38. Honey

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All, all, all the pretty girls in the world

But I'm this space with you

Colored out the lines, I came to find

My fire was fate with you

My heartache would stay with you, escape with you

[Kehlani]

***

Camila premette l'indice e il pollice sull'epidermide rosea delle labbra, attingendo dallo spinello un fiato meno timido dei precedenti. Sollevò di poco il mento, mentre espirava e coricava la nuca contro la spalla che si offriva a supporto.

- Che bello – mormorò, calando le palpebre. – Sento di aver fatto pulizia nel cervello -.

Lauren, accoccolata contro la pediera del letto, annuiva. Vellicava l'interno del suo avambraccio destro con tre polpastrelli, facendo spola tra il gomito e il polso. Quindi si chinò sul suo collo e vi depose la bocca schiusa. Tosto che lo individuò, calcò il battito frenetico del suo cuore con i denti e poi succhiò avidamente un lembo di pelle in sua prossimità.

- C'è tuo fratello di là – sibilò debolmente Camila, dopo che ebbe soffocato un gemito di gradimento.

- E con questo? La porta è ben chiusa, mi pare -. La corvina attinse una boccata di fumo direttamente dalle sue labbra, increspate nella protesta. Quando la rilasciò, una palma a vellicarle lo zigomo pronunciato, - In questo caso ti toccherà fare da sola – sentenziò, con tono provocatorio. – Non che tu non ne abbia già variegata esperienza, comunque... - addusse in un sussurro intriso di lussuria.

- E non è la stessa cosa, huh? -.

- È più divertente se ci sono io a tapparti la bocca -.

Camila arricciò aristocraticamente il naso e depose lo spinello nel posacenere ligneo, perché si fumasse da solo. - Se è una sfida, bada di essere pronta a perdere – ribatté, spavalda. Sollevò il bacino da terra di quel che bastava a sfilarsi ogni indumento di intralcio e, scegliendo di accomodarsi subdolamente sulla sua coscia destra, divaricò senza pudicizia le gambe. – Bada di non toccare, eh -.

Lauren sogghignò furbescamente. La situazione si faceva assai intrigante ed ella, com'è pacifico, era più che pronta ad assistere allo spettacolo offerto. Forse non sarebbe intervenuta nella maniera più istintiva, ma di certo avrebbe rimediato qualcosa di alternativo per partecipare ugualmente.

- Sissignora – assentì, suadente, remissiva solo in apparenza. Raccolse le gambe verso il bacino perché la moglie godesse di maggiore sostegno e, ostentando docilità, puntò le mani al suolo, il più lontano possibile dal suo corpo.

Camila si stuzzicava delicatamente, a occhi chiusi, mentre con il pensiero definiva un'immagine che la aiutasse nell'opera. Quando credette di averla trovata, se ne sovrappose una quantomai reale: un respiro caldo, lento, che le arroventava la base del collo.

- Lauren – ammonì, con voce vibrante.

- Che? Io sono ferma: è tutto nella tua testa. Ma se ti aggrada... -. E qui, stringendo le mani in pugni, sul tappeto, fece scivolare la punta della lingua sulla sua cervice, scoperta dalla canotta che verosimilmente avrebbe dovuto abbinare al resto del pigiama. – Indicami la strada – soffiò, sulla traccia umida appena lasciata. Quindi risalì sull'incavatura della mandibola e catturò l'intero lobo dell'orecchio.

- Lern, porca di quella puttana... -.

- Adoro quando mi bestemmi -.

- Non posso fare piano se... -.

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