Capitolo 25: It's always hard to let go

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«Ehi, Dean!» Alec corse verso l'amico.

Maggie quella mattina lo aveva assillato dicendo che doveva parlare con il ragazzo perché lei non dormiva da due settimane perché Dean non faceva che ascoltare canzoni tristi a tutto volume. A nulla erano valse le sue proteste perché, a quanto pareva, glielo doveva per tutte le volte che lei aveva dovuto ascoltare le sue notti bollenti con i suoi amanti. Ad Alec era parsa una motivazione molto debole, ma Maggie sapeva diventare molto insistente quando voleva.

Dean sembrava ancora essere stato morso da una tarantola stronza e aveva una smorfia in faccia che imbruttiva i tratti altrimenti delicati e belli del suo viso.

«Sembra tu abbia leccato un limone per colazione.» Disse ridacchiando il moro avvicinandosi all'amico che, in risposta, lo degnò di un'occhiataccia velenosa quanto l'aculeo di uno scorpione.

«Dean, andiamo! Parlami. Si può sapere che diavolo ti prende? L'ho capito che c'entra Will!» Nel momento in cui Alec ebbe pronunciato il nome di Will, Dean sgranò gli occhi, assomigliando molto ad un cerbiatto abbagliato dai fari di un automobile sul ciglio della strada. Il ragazzo si guardò attorno spaventato e Alec davvero capiva molto poco quel comportamento, insomma lì lo sapevano tutti che lui e Will andavano a letto insieme, come sapevano anche che, prima di Magnus, ci andava anche Alec.

«Ok.» Disse Dean con voce sconfitta. «Ok, ti dirò tutto. Ma non qui. A fine turno andiamo al bar di Simon e parliamo lì.» In quel momento il loro cercapersone cominciò a suonare e i due ragazzi si fissarono. Alec quella mattina era con Asmodeo mentre Dean era con Fell, quindi per essere stati chiamati entrambi significavano guai: politrauma!

«Dio, sei davvero più fastidioso di una zanzara in una palude.» Sbuffò Dean mettendosi a correre lungo il corridoio per raggiungere in fretta il pronto soccorso.

«Si, di solito gli amici fanno così.» Bofonchiò Alec.

Una volta raggiunto il pronto soccorso entrambi i ragazzi si diressero verso i loro responsabili.

«Cosa abbiamo?» Domandò Alec mentre imitava Asmodeo e si metteva indosso il camice usa e getta giallo e se lo legava poi dietro il collo.

«Un incidente. Uno scuolabus. Hanno portato i primi feriti, ma ce ne sono altri in arrivo.» In quell'istante tre paramedici spinsero dentro le porte ad apertura automatica del pronto soccorso una barella.

«Trisha Hale. Diciassette anni. Segni vitali stabili. Presenta profonda lacerazione facciale. Trauma del bacino e frattura della parte bassa della gamba destra.»

«Ok, in sala due con Herondale.» Esclamò Asmodeo che passò la cartella a Will che sopraggiunse in quel momento e Alec si disse di non averlo mai visto così devastato. Aveva delle pesanti occhiaie sotto gli occhi, due segni neri che marcavano maggiormente il blu intenso dei suoi occhi. I capelli erano un disastro, come se l'uomo si fosse completamente dimenticato che esistevano le spazzole. Ma, soprattutto, erano gli occhi che colpirono Alec. Erano così spenti, così tristi. Cosa diavolo stava succedendo ai suoi due amici?

«Sto sanguinando!» Cominciò ad urlare Trisha che si era appena portata la mano al volto e l'aveva ritirata completamente sporca di sangue. «Il mio viso sta ancora sanguinando.»

«Sta calma, ce ne occupiamo subito.» Disse Will con voce monocorde, come se fosse una specie di robot privo completamente di anima.

«Chi? Chi se ne occuperà? Voglio un chirurgo plastico! Nessuno toccherà il mio viso finché non avrò parlato con un chirurgo plastico. Nessuno! Esigo un chirurgo plastico!»

Asmodeo sbuffò mentre smistava il conducente dell'autobus, che a quanto pareva aveva problemi cardiaci, in sala trauma tre per farlo visitare da Morgenstern.

Malec's AnatomyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora