Capitolo XXIII

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Restituzione di un favore

Marco isoló la mente. Sapeva che non doveva sottovalutare il suo avversario.
Cominciò a domandarsi se risparmiargli la vita non fosse stato un errore.

Lo scontro intorno a loro infuriava , proseguiva imperterrito senza attendere i loro comodi.

L'altro centurione ruppe gli indugi.
Avanzò rapido attraverso la linea immaginaria che li separava , deciso a non lasciare a Marco nessuna via di scampo spingendolo verso un muro.

L'aquila alzò lo scudo , deciso a non dargliela vinta facilmente.
Con uno scatto più simile ad un volo che ad un passo si trovarono faccia a faccia , spada contro spada. Il confronto fra le due forze rivelò Marco favorevole , tanto da convincere il rivale ad assestargli un calcio al ginocchio per fargli perdere l'equilibrio.
Inginocchiandosi il menomato alza lo scudo per pararsi da due colpi furiosi e letali.
Come a lasciargli il tempo di rialzarsi , pur trovandosi in posizione di vantaggio il nemico arretra.
Il principes si rimette in sesto , pronto ad affrontare un avversario mai visto prima , determinato , forte , furibondo.
Ancora una volta l'iniziativa è dell'agressore, che correndo verso di lui , si arresta un istante prima dell'impatto fra gli scudi.
Marco riconoscendo la sua mossa fa un salto all'indietro senza attaccare , giusto in tempo per evitare un fendente delle gambe del giovane mirato a fargli perdere l'equilibrio.
Un paio di soldati nemici si avvicinarono.
Il giovane si voltò rabbioso.
《Lui è mio.》 Ringhiò puntando la spada addosso ai due interferenti che retrocedettero stupiti.
L'armatura dorata si voltò ancora una volta roteando la spada , saltellando sul posto come riscaldamento.
Questa volta l'iniziativa fu del nostro centurione.
Correndo verso il nemico , entrando in un testa a testa fra i due gladi e gli scudi , i visi si trovarono ancora una volta , vicini , a scrutarsi l'un l'altro. Rompendo lo stallo Marco molla una testata al centurione blu che barcolla all'indietro scuotendo la testa per riprendere possesso della situazione.
Lo scontro si stava spostando verso un muro di cinta delle fortificazioni di legno.
Salirono le scale , uno di fronte l'altro e in cima ad esse si trovarono nuovamente pronti ad affrontarsi.
I due centurioni si videro , come due lottatori pronti ad affrontarsi nell'arena.
Continuarono a osservarsi fino a che con un grido incorporeo il ragazzo si lanciò verso l'aquila, senza lasciargli spazio di movimento , lo costringe a indietreggiare verso il bordo del muro ,protetto da un appuntito allineamento di pali.

La situazione non era delle migliori. Pali acuminati da un lato , un avversario degno di nota dall'altra.
Il nostro centurione , preoccupato dalla situazione tenta di far arretrare il suo aggressore , invano.
Lo spazio si riduce sempre più.
L'altro avanza lentamente , talmente lentamente da parersi poter fermare.
Lo scricchiolio del legno sotto i sandali del centurione nemico fece venire in mente a Marco un idea. "Proviamoci" pensò.
Il rivale si lancia in una nuova carica , destinata a uccidere la vittima.
Attendendo l'ultimo istante Marco schiva il colpo rotolando di lato , alzandosi e prendendo alle spalle il giovane e sbattendolo contro la palizzata.
Certamente non è stato un colpo letale ma ha dato a Marco il tempo di riprendere fiato.
Nel contempo il nemico si riassetta , un graffio sotto la gola ne ha macchiato la corazza di rosso.
Quest'ultimo sputa sprezzante per terra.
La situazione si era invertita. Ora era lui con le spalle al muro.

Marco udì un rumore forte proveniente alle sue spalle , si voltò un istante a guardare. Flavio e la sua coorte di Triarii erano arrivati e stavano capovolgendo le sorti della battaglia.

《Pessimo errore.》sibilò il giovane che si lanciò verso Marco , gettandosi addosso a lui , cadono entrambi giù dalle palizzate , un volo di due metri , fortunatamente senza grossi problemi.
Marco , leggermente intontito si rialza e sorprendentemente nota che l'altro centurione era già alzato.

Questo , come un cane rabbioso , come un lupo di fronte a una preda dopo un lungo digiuno , si scaglia verso Marco , spada alta , scudo di fronte , risoluzione nel petto.
L'aquila riesce a parare un colpo iniziale ma viene colpito dallo scudo a una tempia , sente il calore dolce del sangue che cola sulla sua testa.
Il nemico , incalzante , rapido , senza pietá continua a scagliare colpi e fendenti contro l'avversario che deve stare a subire.
Il principes riesce a parare un primo colpo di gladio col proprio , ma un secondo va a segno , rigandone il braccio che regge l'arma.
Rimasto con il solo scudo in mano tenta di difendersi come può da una seconda gragnola di colpi. Cogliendo un opportunità al volo riesce ad assestare all'avversario un colpo inaspettato , che lo lascia come paralizzato per un istante. Marco ne vede l'occasione per raccogliere la spada.
《Secondo grosso errore.》disse alle sue spalle l'altro centurione.
Un fendente giunto alla sua schiena ne lacera l'armatura e le carni , scoprendone le spalle.
Marco lancia un grido di dolore struggente .
Il centurione , grondante di sangue crolla a terra esanime.
Nella confusione che seguì a percepire solo alcune parole , in particolare , quando era ancora lucido , quelle del suo carnefice.
《Ricambio il favore e ti risparmio. Ma la prossima volta non sarai così fortunato. Gli dei hanno voluto così.》disse schernindolo delle sue prime parole nei suoi confronti.

Al risveglio , il caos della battaglia era sparito , lasciava lo spazio al sommesso parlottare di alcuni uomini. Marco , la vista ancora sfocata dal coma appena attraversato , riconobbe il viso di Flavio e Ottavio sopra di lui.
Flavio gli stava medicando il braccio , Ottavio osservava la ferita Appena la tempia.

Marco gemette per avvisarlo della sua coscienza.
I due visi si guardarono stupiti , poi calarono sopra suo tempestandolo di frasi che inizialmente nemmeno comprese.

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