Capitolo XXXIX

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Le terme

Marco, affrontando gli avversari , si era inoltrato sempre di più nell'accampamento nel mezzo della piazza affrontando nemico dopo nemico , si rese conto che l'accampamento stesso era stato attaccato dai soldati di Pompeo.

Un Equites si fece strada fra la folla di combattenti , l'armatura blu ne rendeva il corpo poco visibile. Il cavaliere si diresse in carica verso Marco che con una mossa scenografica , saltando sulla parete , riesce a graffiare il braccio destro del fantino , incespicando nell'atterraggio. L'equestre aveva preso la cosa sul personale , perchè , voltandosi tornò ancora una volta alla carica dell'aquila, costringendo il centurione a rotolare di lato. Un ennesima carica viene arrestata in maniera definitiva dal principes che , tranciando le gambe della cavalcatura , quest'ultima durante la caduta , fionda in avanti il cavaliere , facendolo cadere rovinosamente al terreno con il viso.

Ricongungendosi con Flavio , Ottavio e Tullio , si diressero nella direzione dove avevano visto andare i due duellanti.

Entrarono in un grosso edificio , posizionato al centro di un lato della piazza. Entrarono , si ritrovarono di fronte ad un cortile , una piscina enorme di fronte a loro , i corridoi che contornavano quel luogo erano adornati da colonne di marmo bianco , la grossa cupola di fronte alla loro entrata , che capeggiava sul tetto dell'edificio , copriva un'altra grossa stanza.

In mezzo alla mastodontica vasca , i due lottatori si confrontavano , per stabilire chi avesse il diritto a sopravvivere.
Un manipolo di Socii uscì dalla stanza della cupola dirimpetto loro.
I quattro legionari appena arrivati si lanciarono contro lo schieramento uscito dal lato opposto , come in una lotta all'ultimo sangue in un'arena.
La carica portò ai nostri soldati il vantaggio di abbattere facilmente quattro nemici senza sforzo.

Intanto , Victorius proseguiva concentrato sul suo percorso. I due avversari , sguazzando , eseguivano affondi , fendenti , calci.
Victorius si scagliò , con un balzo , verso il giovane. Claudio , prontamente intercetta il colpo del Magister , respingendolo con una ginocchiata ed improvvisando un fendente dal basso all'alto. Il colpo , menato a vuoto , apre un varco nelle sue difese , permettendo a Victorius di spingerlo a terra.

I legionari continuavano a lottare , Marco e Tullio , da soli contro quattro avversari , si misurarono con i loro contendenti , non minimamente scoraggiati dal loro numero.
Il vantaggio di lottare in coppia era quello di avere le spalle coperte.
Un primo fendente del nemico fu parato da Marco , permettendo a Tullio di sgozzare l'attaccante. Esponendosi , come in una danza , Marco gli gira attorno , parando un colpo diretto al collo del compagno. Un fendente di Marco viene poi parato da un avversario che contrattacca , senza successo , il suo affondo era stato evitato dal principes con una schivata fulminea verso destra , durante la quale , con lo scudo , getta a terra e finisce un altro Socii.

Flavio e Ottavio intanto erano dall'altro lato , ognuno con il proprio avversario di fronte a se.
Flavio stava lottando con un centurione , vispo e attivo , spostava rapidamente il peso da una gamba all'altra. Il veterano , impegnando lo scudo tondo del nemico con il proprio , lo priva di esso , esponendone così il corpo a possibili fendenti letali. Con un potente colpo diretto al gladio , ne fa perdere la presa al suo contendente. Il rivale , ormai disarmato , tenta di fuggire dal luogo da cui era provenuto. Flavio , velocemente , gli taglia la strada , schizzando acqua al suo passaggio in essa , si trova di fronte alla preda e con un colpo deciso inferto al viso, ne rende i connotati diversi da quelli dati al centurione con la nascita. Quest'ultimo , in un disperato atto di protezione , porta le mani al viso , finendo per farsi perforare anch'esse dallaffondo violento del soldato.

Ottavio , intanto aveva incalzato il suo avversario senza lasciargli tregua. Un primo , seguito da un'altro paio di fendenti suoi simili , avevano aperto nelle difese del nemico un varco , permettendo al centurione di colpire duro il suo avversario. Lo trapassa con un colpo deciso , diretto allo stomaco , ne inquieta le budella , il colpito porta le mani sulla spada , come per estrarla , senza averne la forza per farlo , nell'atto viene aiutato da Ottavio che con lo scudo piantato nel viso del nemico , fa leva su esso ed estrae violentemente la spada , lasciando cadere il cadavere nelle acque termali che avevano ormai assunto un colorito scarlatto nei punti in cui i corpi giacevano supini.

Nel mentre che i duellanti confrontavano le loro abilità , Marco e Tullio facevano lo stesso con i Socii rimasti , mettendo in mostra la loro abilità con le armi del legionario. I due centurioni , concentrandosi su un unico avversario , lo malmenano di calci e impatti di scudo , rintronandolo e facendolo incespicare sui suoi stessi piedi , cade in acqua con un tonfo , levando spruzzi su ogni dove.
Marco intanto aveva cominciato ad percuotere l'ultimo Socii rimasto in piedi che , impaurito , non fu un problema per l'aquila.

L'unico soldato a difesa della cittá rimasto in quella stanza era Claudio. Circondato dai cinque legionari , inizia ad indietreggiare verso la stanza da cui erano giunti i suoi compagni.
si comportò come ci si sarebbe comportati con degli animali feroci , prima indietreggiando lentamente , poi voltandosi e cominciando a correre rapidamente verso l'alloggio, chiudendosi la porta alle spalle e guadagnando tempo prezioso.

I cinque sfondarono la porta , entrati , non videro altro che un luogo vuoto , inutile se non per una galleria , un fognatura , che porta in un luogo a loro sconosciuto.
Dalla piscina giungevano delle grida , dei soldati stavano entrando.
Victorius , affacciandosi , constatò che si trattava di altri Socii in armatura blu , diretti verso di loro.

《Voi》disse il Magister 《Inseguite quell'uomo!》rivolgendosi a Marco e Flavio 《Noi altri ci occuperemo di questi altri interferenti》concluse il dux.

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