Capitolo XXXXVIII

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L'avviso
Il Circo Massimo era stracolmo di persone. Nella enorme strutture ovale erano raccolti all'incirca duecentomila persone , riunite li per assistere alle corse dei carri. Le quadrighe si stavano allineando dietro il meccanismo a scatto da cui sarebbero partite. Gli aurighi erano acclamati dalla massa di gente radunata li per incoraggiarli. Le colonne bianche al centro della pista risplendevano alla luce del sole che quel giorno generata un caldo torrido. I cavalli nitrivano mentre i guidatori ultimavano i preparativi per la corsa.

Augusto , nella tribuna d'onore , sdraiato sulla lettiga , si alzò. Un servo gli si affiancò. 《Mille sesterzi su Aruleo.》bisbigliò sottovoce all'uomo porgendogli un sacchetto di pelle. Afferrato questo il dipendente si affrettò ad uscire dalla tribuna.
Massimo che aveva assistito alla scena si voltò nuovamente verso il basso.
L'aurigo su cui l'imperator aveva puntato stava controllando l'elmo e il coltello che aveva con sé per poi legarsi le redini al bacino.
Gaio Ottavio , con un gesto solenne afferrò la mappa , si avvicinò al bordo tenendo il panno in mano e alzò il braccio sulla pista.
Il pubblico e i carristi ammutolirono di fronte a quel gesto. Per pochi istanti il panno rimase fra le dita del regnante finchè ,ad un certo punto , con un gesto quasi teatrale abbandona il panno nell'aria che comincia a crollare verso la ghiaia della pista.

Il meccanismo scattò , permettendo ai carri di partire in sincrono , la tifoseria prese a gridare incitazioni e insulti.
L'imperatore , anziché tornare alla lettiga come si avrebbe potuto immaginare si avvicinò al bordo della tribuna su cui era affacciato lo stratega. Il Magister , vedendolo si ricompose , alzandosi dal cornicione. Augusto , con un gesto tranquillo bloccò le formalità.

《Primus...》salutò il generale 《Massimo. È un piacere vederti. Ma sospetto che dopo questa conversazione non sará stato lo stesso per te.》Il Magister si innervosì , chiedendosi cosa poteva essere accaduto di grave mentre , dopo pochi secondi della partenza un aurigo , dopo che gli era stata tagliata la strada da Aruleo naufragò.
I due conversanti portarono lo sguardo all'arena da dove giungevano le grida di paura del cocchiere , caduto e rimasto impigliato nelle redini annodate per precauzione , finchè , con dimostrazione di forza di volontà non le lacerò con l'ausilio del coltello che ogni aurigo porta con sé.

《Generale.》riprese Ottaviano attirando nuovamente l'attenzione dell'uomo a lui affianco a se《Stia in guardia. C'è un complotto verso di lei. Un accusa , a parer mio infondata , mi è giunta alle orecchie. È probabile che ricevere visite dai senatori molto presto》lo avvertì il sovrano.
Massimo lo guardò incredulo 《Accuse? Mi perdoni Princeps , che tipo di accuse? Il mio operato è stato impeccabile.》si giustificò nervosamente il comandante.
《Massimo , si prepari a fuggire e ad incontrare numero avversitá》disse l'imperatore ignorandolo e al contempo istruendolo su cosa avrebbe dovuto fare presto.

Massimo cominciò a sudare freddo. La sua vita era i pericolo , sarebbe dovuto fuggire , avrebbe dovuto abbandonare la aua famiglia , avrebbe dovuto abbandonare il suo imperatore , avrebbe dovuto abbandonare il Caput Mundi.

Un primo giro di carri terminò , ne mancavano due.
Il generale era ancora immerso nei suoi pensiari quando il Princeps lo abbandonò , spostandosi verso un centurione appena giunto. Il Magister si avvicinò ai due tentando di carpire qualche frammento di conversazione ma non c'è ne fu bisogno , Ottaviano , con un cenno , lo invitò ad unirsi.

《Imperator , Karalis è stata rasa al suolo. La cittá , o meglio quel che ne resta , è in preda al panico.》li informò il centurione.
《Tuo figlio Magister.》profetizzò il triumviro. Massimo se ne vergognò , sentendo una morsa gelida al cuore.

《Cosa devo ordinare Imperator?》richiese obbidiente il soldato.
《Abbiamo navi da trasporto a sufficienza per rifornire la cittá?》Domandò il Princeps. 《Signore , abbiamo a disposizione cento navi qui a Roma , altre non possono essere impiegate , ma temo non saranno sufficienti. La cittá è ridotta in polvere , potremmo necessitare del triplo numero di navi.》ipoteizzò l'ufficiale. Dopo pochi istanti di riflessione , il regnante prese una decisione sofferta.
《Adibite le navi da guerra necessarie a navi da trasporto. Voglio che Karalis risorga come in centro fiorente de commercio quale era una volta.》
Il centurione annuì e dopo essersi congedato corse a dare disposizioni ai suoi uomini.

Massimo e Ottaviano si scambiarono uno sguardo.
《Generale. Voglio che entro tre giornate fuga dalla capitale. Si rifugi in Grecia , la sará difficile che la trovino.》
Il Magister annuì. Sarebbe stata una decisione sofferta. Si voltò nuovamente verso la zona sotto gli spalti dove Aruleo si trovava in testa nel momento in cui attraversò nuovamente la linea di partenza per la terza volta.

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