Capitolo 17: My baby

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CAPITOLO 17: MY BABY

Da quando Alec aveva raccontato la verità su Max a Magnus sentiva che tutto era cambiato. In positivo. Era tutto amplificato. Ogni bacio, ogni carezza, ogni frase... tutto era semplicemente di più. Era come se avessero messo un amplificatore e, forse Alec aveva un tumore al cervello, ma gli pareva che pure i colori di New York fossero più vivi, più belli. Non c'era più la solita nuvola nera di smog che avvolgeva i grandi grattacieli ma c'era il sole caldo e luminoso che illuminava i verdi alberi di Central Park.

Ecco perché quando Magnus gli aveva proposto di andare da lui per una volta, Alec aveva accettato. Certo, non prima di essersi assicurato che Asmodeo aveva il turno di notte e che quindi non sarebbe tornato a casa trovando lo specializzando a letto con il figlio strutturato; e anche che Rafael era stato già messo a letto a dormire dalla babysitter. Certo, lui e Magnus ne avevano parlato a lungo e l'uomo diceva che si sentiva anche pronto di dirlo al figlio perché lui era sicuro dei suoi sentimenti ed era quindi sicuro di presentare a suo figlio una delle persone più importanti della sua vita. E anche Alec si sentiva pronto ma voleva fare le cose per bene. Insomma non poteva certo andare da Rafe e dirgli, ehi ciao, io e tuo papà stiamo insieme. No, sarebbe potuto essere traumatico per il piccolo! No, Alec aveva pensato ad un bel picnic a Central Park e, mentre il piccolo li avrebbe guardati con dei baffi al cioccolato per via del gelato, glielo avrebbero detto. Doveva essere un momento bello, non una cosa buttata lì tanto per fare qualcosa. Rafe non lo meritava.

La casa di Magnus era enorme. Letteralmente. Alec supponeva che ci volesse una specie di mappa per potersi aggirare tra quei lunghi corridoi. Aveva ben tre stanze degli ospiti, un enorme studio per Asmodeo, una sala giochi per il piccolo, le tre camere da letto, la cucina, una sala da pranzo che faceva invidia alla sala di un ristorante e ben quattro bagni.

Alec sperava che Magnus lo riaccompagnasse all'uscita perché era sicuro di essersi già dimenticato la strada.

Avevano fatto l'amore tra le lenzuola di seta di Magnus e Alec aveva adorato il modo in cui lo facevano, alternando baci languidi e passionali con battute scherzose, come la continua presa in giro da parte di Alec stesso che continuava a dire che con quelle coperte sarebbero scivolati giù dal letto. Per Alec era stato bellissimo perché farlo in camera da letto di Magnus lo aveva reso reale. Non era più lo stanzino del medico di guardia o casa sua, dove comunque lo avevano fatto la sera stessa in cui si erano conosciuti. Lo avevano fatto in una camera da letto, una vera camera da letto, ed era stato bellissimo. Tanto che Alec non voleva che finisse.

«Ma resta qui.» Soffiò Magnus mentre continuava a riempire il petto di Alec di baci. Il petto, di solito una distesa immacolata di alabastro, era adesso costellato da tanti piccoli succhiotti scuri.

«No, Mag. Devo tornare a casa. Eravamo d'accordo. Ci vuole qualcosa di bello per dirlo a Rafe! Non posso presentarmi scendendo a colazione.»

«Scommetto che se gli prepari i waffle lui sarà solo il bambino più felice del mondo.» Magnus baciò teneramente il punto del petto di Alec in cui batteva, forte, il suo cuore mentre disegnava con l'indice del dito l'areola del suo capezzolo.

«Se mangiasse i miei waffle potrei riuscire a farmi odiare da quel bambino. Non so cucinare.» Borbottò Alec facendo sghignazzare Magnus che si era sollevato con il busto sorreggendosi su un braccio e adesso poggiava il capo sulla sua fronte.

«Non sai cucinare? E come sopravvivi in così gran ben forma?» Magnus guardò Alec con voce smaliziata sollevando le sopracciglia con fare ammiccante.

«Beh, ci pensa Maggie, lei è una grande cuoca e poi ho un App per le consegne sul mio cellulare e...»

«Wowowo! Fiorellino, devi mangiare sano! Non mi piaci più se diventi tutto ciccia e brufoli.»

Malec's AnatomyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora