Capitolo 10: Circle of fires

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Alec quella mattina non avrebbe voluto mai e poi mai alzarsi dal suo bel letto caldo che non gli era mai parso più invitante e accogliente come quel giorno.

Ma era uno specializzando. Non poteva arrivare tardi.

Così si vestì svogliatamente e si recò in ospedale sentendo lo sguardo giudicante di Maggie sulla sua nuca mentre compivano il breve tratto di strada da casa loro all'ospedale in moto.

Una volta raggiunto il parcheggio, ovviamente qualcuno lassù doveva davvero averci messo lo zampino perché proprio mentre spegneva la moto e abbassava il cavalletto, ecco che l'Alfa sportiva di Magnus veniva parcheggiata proprio accanto a lui.

«Perfetto.» Alec sentì Maggie borbottare mentre scendeva dalla moto dietro di lui.

«Ci vediamo dentro, vedi di non fare altre cazzate.» Disse la ragazza che non salutò Magnus che stava scendendo dall'auto ma lo fissò con uno sguardo che, se avesse potuto, lo avrebbe incenerito all'istante.

«E' tardi.» Disse Alec scendendo dalla moto e sfilandosi il casco. In realtà non era così tardi, ma non sapeva se voleva parlare con Magnus. Aveva rifiutato tutte le sue chiamate e lo avrebbe voluto evitare anche a lavoro, come avrebbe voluto evitare soprattutto il padre.

Degli stupidi arrapati teste di cavolo.

Ecco cos'erano stati.

Certo, Alec sospettava che Asmodeo sapesse già della sua relazione sessuale con il figlio. Ma lui non era solo stato beccato dal padre del suo scopamico. Lui era stato beccato dal suo capo in atteggiamenti decisamente poco consoni sul luogo di lavoro!

Due strike in un colpo solo!

«Alexander...» Esclamò Magnus con un lungo sospiro mentre si pizzicava il ponte del naso. «... tu mi stai evitando. E stai evitando l'enorme elefante rosa davanti a te. Dobbiamo parlarne.» Alec si avviò a passo deciso verso l'ingresso con Magnus che gli correva dietro.

«No! Non serve parlarne. Ho fatto un casino. Lo specializzando che se la fa con il capo. Il mio capo, tuo padre...» Alec si girò e picchiettò l'indice della mano contro il petto di Magnus. «... potrebbe cacciarmi dal programma.»

«Mio padre non ti caccerà! Sei uno dei migliori specializzandi. Mio padre non è uno stupido. Non ti manderà alla concorrenza.» Alec grugnì. Perché Magnus non capiva la gravità di tutta quella faccenda?

«E' tardi, devo andare.» Esclamò Alec dirigendosi di corsa verso le scale. Magnus lo guardò inarcando divertito un sopracciglio.

«Non lo prendo l'ascensore con te!» Borbottò Alec mentre cominciava a correre salendo le scale sentendo la risatina di Magnus nelle orecchie.

Raggiunto lo spogliatoio, Alec si cambiò alla velocità della luce, ma non aveva nemmeno fatto in tempo a mettersi i pantaloni che Dean entrò saltellando.

«Alec!» Trillò l'amico come se fosse un bambino la mattina di Natale.

«Vedo che ti sei svegliato dal lato giusto del letto.» Esclamò Alec guardando di sottecchi l'amico.

«Si, Will ed io ci siamo un po' scaricati. Ci sei mancato, tra l'altro.» Dean ammiccò in direzione dell'amico ottenendo nient'altro che uno sbuffo.

«Amico, hai decisamente bisogno di uno scopata. E' un po' che non ci divertiamo. Alec, lo sai, siamo specializzandi, se non teniamo le endorfine alte con del sano sesso qui rischiamo il manicomio.»

Alec diede volontariamente le spalle all'amico ma sentiva lo stesso il suo sguardo indagatore bruciare sulla schiena.

«Va bene. Farò finta di non aver capito che mi nascondi qualcuno. Sei scorretto però, potresti almeno condividere. Comunque la mia recentissima attività fisica non è l'unico motivo per cui oggi è un bellissimo giorno. Oggi sono con Bane, il plastico non il neurochirurgo. Tu sei con il neurochirurgo!» Il cercapersone che Alec si stava assicurando in cintura gli cadde di mano sfracellandosi, per fortuna non rompendosi, al suolo.

Malec's AnatomyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora