29. Odio e rancore (Angelica)

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L'umanità è malvagia e nel suo mal trionfa. 

(William Shakespeare, Sonetto 121)

Angelica entrò in classe di corsa senza far caso alla professoressa che aveva ricominciato a spiegare come se nulla fosse accaduto.
Posando gli occhi su Antonio, vide che teneva lo sguardo basso e giocherellava con una matita sotto il banco.

«Angelica, hai intenzione di sederti e cominciare a seguire la lezione o vuoi rimanere lì in piedi?» ovviamente era una domanda retorica, «Sei stata in bagno più del necessario, quindi direi che è ora che tu ti sieda.»

«Mi scusi prof, avevo le mie cose da donna» rispose Angelica sollevando leggermente un angolo della bocca.

La professoressa fece finta di non aver sentito e Angelica andò a sedersi vicino ad Antonio.
Proprio in quel momento, il collaboratore scolastico fece il suo ingresso in classe insieme a Flavio e a una donna bassa e robusta con i capelli grigi, gli occhi di un azzurro tendente al grigio e un vestito elegante.
Non doveva avere più di sessant'anni, eppure sembrava dimostrarne molti di più.

A prima vista, Angelica quasi la scambiò per una collaboratrice. Quando, però, vide tutti i suoi compagni alzarsi, li imitò nel modo più naturale possibile.
Non era la prima volta che non riconosceva la preside, pensò Angelica con rammarico, forse perché la vedeva soltanto una o due volte all'anno.

«Il vostro compagno qui presente si è reso protagonista di un bruttissimo scherzo ed è stato severamente punito. Che questo sia un monito per tutti voi, che passate la maggior parte del vostro tempo in questa scuola. Non importa chi voi siate, qui siete solo studenti e verrete trattati senza alcuna differenza.»

Angelica per poco non scoppiò a ridere davanti alla preside. Ovviamente quella scenetta era stata accuratamente preparata per far credere a tutti che gli studenti venissero trattati in ugual modo.
In realtà, Angelica era sicurissima che la questione dell'aggressione ad Antonio fosse stata insabbiata per bene e che i tre giorni di sospensione che avevano dato come punizione a Flavio non gli avrebbero impedito di superare anche quell'anno con buoni voti.

Quando la preside fu uscita dalla porta, il collaboratore scolastico si avvicinò all'insegnante e le sussurrò qualcosa, lanciando uno sguardo veloce ad Angelica e ad Antonio.

«Oggi ci sarà un cambio di posti» dichiarò la professoressa non appena il collaboratore fu uscito dalla classe.

Antonio si girò di scatto verso la sua compagna di banco e abbassò lo sguardo per evitare di incrociare i suoi occhi.
Entrambi sapevano benissimo chi fosse la causa di quel cambiamento improvviso.
E sapevano anche di non poter far nulla per impedirlo.

«Mi dispiace...davvero» sussurrò Antonio alzandosi in piedi e preparandosi a spostarsi di banco.

«Non è colpa tua. Ma oggi all'uscita dobbiamo parlare. Ho una cosa importante da chiederti» rispose Angelica con un sospiro.

Nonostante avesse il desiderio irrefrenabile di scoprire la verità, avrebbe dovuto aspettare un po' per parlargli della telefonata.

«Allora...» la professoressa tossicchiò per richiamare il silenzio «Antonio andrà all'ultimo banco, vicino a Flavio. Invece Angelica resterà al suo posto e accanto a lei si siederà Federica. Il posto che apparteneva a Federica sarà occupato da Eric.»

Angelica sgranò gli occhi e posò lo sguardo su Flavio, che lo evitò abilmente.
Non le creava alcun problema l'essere finita insieme a Federica, ma era preoccupata per Antonio e per ciò che sarebbe potuto accadere adesso che aveva Flavio come compagno di banco.

Forse Cupido ha perso la bussolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora