2. Dichiarazioni inaspettate (Angelica)

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Ride delle cicatrici colui che non è mai stato ferito.

(Shakespeare, Romeo e Giulietta)

In un normale pomeriggio di febbraio, una ragazza correva per le stradine ciottolose di un parco.
Con le cuffiette nelle orecchie, osservava gli alberi che la circondavano e che lei superava uno dietro l'altro, senza fermarsi ad osservare le foglie mosse dal vento e gli uccelli che, infastiditi dal rumore delle auto in strada, svolazzavano in massa da un albero all'altro.
Dopo una ventina di minuti la ragazza si fermò, sedendosi su una panchina di legno verniciata con i colori dell'arcobaleno.
Si ricordava benissimo quando era stata verniciata: sei mesi prima, ad una manifestazione LGBT a cui lei aveva partecipato.
Una manifestazione che preferiva non ricordare.
Ma, nonostante quel posto fosse legato ad un brutto, anzi bruttissimo, ricordo, non riusciva ad odiarlo.
Anzi, quello era l'unico posto dove le sembrava di sentirsi in pace con se stessa.

Si sciolse i lunghi capelli biondi, che ricaddero in parte sui grandi occhi dalle iridi marroni.
Se li portò indietro con una mano, poi aprì la fotocamera e fece una foto al paesaggio per pubblicarla su Instagram. Amava fare fotografie quasi quanto ascoltare la musica. Le era sempre piaciuto. Da quando era riuscita a comprare un telefono aveva riempito la galleria di fotografie di parchi, strade deserte e foto di ogni genere. Per lei ogni foto era speciale, ogni attimo meritava di essere immortalato.

Be', forse non proprio ogni attimo. Alcuni momenti forse era meglio non immortalarli né ricordarli mai.

Proprio mentre contemplava la foto che aveva appena scattato, vide comparire in alto una piccola notifica. Un'e-mail? Chi avrebbe mai scritto un'e-mail di quei tempi? Aprì la casella di posta e vide una lettera, dedicata ad una persona di nome Andrea.
Presa dalla curiosità, iniziò a leggerla.

"Ciao Andrea,
Ti sembrerà strano che io ti stia scrivendo un'e-mail quando potrei semplicemente mandarti un messaggio, ma quando avrai finito di leggerla sono sicura che capirai il perché della mia scelta."

La ragazza allontanò il telefono dal viso e chiuse gli occhi. Di sicuro l'e-mail non era destinata a lei, dato che il suo nome era Angelica e non Andrea.

«Oh mio Dio, una lettera d'amore? Siamo seri?» sussurrò fra sé e sé con una nota di curiosità nella voce.

Nonostante il suo apparente disgusto per le dichiarazioni romantiche, la situazione si presentava veramente interessante ed ella, ovviamente, decise di continuare a leggere.
Forse stava invadendo la privacy di qualcun altro, ma di certo non era sua la colpa se il mittente di quella mail aveva sbagliato destinatario.

"È da tanto tempo che cerco di dirtelo e adesso credo di aver finalmente trovato il coraggio di farlo. Insomma, ci conosciamo da tanto tempo, non posso più tenertelo segreto. So che probabilmente tu non provi lo stesso per me, ma devo liberarmi di questo peso o non riuscirò più a parlarti sinceramente."

Okay, forse adesso stava veramente invadendo la privacy di una persona.
Non se la sentiva di leggere oltre, ma era troppo curiosa di scoprire chi fosse il mittente di quella strana e interessante dichiarazione.
Abbassò lo sguardo verso l'ultima parte del lunghissimo testo per leggere il nome della ragazza che aveva scritto quel testo.

"Elena"

Quello era il nome della ragazza che aveva sbagliato a scrivere la sua letterina d'amore.
Angelica si dispiacque per lei, ma non poté fare a meno di scoppiare a ridere.
Poi, tornata seria, pensò che sarebbe stato meglio che la ragazza ricevesse una risposta, dato che sicuramente si trovava ancora con il viso attaccato al telefono dove aveva probabilmente scritto quella dichiarazione.
Così iniziò a scrivere.

Forse Cupido ha perso la bussolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora