Always there to brush your hair
Help you pick out what to wear
I just feel alone, feel alone [...]
Even when you're next to me
It's not the way I'm picturing, no
[Hayley Kiyoko]
***
Albany, New York
Due settimane più tardi
Dopo la laurea, poiché si considerava indipendente quanto un'ascissa e non era per nulla intenzionata a fare ritorno in Florida, tanto si era innamorata della Grande Mela, Lauren aveva cominciato a cercare freneticamente un impiego più stabile da aggiungere a quello saltuario da freelancer in erba e da sostituire al part-time che svolgeva presso una vivace tavola calda di Queens. Per la sua immensa gioia, quando i risparmi rimasti sarebbero bastati solo per pochi mesi ancora, data la pigione stellare del monolocale in cui viveva, che era sì modesto, ma offriva una posizione assai strategica, Ms. Carter, la direttrice di un istituto superiore di Albany, l'aveva ricontattata via email, fissandole un colloquio di lavoro.
L'aveva trovata fresca, carismatica, un magnete per le menti giovani, e così, dopo un solo mese di prova come supplente, l'aveva assunta a tempo pieno, offrendole la cattedra in letteratura del secondo anno. Ancor prima di poter spegnere venticinque candeline colorate aveva ottenuto anche le due restanti, subentrando al vecchio Forster, ormai in età da pensionamento.
Quindi aveva traslocato in periferia, se di periferia si può parlare, abbandonando il perpetuo baccanale della metropoli per il capoluogo della contea. Da allora risiedeva stabilmente in un grazioso bilocale, presso il pacifico quartiere di West Hill.
Camila, che a malincuore aveva abbandonato l'appartamento di Miami in Coral Gables, per mezzo del quale aveva consacrato la propria indipendenza, non disdegnò affatto la nuova casa. Tuttavia, nonostante vi avesse già trascorso una settimana, mostrava ancora qualche comprensibile titubanza.
- Da adesso è anche tua, Camz – la rassicurò Lauren, notando la sua tensione. L'una aveva ripreso a lavorare regolarmente a scuola, l'altra attendeva con somma trepidazione una email che la convocasse per discutere di un nuovo impiego. – Non atteggiarti da ospite -.
- La fai troppo facile tu – ribatté la cubana. Ciabattò verso la finestra per osservare la neve fioccare in grande quantità. – Mi fa strano – ammise, sovrappensiero. – Ho chiamato mia madre stamane e mi ha detto che lì fanno settanta gradi, mentre qui... -. Tacque, allorché con gli occhi raggiunse il termometro apposto sul muro esterno. – A malapena trenta – grugnì, delusa.
Come biasimarla, povera creatura? Aveva gettato ogni parte della vita passata per un futuro barcollante, tra sentimenti non ricambiati e climi improponibili, e nemmeno riusciva a sentire proprio l'ambiente in cui risiedeva. In cuor suo, il malessere che la disgregava non era affatto da imputarsi a Lauren. Insomma, quella donna dimostrava buon gusto, organizzazione e un arsenale di risorse pressoché infinito, in cui spiccavano arguzia, pazienza e zelo. Che razza di moglie sarebbe stata, a incaponirsi su delle questioncine di poco conto?
Comportati da adulta, si disse. Sospirò alla vista spettacolare della neve, e retrocesse verso il divano fino a sprofondarci. Di buon grado, Lauren accolse in grembo le sue gambe distese.
- So io cosa ti ci vuole, nena – ammiccò, mentre titillava il tono rilassato dei suoi polpacci sottili. Poiché non sapeva di infiammarla (d'altronde, si erano sempre scambiate quel tipo di coccole), continuò un lieve massaggio sino alle caviglie, e poi scivolò sulle spesse calze a motivi natalizi che indossava per non disperdere calore attraverso le piante.
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The knot
Fanfiction«(to) tie the knot» è un'espressione idiomatica che letteralmente si tradurrebbe con "stringere il nodo", e dunque assume il significato di "sposarsi". Ebbene, Camila non aspetta altro che le venga l'idea funesta di convolare a nozze, incastrando, p...