Capitolo 56: Condolences

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Jem si sentiva completamente spossato. Dire ad Alec che la sua amica era morta era stata una delle cose più dolorose mai vissute, seconda forse solo ad aver visto la sua bimba morire. Quel povero ragazzo era letteralmente crollato a terra, Ragnor aveva dovuto sedarlo dicendo che era normale vista l'altalena di emozioni a cui era stato sottoposto per tutto il giorno. Ma Jem sapeva che non era solo quello, c'erano anche i sensi di colpa. Un'anima buona e pura come Alec si sentiva responsabile per tutte quelle morti, era stato suo padre a togliere la vita a tutte quelle persone. In più c'era anche il fatto che aveva provato felicità. Dopo aver saputo di Magnus e di Dean che stavano finalmente bene, Alec aveva provato felicità e un senso di falsa sicurezza. E il karma l'aveva punito.

Si guardò la divisa ancora sporca di sangue, nelle orecchie ancora l'eco delle lacrime e delle urla di Alec che si sovrapponevano al prolungato beep dell'elettrocardiogramma piatto di Maggie.

Maggie era morta da sola, in ambulanza, lontana dai suoi amici. Non aveva potuto salutare un'ultima volta i suoi amici. Non aveva potuto dire a Dean che non era arrabbiata con lui. Non avrebbe mai finito la specializzazione. Anni di studio e non sarebbe mai diventata un chirurgo.

Jem si accasciò a terra portandosi le mani tra i capelli e, senza nemmeno avere il controllo sui suoi dotti lacrimali, cominciò a piangere. Quante persone avevano perso la vita quel giorno?

Quanto dolore chi era sopravvissuto era costretto a vivere ogni giorno? Perché Jem aveva già imparato quella lezione sulla propria pelle: il dolore era per i sopravvissuti.

«Jem!»

Jem alzò gli occhi e in quel momento realizzò che, fino a quel momento, non aveva avuto notizie della moglie. Sapeva dentro di sé che stava bene perché il suo cuore non faceva male e quando Matilde era morta il suo cuore sanguinava e, supponeva, che se fosse morta Tessa il cuore gli si sarebbe totalmente disintegrato. Avrebbe voluto avere la forza di alzarsi in piedi ma le sue gambe sembravano essere state sostituite con della gelatina. Fortunatamente Tessa sembrava avere ancora forza perché raggiunse il marito e, inginocchiandosi davanti a lui, lo abbracciò con forza.

«Ero preoccupata da morire. Non ho più avuto tue notizie e... oddio, Jem! Ma questo è sangue! Sei ferito?»

Tessa cominciò a tastare tutto il petto di Jem alla ricerca di ferite più o meno gravi, ma l'uomo sembrava illeso, quel sangue non era suo... quel sangue era dunque la causa di quelle lacrime.

«Jem.» Tessa accarezzò il volto del marito: lo aveva visto così sconvolto solo una volta. Solo una.

«Maggie è morta.» Disse Jem con una voce che pareva venire direttamente dall'oltretomba, come se con Maggie fosse morto un po' anche lui.

«Maggie è morta tra le mie braccia e non sono riuscito a farle vedere un'ultima volta Alec o Dean. Alec ci ha permesso di vedere Matilde un'ultima volta mentre io non sono riuscito a fargli vedere un'ultima volta la sua amica.» Jem ricominciò a piangere singhiozzando come un bambino.

«Jem, tesoro... ti prego guardami...» Gli occhi color onice di Jem si posarono in quelli grigi della moglie.

«Sono morte molte persone oggi, ma tante altre sono salve. Tutti noi siamo vivi e tutti noi potevamo morire. Una guardia a cui quel pazzo ha sparato è viva, Magnus è vivo, Dean è vivo...»

«Ma Maggie no. Era spaventata, Tess. Aveva così tanta paura. Ed è morta da sola, al freddo in un'ambulanza e ora... Dio... Alec era distrutto quando gliel'ho detto.» Jem si coprì di nuovo il volto con le proprie mani e Tessa lo abbracciò stretto. Le dispiaceva per Maggie ma era stata felice quando aveva visto che Jem era vivo. Non avrebbe mai e poi mai potuto sopportare di perdere anche lui, non quel giorno.

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