17. Amicizie e incomprensioni (Elena)

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Date parole al vostro dolore altrimenti il vostro cuore si spezza.

(William Shakespeare, Macbeth)

Elena aprì gli occhi e si ritrovò sotto un portico, seduta su una piccola sediolina di legno.
Vicino a lei, seduta su una sdraio, c'era una signora anziana che la osservava con le labbra increpate in un dolce sorriso.
Nonostante il volto fosse inevitabilmente stato modificato dai segni del tempo, i suoi occhi celesti brillavano come quelli di una ragazzina.
Teneva i lunghi capelli grigi legati in una crocchia e indossava un grembiulino nero decorato con piccoli fiorellini colorati.

«Allora, Elena, cosa volevi dirmi?»

Elena alzò lo sguardo e incrociò gli occhi della nonna. Cosa doveva dirle? Non se lo ricordava più.
Si spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e tossì lievemente.

«Ecco, io...»

«Tua madre mi ha detto che ultimamente sei sempre distratta,» l'anziana fece segno alla nipote di avvicinarsi e le sussurrò all'orecchio «Per caso ti piace qualcuno, eh? Guarda che alla nonna puoi dirlo! Ricorda, sono settant'anni più vecchia di te.»

Elena cercò di ridere, ma il sorriso le morì sulle labbra. Ecco, cosa doveva dirle. Finalmente se ne era ricordata.

«Veramente, nonna, a me...» Elena emise un sospiro colmo di frustrazione «non piace nessun ragazzo.»

La nonna annuì, poco convinta. Poi fissò intensamente Elena negli occhi, come per provare a scrutarle nell'animo.
Elena non era mai riuscita a mentirle su nulla. Su nulla, tranne che su quella cosa.

«Non mi riferivo per forza ad un ragazzo, tesorino mio» ribatté la donna lanciandole un'occhiata complice.

Elena rabbrividì e sentì improvvisamente l'aria farsi tesa. Come l'aveva capito? Chi glielo aveva detto?

«C-come...»

«Sono nata settant'anni prima di te, tesorino mio. Non ho bisogno che nessuno mi dica nulla per riuscire a capirti. E poi,» l'anziana assunse un'espressione affranta «questo tuo atteggiamento mi ricorda molto...»

Elena non riuscì a sentire il nome della persona a cui la nonna si stava riferendo, ma nel guardare la sua espressione persa nei ricordi, decise di non fare ulteriori domande e di aspettare che continuasse a parlare.

«Allora? Hai intenzione di dire alla nonna cosa sta succedendo?»

Elena annuì. Non aveva mai detto quel segreto a nessuno, nemmeno a suo fratello.
Eppure, sentiva il bisogno di raccontarlo a qualcuno.

«Nella mia classe c'è una ragazza. Io non ne sono sicura ma, ecco, credo che mi piaccia. Non come amica. In senso... romantico, ecco.»

Elena cominciò a torcersi le mani, divorata dall'ansia. La nonna era sempre stata, dopo il fratello, la persona su cui aveva fatto più affidamento. Persino più della madre e del padre.
E la paura di perdere il suo orgoglio la rendeva più nervosa che mai.

«Sai,» la nonna schiuse le labbra e cominciò a parlare con tono calmo «Una volta conoscevo una ragazza proprio come te. Dolce, gentile, studiosa e molto bella. Io le volevo molto bene, anche se non ero molto brava nel dimostrarglielo. A questa ragazza non erano mai piaciuti i ragazzi. Ovviamente non l'aveva mai detto a nessuno perché, se la cosa si fosse venuta a sapere, non sarebbe riuscita né a passare una serena vita scolastica, né a trovare un lavoro una volta diventata grande.
Io, però, l'avevo capito fin da subito. Insomma, chiunque le avesse voluto veramente bene l'avrebbe capito subito.
Un giorno però, scoprii che aveva conosciuto una ragazza. Bella, gentile, simpatica. Una ragazza d'oro, proprio come lei. Eppure, io mi accorsi immediatamente che fra di loro c'era qualcosa di completamente diverso dall'amicizia.
Ovviamente non dissi mai niente, ma altre persone lo notarono e le voci iniziarono a girare.
Alla fine, le ragazze dovettero separarsi e per la mia amica fu un brutto colpo.
Iniziò a odiare il mondo, a dire di non aver bisogno di nessun uomo per avere successo.
Per quanto ne so, l'altra ragazza si sposò con un uomo e divorziò poco dopo.
Per quanto riguarda la mia "amica", andò a lavorare in un bar e in seguito si laureò.
Poi si sposò con un uomo e diedero vita ad una famiglia.»

Forse Cupido ha perso la bussolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora