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ZAIRA

:Voi siete pronti?: chiedo con lo zaino in spalla a Tritone e ad Emily.
:Si...anche se non sopporto prendere l'aereo..: ammette il sirenetto con la una smorfia.
:Andiamo...se no perdiamo il volo: aggiunge Emily pensierosa.
Quando l'avevo chiamata aveva il respiro irregolare...che abbia fatto tardi a lezione o abbia fatto ginnastica?
Non lo so, ma all'idea che i miei fratelli siano in ospedale mi si chiude lo stomaco, assieme alla nausea che mi percorre la gola.
:Pensierosa la tua amica...: mi commenta a bassa voce quello che dovrebbe essere il mio compagno.
:Già...è così da quando sono tornata a casa... sicuramente è preoccupata per Tom: ammetto sicura delle mie parole.

Il volo dura molto e finalmente quando atterriamo posso liberare la risata che ho trattenuto...
:Non è divertente! Non sapevo che quella era una hostess!: si cerca di difendere il moro.
:Hai pensato che fosse il pilota e che avesse lasciato l'aereo senza nessuno che lo pilotasse! Ti sei impacciato talmente tanto da far spaventare anche i bambini vicino ai nostri posti; che poi si sono messi anche a piangere!: gli ricordo della scenata che ha fatto poco dopo l'inizio del volo.
I bambini piangevano credendo che potesse precipitare l'aereo e la hostess lo ha rassicurato perdendo tempo.
Quanta pazienza ha avuto quella ragazza!
:Bene...ora che hai smesso di ridere troviamo un taxi che ci porti a casa!: dice acida Emily tagliando corto.
Per di lì iniziano a passare diverse macchine gialle con il cartellino "taxi", quindi la mia amica fa segno con la mano di fermarsi e quando un'autista ci segna della sua attenzione saliamo sul veicolo.
:Dove vi devo portare?: chiede l'uomo ormai vecchio alla guida.
Gli indico la strada da seguire e dopo aver annuito parte.
Il tragitto dura un paio d'ore e quando arriviamo all'ospedale chiamo mio papà, in modo che ci accompagni nelle stanze di Tom e Jake.
:Siete arrivati?: mi chiede subito senza salutare dall'ansia.
:Si papà...siamo all'ingresso.:
:vi raggiungo subito: conclude prima di attaccare.
Dopo qualche minuto lo vedo arrivare in lontananza e d'istinto lo abbraccio.
Lui ricambia con dolcezza e dal respiro irregolare capisco che ha pianto.
:Ciao Emily. Lui...chi è?: indica Tritone, dopo aver salutato la mia amica, quando abbiamo sciolto l'abbraccio.
:è la mia anima gemella...papà lui è Tritone, Tritone lui è mio padre.: gli presento in velocità.
:Allora come sono messi Jake e Tom?: chiedo andando al sodo, preoccupata.
:Jake è messo male, ma Tom è messo peggio. Ora è in coma, ma i dottori non sanno se riuscirà a sopravvivere...ha perso molto sangue, oltre alle ferite gravi comportare dall'incidente. Jake stava guidando, mentre Tom gli era affianco, però il camion è andato addosso proprio nella parte di quest'ultimo.: mi spiega trattenendo le lacrime.
D'istinto lo abbraccio di nuovo per confortarlo, mentre lotto contro le lacrime per non farle uscire. Ora devo aiutare mio papà ad affrontare l'accaduto.
Emily è scioccata e le lacrime le rigano il volto.
: venite, possiamo andare da Jake. Ci hanno concesso le visite per lui.: dice prima di far strada.
Dietro di lui c'è la mia amica e dietro di loro ci sono io e per rassicurarmi Tritone mi prende la mano con tocco leggero e delicato.
Totalmente fuori luogo sento il cuore aumentare di velocità, stupendomi .
Anche se so già cosa potrebbe essere  non ci voglio credere. Insomma Tritone è piombato così di botto nella mia vita, mi sta facendo ammattire con tutte le informazioni sulle anime gemelle e...e mi ha salvato la vita...oltre a supportarmi in un momento difficile.
Forse così male non è come credevo.
:Zaira. Zaira mi stai ascoltando?: Emily mi richiama risvegliandomi dallo stato di trance.
:Si, ci sono...: le rispondo.
:Hanno detto che puoi entrare a vedere tuo fratello.: mi ripete e d'io annuisco accorgendomi solo adesso di essere di fronte alla sua stanza.

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