Epilogo

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EPILOGO

Otto anni dopo...

«Rafe, per favore. Oggi passi tu a prendere a scuola Max e Madzie?» Alec bussò più volte alla porta del bagno da dove sentiva lo scrosciare dell'acqua.

«Cosa?» La voce di Rafael arrivò leggermente ovattata da oltre la porta. Alec sbuffò. In quello suo figlio era la fotocopia sputata di suo padre. Il concetto del 'chiudere l'acqua per sentire meglio' era evidentemente troppo complicato. E no, dopo l'ultima volta che aveva sorpreso il suo non più così piccolo bimbo a sperimentare la magica arte della masturbazione, non sarebbe più entrato nel bagno con il figlio!

«Passi tu a prendere oggi Madzie e Max a scuola?»

«Che cosa hai detto?»

Alec alzò gli occhi al cielo! Ok, sperava che il figlio non si masturbasse con il padre appostato fuori dalla porta del bagno! Aprì la porta, tenendo comunque gli occhi chiusi perché non si sapeva mai.

«Ho detto: passi tu a prendere Madzie e Max oggi a scuola?»

«Mhm... si. Però papà li porto dallo zio Simon in bar poi devo andare in piscina.»

«Si, ok. Papi te li ha dati i soldi per l'abbonamento?»

«Si, si me li ha dati. Ora mi fai finire di fare in pace la doccia?»

«Va bene, ma sbrigati che sennò fate tardi.»

Alec chiuse la porta del bagno e lasciò Rafael alla sua sana esplorazione. Tornò in cucina dove un addormentato Max faceva colazione con la stessa velocità di un bradipo.

«Max, se non ti muovi a mangiare quei cereali diventeranno pappetta e poi ti lamenti che tutti molli non ti piacciono.»

«Ma ho sonno, papà. Perché hanno inventato la scuola?» Max fece un grossissimo sbadiglio e appoggiò la testa al tavolo. Alec scosse il capo, Max era tanto pigro quanto Rafael era stato sempre iperattivo.

«Dove sono Madzie e papi?» Domandò quando, guardandosi attorno, vide che del marito e della figlia non c'era traccia.

«Su. Papi ha detto che la camicetta che Madzie si era messa non si abbinava alla perfezione con la gonna e l'ha fatta salire a cambiarsi.» Biascicò Max continuando a tenere la testa appoggiata al tavolo.

«Dio! Quell'uomo è incorreggibile. Max, finisci i cereali che tra massimo un quarto d'ora passa il pulmino.»

«Ma Rafe è ancora in doccia.»

«Tuo fratello ci mette due minuti a mangiare, tu sei lì da almeno venti e hai ancora la tazza piena.» Dopo aver raddrizzato la schiena di Max nella speranza che il bambino non si addormentasse di nuovo, Alec risalì di nuovo le scale. Ma che avevano tutti quella mattina? Proprio quella mattina tutti volevano essere in ritardo?

Si diresse a passo spedito verso la cameretta della piccola Madzie da cui sentiva provenire i piagnucolii della bambina.

«Ma no, papi. Quella camicetta non mi piace.» Diceva la bambina e, dal tono esasperato, Alec suppose che non fosse la prima volta che ripeteva quella cosa al padre. Entrò nella cameretta della piccola. Madzie aveva dieci anni, era di due anni più grande di Max e, il suo arrivo sei anni prima in casa, aveva creato un po' di confusione nei piccoli, soprattutto in Max che non aveva mai capito se considerarsi lui il più piccolo o considerare Madzie dato che era 'l'ultima arrivata'!

La piccola era in piedi al centro della stanza, le braccia conserte sul petto e l'espressione corrucciata di pieno marchio di fabbrica Magnus Lightwood-Bane!

Malec's AnatomyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora