaglia , il primo acclamato dalla folla di ogni angolo degli spalti.

Varcata la porta il generale ordinò ai suoi soldati di spargersi per l'abitazione e trovare il condannato. Intanto lui e Ottavio salirono al piano superiore. Appena varcata la soglia delle scale videro un mantello grigiastro voltare l'angolo. Seguirono la traccia e , appena entrati nella stanza videro il vecchio , incapucciato , frugare in un cassetto.
Gli si lanciarono addosso , afferrandolo per il mantello. Lo stratega , sorpreso dai due inseguitori , inizia a dimenarsi scalciando e sferrando gomitate. Una di queste giunge al volto del generale che per un istante lascia la presa. L'anziano , braccato , si libera anche della morsa del centurione. L'evocato , non appena mollata la presa , estrae il gladio , stessa cosa fa lo stratega con un pugnale. Dopo due fendenti andati a vuoto il vecchio indietreggia. Dietro di lui una finestra. Guarda entrambi i suoi inseguitori negli occhi. Poi scavalca il davanzale. Atterrano sull'erba in malo modo , Massimo inizia una corsa spericolata , evitando due pretoriani di fronte a casa sua. Mentre Ottavio esce dalla stanza per tornare sui loro passi , il dux segue l'esempio del fuggitivo per non perdere tempo prezioso.
Atterrando in una capriola si rialza e , in pochi attimi è all'inseguimento , nello stesso istante , Pirro e Tizio si arrendono. Nessuno dei due più capace di combattere , ma nessuno dei due ha vinto il duello. La folla impazzisce , acclama a turno il nome di Pirro e quello di Tizio , ben più avezzo a tali onori.

Appena uscito dal giardino della villa , Victorius scruta i paraggi , in cerca del mantello grigio dell'inseguito.
Lo intravede poco prima che riesce a voltare l'angolo e riprende la corsa frenetica. Appena svoltato nella stessa strada del fuggiasco , si rende conto di trovarsi in una via del mercato. Essendo leggermente più alto della folla , riesce a scorgere una certa confusione più avanti e un varco nella folla aprirsi. Il Magister si dirige in quel luogo , sicuro di trovarvi il generale. Creatosi a sua volta a passaggio fra la gente , raggiunge il punto in cui
cui li credeva fosse passato Massimo , dove intanto si era creato una sorta di cerchio. Il generale , senza spiegarsene il motivo , sfonda la barriera di corpi.

Al suo centro , un corpo supino , si contorce dal dolore in mezzo a una pozza scarlatta , colpito da una freccia.
《Dannazione!》disse Victorius imprecando e abbassandosi sul corpo del non più Magister. Estrasse la freccia , scatenando un mugulio di dolore nel ferito. Strappandosi il mantello , lo poggiò sulla ferita , per tamponarla.

Giunse anche Ottavio che si arrestò non appena vide il corpo a terra.
《Va a chiamare i pretoriani e dei vigiles Ottavio!》Ordinò il dux al centurione.
《Perchè ?》ansimò il morente 《Perchè Victorius? Non ti bastava farmi esiliato , ora provi anche ad assassinarmi? 》supplicò l'uomo a terra.
Il generale alzò lo sguardo al cielo , diretto verso i tetti.

Una figura scura si stagliava contro il cielo limpido di quella giornata. Non appena lo sguardo di Victorius cadde sulla figura , questa sparì. Il generale era sicuro di averlo visto impugnare un arco.
"Chi era? Perchè tentare di assassinare il generale? Chi lo voleva morto?" Ragionò il dux mentre Basil trafiggeva la seconda bestia da lui domata.

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