Capitolo 40: Anger and guilt

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«Mi stai dicendo che Jace ha davvero fatto da babysitter ai due bimbi? E Rafael non lo ha ucciso?»

«Non solo non lo ha ucciso. Lo ha chiamato zio!» Esclamò Alec mentre si finiva di sistemare il camice. Maggie, davanti a lui, lo fissava con la bocca talmente spalancata che la mandibola poteva benissimo essersi dislocata.

«Non ci credo...» Sussurrò la ragazza che continuava a sbattere le palpebre come se volesse scacciare l'immagine terrificante di un Jace e Rafael che ridevano insieme mentre Jace faceva fare la giravolta al piccolo. «... la fine del mondo è vicina!»

«Del mondo non lo so! Ma il mio culo ha decisamente bisogno di una pausa.»

Alec e Maggie si girarono verso Dean che era appena entrato nella stanzetta degli specializzandi. Dietro di lui videro Will che lo salutò ridacchiando e dando una leggera strizzata al sedere di Dean che gemette per il dolore. Alec lo guardò con un sorrisetto inarcando allusivamente un sopracciglio, mentre Maggie invece lo guardava leggermente accigliata.

«Se il tuo culo ha bisogno di una pausa potresti chiudere le gambine.» Sbottò la ragazza seguendo con gli occhi uno zoppicante Dean che si stava dirigendo al suo armadietto.

«Dico, lo hai visto il mio uomo? Ora che è ritornato nel mio letto non ho certo intenzione di farglielo lasciare.» Dean si sfilò la felpa rivelando un petto pieno zeppo di lividi e succhiotti. Alec fischiò divertito. Conosceva molto bene la mania di Will di mordere il proprio partner ma era chiaro che con Dean si fosse particolarmente impegnato.

«Potreste almeno fare meno casino. Perché sentirti implorare per il cazzo del tuo ragazzo non è certo nella top ten delle mie cose preferite.»

«Ehi, con Alec non ti lamentavi perché ti piaceva pensare al nostro Alecuccio nudo intento a darci dentro.»

«Veramente metteva video porno di lesbiche a tutto volume per dispetto. E mi staccava la caldaia mentre ero sotto la doccia.» Disse divertito Alec non sentendo per niente la mancanza di quelle docce gelate che lo lasciavano infreddolito per tutto il giorno.

«Beh io...»

«Lightwood.» Il sorriso di Alec si congelò non appena sentì quella voce. Vide davanti a lui Dean e Maggie guardare oltre le sue spalle con lo stesso sguardo di terrore che sicuramente si poteva vedere nei suoi occhi.

Tessa. Tessa era tornata.

Con lentezza Alec si girò. Tessa Gray era cambiata. Era l'ombra di ciò che era in passato. Di solito sorrideva sempre, aveva sempre un sorriso stampato in viso che tutti i bambini adoravano. Non aveva nemmeno la solita spilla pupazzetto che indossava sempre sul camice.

«Lightwood. Con me.»

Alec sentì ogni pelo del corpo rizzarglisi. Tessa Gray non parlava con il solito tono gentile e allegro, quella voce che, quando hai mal di testa o hai avuto una brutta giornata, può anche essere considerata irritante. Era una voce così spenta e tetra che avrebbe potuto far piangere un bambino.

«D-dottoressa Gray. E' tornata.» Alec seguì la donna mentre con la coda dell'occhio vedeva Maggie compiere un gesto con il dito indice fingendo di tagliarsi la gola.

Per la prima volta in vita sua si sentiva spaventato ed insicuro accanto a quella donna. Tessa Gray lo aveva da subito preso sotto la sua ala protettiva. Era sempre stata gentile con lui anche se severa quando le circostanze lo richiedevano. Alec le doveva molto. Quella donna lo aveva fatto crescere professionalmente in un modo in cui nessun altro suo insegnante era mai riuscito. Lo aveva sempre spinto oltre i suoi limiti. Lo aveva aiutato ad acquisire maggiore stima in se stesso e nelle proprie capacità.

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