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Prendo la valigia dal baule della macchina e varco la soglia della casa. È abbastanza grande dentro. Dall'entrata si può vedere subito a destra un salotto con dei toni sul beje e dei mobili in legno. A sinistra si può vedere una porta che penso conduca alla cucina, divisa dalla sala da pranzo con un'isola al certo. Successivamente, davanti all'entrata si nota una scala che conduce al piano superiore e accanto ad essa c'è una porta che conduca al bagno.
Le scale sono in legno e al piano superiore ci sono 4 camere da letto e un altro bagno. Quella in fondo a sinistra è quella di mio padre e di Cloe, quella adiacente è quella di Tom. Poi c'è il bagno e verso destra c'è la mia stanza assieme a quella di Jake.
:Zaira, questa è la tua stanza. Dentro ci sono i tuoi scatoloni con le tue cose: mi indica Cloe.
Appena apro la porta notò che la stanza è abbastanza piccola ma accogliente. Di fronte alla porta, in fondo alla stanza c'è una finestra che occupa metà della parete. Sotto la finestra c'è la mia scrivania. A destra c'è il mio letto con già le lenzuola e le coperte, difronte trovo il mio armadio sempre in legno con affianco una libreria.
La stanza è piena di scatoloni, quindi mi metto all'opera e metto via ogni cosa al suo posto. Metto i miei amati libri sulla libreria, i vestiti dall'armadio e lo zaino sotto la scrivania. I trucchi li metto sopra alla scrivania assieme a una lampada ed uno specchio. Sul comodino metto un'altra lampada e una sveglia, sopra al letto metto una bacheca con tutte le mie foto ricordo.
In tutto ci ho messo due ore e si è fatta ora di pranzo.
Scendo in cucina, ritrovandomi tutta la "famiglia" al completo.
:Giusto in tempo Zaira, è pronto il pranzo! Potresti chiamare anche Tom e Jake?: mi chiede papà. Annuisco e vado a chiamarli in salotto.
:È pronto il pranzo: li avviso e come dei fulmini scattano verso la sala da pranzo.
Mangiamo in tranquillità e poi avviso che esco a fare un giro.
Da qua alla piazza ci sono quasi due chilometri a piedi, quindi in mezz'ora neanche ci arrivo. La periferia è molto tranquilla, ma appena ci si avvicina al centro il casino aumenta. Dopo un po' mi fermo davanti una gelateria e avendo ancora fame prendo un cono gelato con una pallina alla stracciatella.
Però in lontananza vedo una ragazza che se ne sta' tutta sola; ha i capelli mori e lunghi fino alla spalla, occhi altrettanto scuri e dal suo maglioncino nero scollato s'intravede un tatuaggio.
La ragazza porta una sigaretta alla bocca per poi buttare fuori il fumo. È attaccata ad una ringhiera che porta sul parco e sembra che stia aspettando qualcuno. Da come guarda l'orologio dal telefono capisco che la persona da lei attesa è in ritardo. Poi fa una smorfia delusa. Ho idea che le abbia dato buca.
Mi dispiace vederla sola, quindi mi avvicino.
:Oh..hey...scusa...: chiedo un po' timida.
:Hey...: dice lei sorpresa.
:Stai aspettando qualcuno?:
Le chiedo curiosa.
:Stavo, ma ha dato buca: dice riportando la sigaretta alla bocca.
:Bhe...eh...sono nuova in città...:
Inizio.
:e vuoi che ti aiuti facendo un tour?: chiede indovinando in pieno. In tutta risposta annuisco e mi squadra dalla testa ai piedi.
:Va bene...andiamo. Tanto non ho altro da fare: dice con un'alzata di spalle per poi buttare a terra la sigaretta e spegnendola.
:Dai andiamo...: s'incammina
:An...fighi i capelli!:
Annuisco e la seguo a ruota.
Mi fa vedere la città e nel frattempo, chiacchierando scopro diverse cose su di lei.
Si chiama Emily Raiss, adora fumare, leggere e bere (alcool ovviamente); ha due tatuaggi, uno con un serpente sulla spalla ed uno col segno del Toro sul polso. Frequenta la Deen High School e saremo in classe assieme.
Poi quando sta per farsi scuro ci scambiamo i numeri di telefono, per poi andare ognuna nelle proprie case.
È incredibile, sono qua solo da un giorno e ho già trovato un'amica; spero solo che sia un'amica vera...

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