Capitolo 55: Always by your side

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Non appena ebbe messo piede fuori dall'ospedale, Jem venne accerchiato da alcuni poliziotti che persero tempo a perquisirlo.

«Sentite, capisco anche che voi dovete fare il vostro lavoro, ma io devo fare il mio! Questa ragazza morirà se non la porto subito in sala operatoria!» Fortunatamente i paramedici la pensavano come lui perché scavalcarono i poliziotti, quasi buttandoli per aria, e caricarono Maggie su una barella.

«Colpo d'arma da fuoco al petto. Ha perso molto sangue e la pressione è molto bassa...» Cominciò a dire Jem mentre seguiva la barella.

«Vuole venire con noi?» Domandò uno dei paramedici quando, raggiunta l'ambulanza, cominciarono a caricare la barella di Maggie sopra.

«Si!» Esclamò Jem che aveva già un piede dentro. Per un breve attimo, mentre saliva, si girò per guardare se, tra le persone che stavano uscendo, ci fosse anche Tessa. Il suo cuore era combattutto tra la voglia di tornare dentro e cercarla e stare con Maggie. Ma, purtroppo o per fortuna, il suo senso del dovere ebbe la meglio. Sapeva che Tessa avrebbe capito e, sicuramente, avrebbe fatto la stessa cosa.

Entrato in ambulanza, il paramedico che sedeva al fianco del guidatore chiuse il portellone e corse a prendere posto in modo che potessero partire al più presto. Subito, i paramedici rimasti dietro insieme a Jem, si occuparono di assicurare tutti gli elettrodi sul petto di Maggie in modo tale da avere i suoi parametri vitali.

«Sta perdendo troppo sangue.» Disse uno di loro.

«Abbiamo un paio di sacche di zero negativo, dovrebbero bastare fino all'arrivo in ospedale.» Commentò l'altro che stava già armeggiando con due sacche di sangue. Jem intervenne per dargli una mano e permettere di fare una trasfusione a Maggie.

«Il cuore è comunque debole. Ci sarà bisogno di un massaggio cardiaco per permettergli di far fluire il sangue.»

«Faccio io!» Disse Jem cominciando a fare un massaggio cardiaco a Maggie.

«La saturazione continua a calare.» Esclamò il paramedico posizionato di fronte a Jem che continuava a guardare il piccolo monitor portatile.

«Dannazione! Non arriverà viva in ospedale.» Quando Jem sentì quelle parole il suo corpo agì d'istinto e accelerò il ritmo delle compressioni che stava facendo.

No, non poteva permetterlo.

Quel giorno avevano perso la vita già troppe persone. Non avrebbe perso anche una sua studentessa. Un'altra persona con cui aveva condiviso comunque piccoli momenti della sua vita. Un'altra persona giovane che aveva ancora troppa vita davanti a sé.

«La saturazione è sempre più bassa.»

«No! No! Non può morire!» Continuava a dire Jem ma, una piccola parte del suo cervello, lo sentiva. Sentiva che era il suo massaggio a far muovere il muscolo cardiaco. Sapeva che se avesse smesso di farlo la linea di quel piccolo monitor portatile sarebbe stata totalmente piatta e le loro orecchie sarebbero state assordate da quel fastidioso lungo beep. Lo sapeva, ma sapeva anche che quella vocina poteva sbagliarsi. I miracoli avvenivano. Un cuore, se il corpo veniva irrorato anche in maniera meccanica, poteva riprendere a battere. Dovevano solo arrivare in ospedale.

«Non devi morire Maggie. Devi dire a Dean che non sei arrabbiata con lui, ricordi?»

Jem continuava con il massaggio cardiaco ma la saturazione scendeva, continuava a scendere.

I miracoli spesso succedevano.

Dovevano solo arrivare in ospedale. Prima che fosse troppo tardi.

* * *

Malec's AnatomyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora