1. Forse Cupido si è perso (Elena)

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A cose basse e vili, prive d'ogni pregio,
L'amore può dare forma e dignità. L'amore non guarda con gli occhi, ma con la mente
Ed è per questo che l'alato Cupido
Viene dipinto cieco.



(William Shakespeare, Sogno di una notte di mezza estate)

Al centro di una stanza dalle pareti rosse come il fuoco, c'era un letto di legno bianco coperto da un piumone decorato da piccole rose rosse. E su quel letto c'era una ragazza, che sedeva a gambe incrociate con un pesante computer in grembo. Nel silenzio della stanza si udiva solo il battito accelerato del suo cuore e il ticchettio frenetico delle dita sui tasti neri della tastiera.

"...Non so cosa mi abbia spinto a scriverti questa mail, nonostante io non sia del tutto sicura dei sentimenti che provo per te. Non credo di essermi mai innamorata, quindi non ho la più pallida idea di come ci si senta. Forse è questo il motivo per cui ci ho messo tanto a scriverti. Forse avevo paura di aprirti il mio cuore, avevo paura di cosa sarebbe successo dopo averti dichiarato apertamente i miei sentimenti. O forse, avevo semplicemente paura di non sapere cosa significasse amare e di aver sbagliato tutto. Ci conosciamo da tre anni ormai e, se penso che questa e-mail potrebbe rovinare la nostra amicizia, mi vengono i brividi. Nel caso tu non provi lo stesso sentimento che io credo di provare per te, ti prego di comportarti come se questa lettera non fosse mai esistita. Perché per me sei più importante di quanto tu possa immaginare e non vorrei perdere la tua amicizia per nulla al mondo.

Con affetto,
Elena"

La mano le tremava leggermente mentre premeva il pulsante 'invio' sulla tastiera ed esalava un sospiro liberatorio.
Dopo secoli di indecisione, era finalmente riuscita a mandare una dichiarazione d'amore.
Via e-mail, ovviamente, perché sarebbe stato troppo imbarazzante per lei dichiararsi di persona.
Alzò la testa e guardò il piccolo Cupido che teneva attaccato sulla parete di fronte al letto.

"Ti prego, fa che vada tutto bene".

Poi scoppiò a ridere.
Stava veramente pregando Cupido per una dichiarazione d'amore?
Era piuttosto bizzarro.
Chiuse il computer e lo poggiò per terra accanto al letto, poi si buttò di peso su di esso e iniziò a pensare, osservando il lampadario rosso a cupola appeso al soffitto che pendeva sopra la sua testa.

I lunghi capelli castani le incorniciavano il viso piccolo e dai lineamenti delicati. Si morse leggermente le labbra carnose e iniziò a tamburellare con l'indice e il medio sulla punta del naso sottile, gesto che faceva ogni qualvolta era preoccupata o si trovava in una situazione imbarazzante.
Si tolse gli occhiali di metallo dorato e chiuse gli occhi, facendo scomparire le grandi iridi marroni dietro le palpebre adornate da ciglia lunghe e nere.
Quando li riaprì, la stanza era diventata un insieme sfuocato di rosso e bianco e la pelle rosea del Cupido si intravedeva a malapena, coperta da tutto il rosso che la circondava.

Quanto è brutto essere miopi.

Quello era il primo pensiero che le veniva in mente ogni qualvolta si fermava ad osservare il mondo senza occhiali.
E la cosa più brutta era il fatto di non potersi guardare allo specchio senza di essi.
Infatti da lontano riusciva ad intravedere, riflessa nello specchio, solo una piccola figura sfocata e, per riuscire ad osservare il volto senza quegli attrezzi di tortura che aveva davanti agli occhi, non poteva allontanarsi da esso più di trenta centimetri.

Dopo aver tirato l'ennesimo sospiro di rassegnazione, inforcò nuovamente gli occhiali di forma ovale e tutto tornò come prima.
Riusciva di nuovo a distinguere il piccolo Cupido appeso alla parete che sembrava scoccare una freccia verso il grande specchio appeso all'angolo della stanza, il grande armadio bianco e una piccola libreria dove teneva accatastati, il più ordinatamente possibile, più di un centinaio di libri.
Sul comodino vicino al letto, accanto alla foto dei suoi due nonni defunti, c'era un libro rilegato in stile ottocentesco.

Forse Cupido ha perso la bussolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora