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Ho già accompagnato Emily all'università ed ora vado am bar dove lavorerò; si chiama "Molly", è in centro e all'esterno si possono notare dei tavolini dove potersi sedere mentre si mangiano o bevono i prodotti del locale.
Quando entro un ragazzo dai capelli biondi, gli occhi azzurri, con qualche tatuaggio mi si avvicina con un sorriso.
:Buongiorno signorina, cosa posso fare per lei?: mi chiede gentilmente. Indossa  un grembiule con il logo del locale, ovvero una stella, ed il suo nome.
:Buongiorno, ho un appuntamento con il titolare di questo locale. Mi chiamo Zaira Smith: lo informo in modo cordiale.
:Va bene, adesso ve lo chiamo. Nel frattempo potete sedervi a questo tavolo: mi fa accomodare, e prima di andare ad avvisare il suo capo si sofferma sul mio volto e poi sulla maglietta con Stich.
Nel frattempo tirò fuori dalla borsa le scartoffie da dover compilare assieme alla penna e dopo cinque minuti arriva il ragazzo di prima, che se ho letto correttamente si chiama Luke assieme ad un signore sulla quarantina. Quest'ultimo è vestito con un completo elegante blu, i capelli neri con qualche ciocca grigia pettinati all'indietro e gli occhi grigi. Non saprei dire se mette più paura o ammirazione. Nonostante l'età si scorgono pochi segni d'invecchiamento e anche se non ha un fisco scolpito è messo bene.
:Piacere, tu dovresti essere Zaira. Io sono Alessandro Crame, il proprietario di questo bar, però puoi chiamarmi semplicemente Alessandro.: mi sorride con fare gentile porgendomi la mano.
:Piacere, Zaira.: gli sorrido stringendogli la mano.
:Bene...Luke torna pure a lavorare, ora sistemiamo qualche scartoffia e poi tel'affido per mostrarle meglio il locale e le cose che dovrà sapere.: gli ordina Alessandro mentre Luke ascolta attentamente e dopo aver fatto un cenno di aver capito torna a lavorare.
:Bene...vedo che hai già le carte pronte.: dice quasi sollevato.
:Si, le ho lette e completate dove serve. Mancano le sue parti e dopo gliele lascio: lo informo porgendogli i documenti.
:Molto bene, allora dopo le finisco. Hai qualche domanda da pormi?: mi guarda incuriosito.
:In realtà mi chiedevo il perché ha chiamato il locale "Molly":
Confesso curiosa di sapere la risposta.
:Bhe in realtà è il nome di mia figlia, ho aperto questo bar un anno dopo la sua nascita; quest'anno avrebbe dovuto compiere vent'anni, ma è morta in un incidente d'auto un anno fa...era riuscita a trovare per fino la sua anima gemella.:
Mi racconta con un velo di tristezza a coprirgli il volto.
:Com'era Molly?: chiedo dispiaciuta della perdita del mio capo.
:Era una ragazza dal corpo snello, i capelli neri come i miei e due occhi verdi come quelli di sua madre. Le piaceva cantare, aveva un animo nobile e si prendeva cura degli animali in uno zoo. Non era molto conosciuta, dato che non le piaceva stare in mezzo a molta gente, ma le poche persone che la conoscevano veramente le volevano tutte un gran bene.: termina il discorso con talmente tanta tristezza da poter scorgere una lacrima che tenta di scappare.
:Bene, ora va da Luke così ti illustra tutto ciò che dovrai sapere sul bar. Inizierai lunedì alle 7.00. Buon weekend Zaira: con un sorriso dolce si alza dal tavolo e si dirige verso quello che potrebbe essere il suo studio.
Quando ormai si è allontanato dal mio campo visivo mi alzo e vado diretta dal biondo.

È passata un'ora e Luke mi ha detto ogni cosa e ora sono in viaggio per prendere Emily all'università. Parcheggio vicino al campus e le mando un messaggio per avvisarla del mio arrivo.
In prestezza la scorgo da lontano venire verso la mia macchina e quando entra tira un sospiro di sollievo.
:Adoro questo campus! L'unica pecca è che non so se riuscirò a concentrarmi con tutti questi bei ragazzi! Sono tutti uno più bello dell'altro!:
Esulta super elettrizzata all'idea di dover stare con dei bei ragazzi durante il periodo di studi.
Con una mano si fa aria in faccia per farmi capire che quei ragazzi sono come degli dei; affascinanti e di una bellezza travolgente.
Al suo gesto non riesco a trattenermi e scoppiò in una fragorosa risata, al che ride anche lei.
Dopo aver ripreso fiato fa partire la musica e così ci dirigiamo al supermercato.

Abbiamo parlato di quel che abbiamo fatto passando tra gli scaffali del negozio, senza renderci conto di quanta roba abbiamo messo nel carrello.
:Secondo te riusciamo a rientrare nel budget?: le chiedo preoccupata di non riuscire a pagare tutto.
:Siii al massimo lasciamo giù qualcosa e passeremo un'altra volta. Ammette facendo un'alzata di spalle.
Arrivate alla cassa la commessa passa tutti i prodotti e quando alla fine dice il totale tiro un sospiro di sollievo nel sapere di non dover rinunciare a qualcosa.

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