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A passo lento entro nella camera, ha le pareti bianche, al centro il letto dove vicino ci sono i macchinari ed una sedia per lato.
:Hey Jake...: lo trovo seduto, sveglio ma con pieno di lividi e fratture.
:Zaira!: mi guarda con gli occhi pieni di vuoto. È pallido, i capelli sporchi e più magro di quando l'ho visto l'ultima volta.
Mi siedo nella sedia accanto e gli prendo la mano, mentre le lacrime vogliono uscire.
:Come stai?: chiedo inutilmente, date le sue condizioni.
I suoi occhi iniziano a essere più lucidi, le guance a essere rigate ed il capo abbassarsi.
:Perché il camion non era dalla mia parte? Perché!? Non doveva esserci Tom in coma! Ci dovevo essere io!:
Ammette tra le lacrime facendo uscire tutto il dolore.
:Jake, vedrai che si riprende, in fondo il nostro Tom è forte e lo sai: gli sussurro in un abbraccio che ricambia volentieri.
La sua testa è appoggiata alla mia spalla e lo sento singhiozzare, il suo battito accelerare e dentro di me qualcosa rompersi.
Lo accarezzo e gli sto vicina senza dire nulla, in fondo tutto il suo dolore me lo ha mostrato senza il bisogno di parole e così io ci sto affianco, lo supporto in silenzio e con i gesti.
Quando si è calmato prendo il necessario per lavarlo sul letto. A fatica  sono riuscita a pulirlo finché potevo, gli ho fatto la barba e con l'aiuto di papà lo abbiamo cambiato.
:Sai Zaira, ieri dovevo andare a fare la spesa perché il frigo era vuoto e lui ha insistito che mi accompagnasse. Saliti in auto aveva fatto partire la radio, dove suonavano "Treat you better" e lui si era messo a cantarla.
Era così felice...
Però, quando mancava ormai poco, eravamo ad un incrocio e quando è arrivato il verde sono partito...peccato che da destra sia arrivato quel bastardo ubriaco!: mi racconta l'accaduto a volto basso. Dal tono di voce capisco il suo sconforto, il dolore, il senso di colpa e un'incolmabile tristezza.
:Non è stata colpa tua...: gli dico prima di abbracciarlo. Ora si sente la causa di quel che è accaduto.
:Grazie Puffetta...: mi ringrazia utilizzando il nomignolo, ma con un sorriso sforzato.
:Scusate...ora il paziente deve riposare. L'ora delle visite è terminata.: m'informa un'infermiera.
:Va bene...allora adesso vado sai Jake. Domani torno a trovarti e ti porto il tuo pupazzo preferito: gli dico riferendomi al suo peluche che lo aiutava quando finiva in ospedale per le sue cavolate.
:Intendi il peluche di Sdentato?: chiede con un barlume di speranza come se fosse ancora piccolo.
:Si...: gli rispondo, ma una lacrima riesce a sfuggire al mio controllo.
:Allora non vedo l'ora che venga domani: mi sorride asciugandomi la guancia con il pollice.
In un sorriso pieno di affetto ci salutiamo ed io esco per lasciarlo riposare.
:Il dottore che si occupa di Tom ci ha detto che ci chiameranno quando avranno altre informazioni. Andiamo a casa per il momento.: annuncia mio papà leggendomi nella mente.
Annuisco e poi usciamo dall'ospedale.

:Allora, al momento non posso ospitarti a casa mia, vuoi che ti accompagno in un hotel?: chiedo rivolgendomi a Tritone che non mi ha mai lasciata sola dopo la visita di Jake.
:Andrò nella grotta...va tranquilla: mi rassicura e inizia a incamminarsi nella foresta sparendo poco dopo tra gli alberi.
Ma non averlo accanto, stranamente mi dà un senso di incompletezza.
Così mi spunta dal nulla una strana idea.
:Papà...vado a fare una passeggiata nel bosco per schiarirmi le idee: lo informo, salutk Emily che ritorna a casa sua e mi avviò verso la grotta.

Ormai manca poco, ma più mi avvicino più sento la voglia di entrare nell'acqua calda di cui ricordo, trasformarmi in sirena e nuotare per un po'.
Arrivata noto che non c'è Tritone, eppure vi è il suo zaino blu accanto alla parete rocciosa.
Sarà ritornato nel suo castello...penso.
Sapendo che non c'è nessuno mi spoglio di tutti i vestiti e quando entro a contatto con l'acqua e penso a voler diventare sirena, lo divento.
Le gambe vengono subito sostituite dalla pinna e a coprirmi i seni spuntano delle scaglie blu e celesti.
I capelli iniziano a brillare e d'istinto nuoto sentendo l'acqua muovermi i capelli, l'acqua sulla pelle ed i pesci buttarmi attorno.
I pensieri tutte le cose brutte che sono capitate mi scorrono via, sentendomi più libera.
:Che ci fai qui puffetta?: sento una voce a me familiare e una volta girata vedo Tritone nella sua forma da sirena.
:Non saprei dire con esattezza, però mi sentivo come attratta da questo posto: " e da te" volevo aggiungere, ma è meglio evitare.
:E normale, è come se fosse la tua seconda casa...: mi spiega.
:Vieni...adesso è meglio tornare in superficie, tra poco dovrai essere a casa...: aggiunge con fare gentile, facendomi strada.
Tornando indietro noto quanto abbia fatto presto a percorrere tanto tragitto in poco tempo...probabilmente è una caratteristica delle sirene.
Dopo quella che sarà stata mezz'ora siamo giunti nella vasca della grotta.
:siamo arrivati...grazie per avermi accompagnata qui, probabilmente mi sarei persa.: ammetto imbarazzata.
:Vero...ma presto riuscirai anche ad orientarti come nella terra ferma: mi rassicura avvicinandosi per poi spostarmi dietro l'orecchio una ciocca fuori posto.
Quel gesto così lento e fatto in modo sensuale mi fece spostare il volto, che distava a pochi centimetri dal suo, per baciarlo sulle labbra.
Il sapore di sale, mischiato al suo profumo, mi rimase sulle labbra. Tritone sorpreso dal mio gesto mi accarezza il viso e con la pinna avvolta alla mia, mi avvicina di nuovo a sé per baciarmi con più foga ed eccitazione.
La sua lingua inizia a danzare con la mia in sintonia. In quel preciso istante la mia mente desidera essere nuda sotto di lui, con le gambe a stringergli il busto.
E proprio in questo istante la mia coda sparisce per far riapparire le mie gambe. Ormai nuda e alla sua portata, anche lui decide di tornare alla forma umana, mentre continua a baciarmi con foga, le sue mani mi accarezzano i seni e le mie vagano tra i suoi capelli e sulla sua schiena.
Con lentezza traccia una scia di baci fino al seno, dove succhia e ci gioca con la lingua un capezzolo.
Il respiro mi si fa sempre più ansante ed i pensieri che non mi erano mai passati per la mente affiorano.
Tritone vedendo il mio viso arrossato decide di preparami a ciò che avrebbe fatto dopo...prima mi massaggia l'intimità e poi quando sente che sono abbastanza bagnata, infila un dito.
Alla sua presenza dentro di me avvicino i fianchi alla sua mano e lui riprende a baciarmi.
Dopo un po' inserisce un altro dito e andando a ritmo, si muovono dentro di me, facendomi allargare sotto di lui.
A quel punto senza pensarci due volte mi chiede il permesso con un movimento della testa e intuendo le sue intenzioni annuisco.
Toglie da me le sue dita, impugna il suo membro e con una spinta mi entra dentro in un attimo. Sentendolo così all'improvviso mi s'inarca la schiena e mi esce dalle labbra un urletto di piacere. Rimane fermo qualche secondo, prima di iniziare a muoversi lentamente per permettermi di adattarmi meglio alla sua grandezza.
Tra un bacio e l'altro aumenta di velocità, facendomi gemere sempre più frequentemente.
Dopo un po' mi sento come se dovesse arrivare una scarica di energia.
:Sto- sto per ven-venire: riesco a dire in un  sussurro all'orecchio.
Lui annuisce e aumenta di velocità e poco dopo veniamo entrambi nello stesso momento.
Rossi in faccia e stanchi, riprendiamo fiato. Tritone rimane per un altro po' dentro di me, ma quando esce per sedersi accanto a me, mi sento strana.
:come ti senti?: mi chiede stringendomi a lui, preoccupato per la mia salute, avendo paura di avermi fatto male.
:Sto bene, grazie: gli rispondo con voce flebile.
Ma a stupirmi di più è un'altra idea pazza.
Sta volta mi metto io sopra di lui e struscio la mia intimità sul suo membro, che subito si alza.
:Vuoi un'altro giro puffetta?: mi chiede con voce rauca ad un centimetro dalle mie labbra.
:Si...: gli soffiò sulle sue e così lo rifacciamo.

Dopo quella che sarà passata un'ora mi asciugo e mi rivesto.
:Domani mattina ritorna, così ti accompagno in ospedale e poi magari facciamo un altro giro...: mi dice cingendomi i fianchi. Con un sorriso annuisco per poi dargli un bacio.
:Va bene, buona notte...:
:Buona notte puffetta.:  mi saluta con un sorriso prima di lasciarmi andare verso casa.

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