Capitolo 45: You'll always be the right size to be in my arms

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Magnus fissava il profilo di Alec mentre questi dormiva tranquillo accanto a lui. Aveva tolto i tamponi dal suo naso appena tre giorni fa, i turbinati si erano sgonfiati e già si vedevano i benefici effetti dell'intervento. L'aria ora usciva silenziosa da quei due buchi del nasino del ragazzo. Aveva trascorso una notte piacevolissima. Aveva potuto dormire tutta notte abbracciato al suo fiorellino senza dover mettere quei tappi scomodissimi nelle orecchie che gli facevano un male cane. Con dolcezza accarezzò la guancia del ragazzo e osservò le mani che avevano compiuto quel meraviglioso miracolo: le sue.

Pochi secondi dopo un paio di occhi azzurri lo guardarono assonnati e per Magnus non ci fu risveglio più bello.

«Mhm... sei inquietante che ti ritrovo a fissarmi ogni mattina.» Bofonchiò Alec con voce roca mentre sollevava le braccia per stiracchiarsi come una pantera.

«Fiorellino, è così bello questo silenzio...»

«Lo sai vero che hai un capello bianco?» La voce si bloccò nella bocca di Magnus. Alec davanti a lui strizzava appena gli occhi mentre si concentrava a guardare un punto in particolare sulla cute di Magnus. Quest'ultimo sentì un brivido corrergli lungo la schiena.

«Impossibile. Noi asiatici tendiamo ad invecchiare dopo gli europei.» Disse e, anche se era una cosa abbastanza risaputa, sentì il panico scorrergli lungo le vene. Forse lui sarebbe stata la prima eccezione alla regola. Forse lui, a differenza di tutti i suoi nobili compatrioti si sarebbe logorato prima.

«Questa stronzata dove l'hai tirata fuori?» Borbottò Alec mentre scalciava via il piumone e si lasciava investire dalla fresca aria del mattino.

«E' risaputo fiorellino. Noi asiatici non invecchiamo fino ad una certa età. Possiamo arrivare anche ai sessant'anni con l'aspetto di un trentenne. Certo poi invecchiamo in una sola notte, ma almeno arriviamo fino ai sessanta...»

«Magnus, stai dicendo una miriade di cavolate.» Borbottò Alec mentre afferrava Magnus per il colletto del suo costosissimo pigiama di seta e gli dava il bacio del buongiorno.

«Si, dicono anche che non è vero che gli uomini di colore non siano molto ben dotati lì sot...» Magnus si fermò con l'indice che indicava verso il proprio inguine, pietrificandosi completamente sotto lo sguardo omicida di Alec.

«Beh... così dicono... così ho sentito...» Improvvisamente Magnus si ritrovò completamente schiacciato tra il corpo pesante e caldo di Alec sopra di sé e il materasso ormai fresco sotto. Gli occhi di Alec erano di un azzurro intenso, ricordavano a Magnus quel gusto ridicolo di gelato che a Rafael piaceva tanto, il gusto 'Puffo'. Eppure poteva vedere come si stessero già scurendo. Per il momento era solo una piccola e stretta aureola attorno alla pupilla. Era di un blu scuro, come l'oceano più profondo. Era il colore dell'eccitazione. Quell'eccitazione che, nel solo cominciare a vedere quel colore faceva già gonfiare l'erezione. E quella volta non fu certo un'eccezione. Alec era sopra di lui e stava già strusciando il suo bacino contro il proprio mentre continuava a fissare un punto particolare sulla sua testa.

«Smettila di guardarmi i capelli. Mi stai inquietando.» Sbuffò Magnus andando a coprire con la mano il punto che Alec continuava a fissare.

«Hai davvero un capello bianco, Magnus.» Esclamò Alec afferrando la sua mano e togliendola per continuare a guardare insistentemente quel punto.

Magnus non resistette più e, sebbene ormai avesse una gran voglia di concedersi un bel po' di sesso mattutino con il suo silenzioso fiorellino, doveva assolutamente andare a verificare. Così, facendo qualcosa che mai e poi mai avrebbe pensato di fare, sgusciò dalla presa del ragazzo e lo scostò dal suo corpo correndo in bagno.

Non era pronto. Non era pronto a dover ricorrere a coloranti e ore e ore dal parrucchiere dovendo affrontare l'onta di vederlo colorare i suoi preziosi capelli.

Malec's AnatomyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora