20. Profumo di fragola (Elena)

360 36 175
                                    

Tutti i giorni son notti per me, finché io non ti vedo, e giorni luminosi son le notti quando mi appari in sogno.

(William Shakespeare, Sonetto 43)

Elena si guardò intorno: si trovava in una grande stanza e aveva le spalle contro il muro. Le sue braccia, alzate sopra la testa, erano bloccate al muro da due forti mani. Per un attimo le venne in mente quello che era successo con Aurora, ma quel pensiero sgusciò subito via dalla sua mente. Quelle mani, che la tenevano inchiodata al muro così saldamente, non la intimorivano per nulla. E sì, sentiva il cuore battere a mille. E sì, aveva anche una vaga (molto vaga) idea di ciò che sarebbe potuto succedere. Ma chi era quella ragazza? Forse Andrea? No, era impossibile. Provò ad alzare lo sguardo, ma il volto della ragazza sembrava come sfocato.

«E adesso? Cosa vuoi che ti faccia?»

La ragazza misteriosa, nel sussurrare quelle parole, aveva avvicinato la bocca all'orecchio di Elena. Elena sentì l'orecchio formicolare, proprio dove le sembrava di aver percepito il fiato caldo della ragazza.

«Baciami»

Quelle parole le uscirono dalla bocca d'impulso, ed ella non seppe nemmeno per certo se fosse stata lei a pronunciarle. E non ebbe nemmeno il tempo di provare ad alzare lo sguardo sulle labbra di quella ragazza, che ella la baciò. Elena sentiva le labbra morbide e calde della ragazza sulle sue e un odore di fragola che le inebriava le narici. E fu una cosa dolce, finché non sentì qualcosa di nuovo chiedere accesso alla sua bocca. Ed ella sapeva cosa fosse, ma, alla (non) veneranda età di sedici anni, non l'aveva mai provato.
Sentì la sua lingua venire avvolta e, ancora stordita, non si accorse nemmeno di quando la bocca della ragazza di separò dalla sua. Sentì solo un formicolio sul collo e la sensazione di qualcosa di umido sulla sua pelle. E sentì le dita della ragazza che attraversavano lentamente i palmi delle sue mani. Aprì le dita per quanto poté e quelle della ragazza si infilarono fra le sue e si strinsero intorno alla sua mano. Ormai Elena non vedeva più niente, sentiva solo la bocca della ragazza che lentamente, attraversava il collo e lo baciava fino a giungere di nuovo sulla sua bocca. E si sentì come se solo quello non le bastasse più.

E la ragazza, come se avesse percepito i pensieri di Elena, lasciò andare le sua mani e le poggiò sul suo corpo, facendole scendere lentamente verso i fianchi.
Elena rabbrividì sotto quel tocco e si fece trasportare da quella presa delicata ma salda verso il letto al centro della stanza.
E la ragazza fu subito sopra di lei, facendole mancare il respiro.
Elena mosse lentamente le mani verso la camicetta della ragazza, per cercare di sbottonargliela, ma ella non glielo permise.
Si abbassò su di lei e ricominciò a baciarla, prima dolcemente, poi di nuovo con una ferocia mai vista prima. Come se volesse coccolarla e divorarla nello stesso istante. Poi, staccandosi un momento dalle labbra di Elena, si avvicinò alla cerniera della sua felpa e la aprì, facendo intravedere il reggiseno nero sotto la maglietta intima ricamata.

«Ma che eleganza» sussurrò mentre le accarezzava i capelli e sistemava quelli che le erano finiti sul viso.

Elena sentì un formicolio sulla guancia, proprio dove la ragazza l'aveva accarezzata. Allungò le braccia in alto e cinse il collo della ragazza. Poi, stringendola a sé, fece in modo di ribaltare la situazione per trovarsi sopra di lei. E, subito dopo aver ottenuto ciò che voleva, si rese conto di non sapere come comportarsi. La ragazza, che adesso era sotto di lei, era scoppiata in una risata sommessa.

«Adesso cosa vuoi fare, Elena?»

Elena rabbrividì, sentendo per la prima volta la ragazza pronunciare il suo nome. Eppure, ancora non riusciva a capire chi fosse. Quella non era la voce di Aurora e nemmeno quella di Andrea. Ma allora, chi era quella ragazza che aveva appena pronunciato il suo nome?
Risvegliandosi dai suoi pensieri e istigata dalle parole della ragazza, Elena si abbassò e cercò di fare ciò le ella aveva fatto a lei.
Ma fu impossibile. Come ella immaginava, alla fine fu la ragazza a fare la prima mossa e a riunire la sua bocca con quella di Elena.
E in un batter d'occhio fu di nuovo sopra di lei, con un sorriso compiaciuto sulle labbra. Poi avvicinò di nuovo il capo a quello di Elena, ma questa volta non per baciarla.

Forse Cupido ha perso la bussolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora