33. Work from home

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I ain't worried 'bout nothin', I ain't wearin' na-nada

I'm sittin' pretty, impatient, but I know you gotta

Put in them hours, I'ma make it harder

I'm sending pic after picture, I'ma get you fired

[Fifth Harmony, Ty Dolla $ign]

***

Orlando, Florida


Camila discese dal taxi in scioltezza, con un sorriso tanto vistoso che avrebbe meritato la copertina delle principali riviste di moda mondiali e le iridi sfavillanti, declinate nelle sinuose forme del simbolo del dollaro. Qualche giorno in Florida, tra shopping e bagni di sole era ciò di cui più abbisognava, dopo mesi di cupezza e gelo. Con la mente già lusingava di carezze la carta di credito imprestatale generosamente dalla moglie, ora ben al sicuro tra le pieghe del portafogli.

Circumnavigato il taxi, Dinah comparve al suo fianco, a sua volta raggiante, e accomodò il paio di occhiali da sole tra la biondezza artefatta della chioma, perché potesse contemplare l'insegna a caratteri eleganti, su sfondo crema, che recitava VICTORIA'S SECRET.

Entrarono con malcelata impazienza, con gli occhi golosi di reggiseni trinati, corsetti sexy e completi intimi poco coprenti.

Una commessa visibilmente più giovane di loro (probabilmente frequentava il college), tutta belletto e carisma, si fece subito loro incontro, richiamata dall'allegra melodia che risuonava ogniqualvolta qualche nuovo cliente varcasse l'ingresso.

- Salve, ragazze – le accolse. – Posso aiutarvi? -.

- Vorremmo dare prima una... - provò Camila, prima che Dinah la zittisse con un cenno eloquente della ritta e un sibilo perentorio, come a dire Lascia fare a me.

- È il tuo giorno fortunato, chica. Non perdiamoci in chiacchiere – intervenne, con usuale spavalderia. Puntò il dorso di una mano sul fianco e costrinse l'altra in un pugno da scuotere a mezz'aria. – Cerchiamo l'artiglieria pesante; più sexy è, meglio è -.

La commessa assottigliò lo sguardo imbalsamato dal mascara e si aprì in un sorriso sornione.

- Seguitemi – disse, confidente, prima di aprire loro la strada.

Insieme, snobbarono totalmente la merce appetibile che era posta all'ingresso e in generale su quel piano del negozio per stiparsi nell'ascensore riservato al personale e discendere nel seminterrato, che altro non ospitava che il magazzino.

- Giusto settimana scorsa è arrivata la nuova collezione. Non l'avremmo dovuta esporre prima di lunedì prossimo ma un'occhiatina oggi si può già dare, non trovate? -. Megan, così si chiamava la commessa, le guidò verso un computer portatile acceso. – Ecco qua. Potete scegliere quello che volete provare dal sito e io ve lo porto. I camerini sono di là – qui indicò un angolo più appartato – Fate con comodo e ci vediamo tra un quarto d'ora -.

Detto ciò, disparve nel labirintico magazzino, chiamando a gran voce una certa Riri.

- Allora, Chancho: let's get this done -. Dinah fece crocchiare sonoramente le nocche delle mani, catturò il mouse che sostava alla destra del computer e cominciò una ricerca tanto accurata, quanto diabolica. – Ringraziami più tardi, okay? -.

- Di, cerca la roba che interessa a te. Alla mia penso io -.

Scuotendo la testa, Camila abbozzò un passo nella direzione da cui erano provenute, ma l'amica l'arrestò prontamente.

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