14. Stracciabudella

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Se sospiro, non ti allarmare

Sto sfogliando i giorni storti e non fa ridere

Dici molto senza parlare

Bei messaggi ma in bottiglie troppo piccole

[...] Vieni sempre a chiedere

"Stringimi più forte, forte da far male

Fino quasi a fondere"

[Malika Ayane]

***

Per natura, Camila si poteva definire un'acrobata notturna. Finché aveva domito da sola, prima che nascesse sua sorella Sofia, nessuno aveva affrontato le sue giravolte incoscienti, che di solito occorrevano nella fascia oraria compresa tra mezzanotte e le due.

Lauren invece, che aveva accumulato molta esperienza a riguardo, per non dire inquietanti abbracci estemporanei o calci fortuiti ai lombi, dormendo di frequente a casa Cabello, era rimasta assai sorpresa che il fenomeno non si fosse mai presentato, dalle nozze in poi. Aveva creduto fosse un'abitudine ormai perduta; e ovviamente si sbagliava.

- Lo – esalò Camila, rigirandosi bruscamente tra le coperte. Di certo, sognava; ma non ci è dato sapere cosa nello specifico.

Mentre si agitava e aggrovigliava le gambe nella morsa delle lenzuola, un sottile velo di sudore condensò in perle sulla sommità della sua fronte alta, come gocce di rugiada mattutina; una vampa ardente soffuse delicatamente le sue guance di un colore simile alla buccia delle pesche mature. Nonostante avesse sempre conservato una certa fanciullezza nell'aspetto, allora appariva più giovane di dieci anni; le labbra più piene, la pelle più morbida e distesa, la voce più squillante. Cadendo però dal letto, l'espressione di terrore e smarrimento che assunse cancellò ciascuno di quei segni di freschezza. Invero, si sentiva spossata e dolorante in ogni muscolo, come se nelle ore precedenti avesse sostenuto un allenamento di potenza.

Lauren non sembrava aver accusato alcun disturbo dai suoi movimenti; almeno finché non occorse un tonfo.

- Camila? – domandò, con voce impastata di sonno. Si allungò verso il comodino per accendere l'abat-jour. Quando una luce leggera diffuse nell'ambiente, trovò il modo di tirarsi a sedere e di constatare l'intrigo di lenzuola da cui era stata strattonata.

- Scusa – udì. Poi intravide una frangetta scarmigliata affacciarsi oltre il materasso. – Ho avuto un... un incubo -.

Successivamente, Camila gattonò sino al bagno per rinfrescarsi. Quando ritornò, Lauren si era ridistesa sul ventre; una mano nascosta sotto al guanciale, l'altra pronta sul comando della lampada. Benché serrasse le palpebre, era evidente che stesse ancora provando a riaddormentarsi.

Lo appurò avvicinandosi cautamente e scostando una ciocca di seta dal suo viso etereo.

Allora tornò il buio.

- Va tutto bene? -.

- Abbastanza, sì -.

Lauren la cinse mollemente con un braccio, per poi dispensare ampie carezze sulla sua schiena ricurva.

- Vuoi parlarne? -.

Camila si limitò a invadere il suo guanciale e a sospirare gravemente.

- Un'altra volta, magari -.

***

Una email che Simon Grant le aveva inviato qualche giorno addietro recitava così:

The knotDove le storie prendono vita. Scoprilo ora