Capitolo 48: No matter how much we fight, we will always make piece

1.1K 31 5
                                    

In casa Bane regnava una sorta di guerra fredda. Alla fine tutti i Bane si erano ritrovati con una terribile infestazione di pidocchi nei capelli. L'unico che miracolosamente si era salvato era stato Alec. Cosa per cui Magnus non sembrava proprio riuscire a perdonarlo. La situazione sembrava essersi capovolta con Alec che adesso era stato messo in punizione da Magnus, addirittura il ragazzo non aveva il permesso di entrare in camera da letto.

Dopo quattro giorni il maggiore sembrava ancora non avere il coraggio di perdonare il minore. Alec preferiva concentrarsi su quella piccola guerra piuttosto che fermarsi a pensare a suo padre. L'unica cosa che sapeva era che, poche ore dopo essere uscito dall'ospedale, aveva chiamato Isabelle. Le aveva urlato dietro di tutto, tutto l'odio e il disprezzo che provava per Alec lo aveva riversato sulla sorella che, stoicamente, aveva difeso il suo fratellone arrivando a fare ciò che non era mai riuscita a fare in tutti quegli anni: detestare nel profondo suo padre.

Alec non aveva voluto pensarci. Non avrebbe permesso a quell'uomo di rovinargli l'umore. Non gli avrebbe più permesso di pensare che la sua famiglia fosse sbagliata. Lui era cresciuto in una famiglia considerata normale. Ma cosa aveva ottenuto in cambio? Forse non era stato ripetutamente picchiato, non era finito in ospedale con contusioni o ferite più gravi, ma aveva subito comunque dei gravi traumi psicologici. Traumi che Magnus era riuscito a curare. E lui non si sarebbe mai più ammalato. Mai più.

Solo che adesso il suo adorabilissimo compagno continuava a tenergli il muso. Persino Asmodeo non se l'era presa tanto e aveva dovuto far slittare un importantissimo intervento a causa dei pidocchi. Ma Magnus no. Magnus ovviamente gli teneva il broncio. Lo faceva dormire sul divano e aveva smesso persino di preparargli il caffé e, quando capitava che fosse Alec il primo a svegliarsi e a farlo lui per tutti, quella testa gloriosa di Magnus non lo beveva e lo gettava nel lavandino facendosene di nuovo.

Alec certe volte era così irritato che avrebbe voluto prendere la testa bellissima di Magnus e sbattergliela ripetutamente contro il muro ma poi si ricordava che amava quella testa, amava tutto il corpo di quell'uomo e, soprattutto, amava il suo animo e cuore. E amava anche quello di Magnus. Amava quel suo lato a volte infantile, così cocciuto e anche un pizzico vendicativo. Perché Magnus non era la perfezione assoluta. Era un disastro di emozioni e sentimenti quanto lo era lui. Ma lui lo amava lo stesso. E quello gli faceva capire che il loro amore era reale. Perché non era l'amore un po' infantile che credeva di provare in principio, quando era tutto rose e fiori e quando, la sua inesperienza in fatto di relazioni, gli faceva pensare all'amore come a quello delle favole, dove tutto era perfetto, dove tutto era puro, dove i personaggi erano così perfetti che non andavano nemmeno in bagno e non lo appestavano peggio di una camera a gas! (Cosa che Magnus faceva ogni santa volta visto quanto piccante e speziato mangiava!)

Il loro amore era fatto anche di questo. E anche se Alec in questi momenti avrebbe voluto strozzarlo a mani nude, lo amava anche per questo.

Anche quella mattina la scena fu la stessa.

Si svegliò, preparò il caffé, preparò la colazione a Rafael e diede da mangiare al piccolo Mirtillo che, finalmente, aveva messo su anche l'ultimo dentino e quindi adesso si svegliava molto meno durante la notte, poi vide Magnus buttare il caffè che gli aveva tenuto in caldo e farsene di nuovo. Anche quella mattina arrivò l'immancabile sgridata di Asmodeo che definiva suo figlio un bimbo capriccioso e, come ogni mattina, Magnus indicò i capelli che aveva dovuto tagliare. Come sempre Alec si ritrovò a ringraziare Asmodeo con un sorriso per averci provato almeno.

Arrivato in ospedale, Alec andò mogio mogio verso la saletta degli specializzandi per cambiarsi. Magnus sarebbe venuto più tardi e avrebbe portato lui il piccolo Mirtillo all'asilo.

Una volta entrato nella saletta trovò Maggie stesa addormentata su una delle panche. Indossava ancora la divisa segno che avesse smontato dalla notte. Seduto su un'altra panchina intento ad allacciarsi le scarpe dopo essersi cambiato c'era invece Dean.

Malec's AnatomyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora