31. Pillowtalk

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Pillow talk

My enemy, my ally

Prisoners

Then we're free, it's a thin line

[Zayn]

***

Avevano perseverato nell'intimità per ore, continuando a sorprendersi delle reciproche novità, come se si stessero conoscendo daccapo e non riuscissero mai a saziarsene. A desiderio ormai pago, dacché avevano ripassato ogni stadio della loro relazione, da sconosciute a consorti, tra contatti sempre più teneri e indolenti, faticavano tuttavia a disgiungersi in due corpi distinti. Difatti sostavano aggrovigliate in pizzo al letto, con il battito cardiaco ancora assai accelerato.

Camila era riuscita a penetrare in un rifugio impervio, tra le ginocchia della moglie. L'abbracciava strettamente, timorosa di disperdere quel calore pulsante che le aveva animate. L'ambiente, tanto silente quanto notturno, riecheggiava ancora delle sue preghiere (Voglio essere tua moglie. Voglio essere tua moglie per davvero), e trovava una declinazione simbolica nell'anello che ella aveva indossato il giorno delle nozze e mai più tolto, poiché recava una data e un nome saldamente ancorati alla memoria emotiva. Esso scivolava sul profilo rilassato di Lauren in una delicata carezza, e irradiava la stessa temperatura della mano cui apparteneva. La corvina ricambiava, dispensando le palme sulla sua schiena e la bocca lungo la sua mandibola; cingendola per il torace per nasconderne le sinuosità alla notte, trattenendola a sé perché incapace di accettare di aver perso il tempo di una vita intera tra le altre persone.

- Anch'io vorrei - confessò in un sussurro. Non aggiunse altro poiché il senso di colpa strozzò ogni altra sillaba che aveva pronta in gola, e anche perché di natura non era mai stata molto loquace, specie se versava in uno stato di vulnerabilità. Voleva soltanto rindossare l'anello che aveva abbandonato nel primo cassetto del comò, e non levarlo mai più.

- Non lo dici giusto per... - provò a confutare Camila. Ma venne subito azzittita da una parola di dissenso, soffiata sulle labbra insieme a un bacio, come a riparare una promessa infranta. Seguì un silenzio confortante, interrotto a tratti dall'ululato del vento che si infrangeva sulle tapparelle abbassate. Il sonno, comunque, tardava a pervenire sulle loro palpebre grevi.

- Se fossi certa che, finita questa vita, la tua e la mia continueranno a essere... - bisbigliò Lauren, mentre a mente ricostruiva i tasselli di un'amicizia che amicizia non era più e che poteva divenire una solida relazione in forma di prezioso mosaico, sul modello di quelli che decorano il Tāj Maḥal.

I versi che aveva pronunciato a conclusione del voto nuziale risuonavano di un significato inedito. Gustandolo sulla punta della lingua, ne beneficiò in silenzio.

- Credevo fossi seria l'ultima volta – eruppe Camila, sovrappensiero anch'ella.

- Lo sono ora -.

Il letto sfatto alle loro spalle accolse entrambe le loro nudità, di modo che fossero speculari. Esse si giunsero ancora una volta, ma soltanto per trasmettere da bocca a orecchio parole nuove; parole che in amicizia non avevano nemmeno cagione di sussistere perché parte di un esclusivo segreto erotico.

***

Sull'estremità superiore del vano della doccia cominciava a formarsi un sottile strato di condensa, in una consistenza rorida e selvatica. Il respiro caloroso dell'acqua continuava, imperterrito, a lambire il vetro sottostante, appannandolo.

Camila raggiunse la boccetta del bagnoschiuma, che giaceva sulla mensola triangolare, e poiché era assai coscienziosa verso la salute del Pianeta, si premurò di tacere il getto. Cominciò a insaponarsi le gote, e poi il retro del collo; corse sulle clavicole per raggiungere le spalle e sdrucciolò tra i seni: fece giusto in tempo a chiudere le palme su di essi che un soffio d'aria gelida la costrinse a irrigidirsi.

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