I've been so into your mystery
Is it because of our history?
Are you into me? [...]
Come on over, I need your company
Cravin' that synergy
[Khalid, Normani]
***
La biblioteca pubblica di Pine Hills si presentava come un massiccio edificio a tre livelli, in cui ogni facciata, di un uniforme color carota, ricordava tanto una versione più sobria di un bugnato rinascimentale, quanto i mattoncini di un anonimo quartiere residenziale. L'ingresso principale, a seconda della posizione in cui lo si osservava, rimaneva talvolta nascosto dai fusti spogli degli aceri rossi e dei cornioli che delimitavano ciascuna fila di stalli, nel parcheggio.
Lauren indugiò sugli specchietti qualche attimo di più, mentre correggeva la posizione del posteriore dell'automobile, perché rimanesse abbastanza equidistante da ciascuna delle righe dello stallo.
Camila seguì con lo sguardo la sua mano destra, mentre spingeva il cambio manuale in retromarcia. Sfarfallando sull'altra, salda sul volante, la scoprì priva di anello nuziale. Allora contrì il viso in una piccola smorfia, intristendosi dentro di sé. Che l'avesse portato durante un giorno lavorativo era dunque stato solo un caso fortuito, una dimenticanza?
Prima che potesse imbronciarsi ulteriormente, la sorte volle che incrociasse il suo sguardo.
- Per così pochi chilometri avrei potuto arrivarci anche a piedi... - commentò, tentando di recuperare un contegno che le garantisse almeno fino a sera una certa impassibilità.
- Sarei stata da annoverare tra le peggiori migliore amiche della storia, allora, se avessi deciso di non presenziare all'emozione del tuo primo giorno – ribatté prontamente Lauren, con stampato in faccia quel dannato sorriso sghembo che la rendeva pressoché immune da ogni rimprovero, meritato o immeritato.
- Ho quasi trent'anni, mi pare; e in verità ho cambiato già tre impieghi -.
- E con questo? Un po' di nervosismo viene sempre. Oggi, al posto di tua madre, ci sono io -.
- Il che non mi rassicura per niente – grugnì Camila, pigiando la maniglia per scendere.
- Liar – la accusò giocosamente Lauren, prima di trattenerla per un gomito. – Se c'è una cosa in cui sei ancora pessima, quella è mentire; mentire a me, nello specifico -.
Ma tu guarda l'ironia beffarda del caso, meditò la minore, mentre nel mezzo della fronte accoglieva le sue labbra idratate con burro di cacao, piene e soffici come un batuffolo di ovatta.
- Io vado, allora – si congedò, con il cuore che già le pulsava nelle orecchie. – Va bene, mamma? -.
- Dimentichi qualcosa? – si sentì richiamare nuovamente, quando ormai aveva un piede saldo al suolo. Si corrucciò, incapace in principio di cogliere l'allusione. Lauren slacciò la cintura e si sporse sul sedile del passeggero. – Non osare – ammonì, in una voce bassa e vibrante. – Non osare andare senza avermi salutato come si deve -.
Sommersa dal suo profumo tentatore (miele e gardenie in fiore, con una nota di olio di Argan da imputarsi al suo balsamo), Camila non poté evitarsi di ingoiare a vuoto. Si sollevò di poco sulle punte, con il cuore che sbatteva violentemente contro lo sterno e, raccolto mezzo viso di Lauren in una palma, stampò le labbra sulla sua guancia rotonda.
Inspirò a fondo, mentre la Nissan Rogue si allontanava, con la promessa di tornare a prelevarla, terminato il turno, e rivangava la sensazione del bacio pressoché perfetto che aveva suggellato le loro nozze.
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The knot
Fanfiction«(to) tie the knot» è un'espressione idiomatica che letteralmente si tradurrebbe con "stringere il nodo", e dunque assume il significato di "sposarsi". Ebbene, Camila non aspetta altro che le venga l'idea funesta di convolare a nozze, incastrando, p...